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Presentazione a
Caro enigma
Alfredo Bonazzi
Antonio Coppola, nel momento in cui la poesia risulta
praticamente emarginata in questo mondo di violenza senza intervallo, si
ripresenta con Caro Enigma, raccolta di poesie inedite: una presenza, la
sua, di pura dedizione all'enigma e alla necessità della poesia. Gli ultimi
suoi lavori pubblicati, Terre al bivio e Frontiere di maschere,
fin dal lontano 1970 lo avevano imposto all'attenzione di
quanti seguono questo ristretto campo espressivo e oggi ci viene la
riconferma della sua validità artistica.
In queste poesie abbondano allusioni alla sua vita intima,
evocazione del suo paesaggio calabro, ricordi della sua terra e della sua
infanzia, della sua adolescenza, dei momenti d'amore, di dolore, di
disperazione. Una domanda si pone: assiduo esercizio della memoria? Scoperto
soggettivismo? Ma la realtà di Roma, dove il poeta vive da decenni, è un
costante gioco crudele di sentimenti bistrattati, è la quintessenza peciosa e
densa dei rumori,
dove anche le parole perdono il senso e il calore della
comunicazione. Ecco che allora l'intervallo poetico permette alla coscienza
di rientrare in sé, di riconoscersi ancora depositaria di affettuose memorie.
Oserei dire che Coppola ha dato questa preziosa testimonianza più per
legittima difesa o gesto terapeutico che per inseguire un successo già
conosciuto in precedenti avventure letterarie.
Un
alfabeto di simboli, il suo, che trova facilità di corrispondenza col passato
del lettore, perché in ognuno di noi è latente il paesaggio di simboli e di
metafore, contornato da precisi confini emozionali. Questa è la vera radice del Coppola: la semplicità
intessuta di molteplici fili culturali da materializzare in fattori estetici. Presumibile tema del suo mondo poetico è l'identità
amalgamata di realtà e di sogno, è l'elogio della lotta quotidiana e il
ritorno a un passato sapientemente elaborato dalla fantasia.
Trave portante che regge con disinvoltura tutto l'arco
della poetica di Coppola è il dialogo serrato, avvincente, in un collage di
immagini sovrapposte a ritmo impressionante: un testo, qualunque testo,
pregno, corposo che man mano si fa lieve nel ritmo rilassante di musicalità
innata. Mai una forzatura, un bisogno «ad effetto», ma visioni amorevoli e insieme spietate del
destino umano. Lirismo spesso stemperato in proiezioni sentimentali, approdo
per l'etica del drammatico presente.
In una presentazione di elaborati poetici, è prassi
costante riportare versi significativi da estrapolare dal contesto dell'opera
in esame, ma preferisco che sia il lettore a scoprire come si possa voltare
l'angolo del giorno amaro per una sosta di lettura che ci scopre la richiesta
inappagata dell'anima: un po' di luce, un po' d'amore, un po' di rara
consapevolezza del dramma che stiamo vivendo, voltandoci k spalle a vicenda.
Il giudizio limitativo che la critica, cosiddetta
«qualificata», in generale dà di un poeta che ha all'attivo piccole
pubblicazioni senza osanna di redazioni prezzolate, dipende dal fatto che i
poeti sono classificati tali quando stampano e vendono tremila copie e hanno
case editrici di sicuro affidamento. Ma questo non significa che stampare
trecento copie con una piccola casa editrice, magari collaborando anche alle
spese di pubblicazione, non si possa avere poesia di grande levatura. Non
sempre un vero e grande artista è comprensibile e valutabile per il nome del
suo editore o per il numero delle copie vendute.
Io non sono un critico, ho soltanto la capacità disincantata a riconoscere il travaglio di una
composizione e la sua struggente bellezza da una prova intellettualistica o di
esasperata ricerca filologica di un testo sbandierato come il massimo
dell'espressione poetica. Non da oggi ho ammirato Antonio Coppola per la sua caparbietà
di perseverare in questo campo, così come qualche volta non ho esitato a
manifestargli la mia perplessità per l'abbondanza di un verso o per le
reminiscenze scolastiche...
«Questo dolce perdurare di favole | gioca lampi di
desideri... ».
Dedica a un ragazzo calabro che, a Roma, lancia ogni tanto
sassi di fionda al cuore di questo poeta senza editore altisonante...
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