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Saluto al libro
Il sacro e altro nella poesia di Andrea Zanzotto
curato da Mario Richter e Maria Luisa Daniele Toffanin

da Padre Abate Norberto Villa

Gentili Signore e Signori, illustri Relatori, cari Amici,

sono lieto di accogliervi con il saluto benedettino di pace e con l’augurio cordiale di un proficuo ascolto nello spazio di vita del Monastero per condividere l’evento straordinario del convegno dedicato ad Andrea Zanzotto nell’anniversario della dipartita.

Dovendo accennare alle diverse e concomitanti circostanze e motivazioni che hanno promosso l’odierno incontro, mi è utile accostare alcune citazioni del nostro Autore:

La poesia per me continua ad essere globale, totale e quindi si può dire metafisica, in quanto urta sempre contro il limite… la mia (poesia) non accentua il lato metafisico in sé; forse introduce, come spesso avviene, una nota metafisica nella fisicità, un sentimento di “sospensione interrogante”… la poesia segna lo spazio per un’alterità, un’alternativa, denuncia qualche cosa che si sottrae in continuazione, perpetuamente, alle predeterminazioni, alle determinazioni “storiche”, pur nascendo nel golfo più profondo, nei seni oscuri della storicità…

All’esperienza del Poeta provata dal limite, dalla sospensione interrogante e dal sottrarsi continuo, ben si accorda l’invito di San Benedetto:

In questa vita di luce affrettiamoci a compiere ora ciò che ci sarà utile per l’eternità.

La poesia è un atto di amore destinato a rimanere come traccia perenne nel limite dell’umana esperienza che si misura con il mistero inesauribile della natura, dell’altro, del tutt’altro.

Il monastero come officina dell’arte spirituale è l’ambito di vita e il contesto aperto dove avvengono e maturano il coinvolgimento del confronto e lo scambio del dialogo tra Dio e l’uomo.

La Parola di Dio si fa poesia di vita bussando al cuore dell’uomo per trasformarlo da macigno di pietra in cuore di carne, e la risposta dell’uomo è poesia di vita che si fa preghiera, liturgia, lode e supplica, nella spirale aperta dell’umana avventura, dilatandosi all’infinito nel limite dell’eternità.

Il Cenacolo di poesia “Insieme nell’umano e nel divino”, che ha trovato in Monastero la sua sede ideale, è nato proprio come spazio di ascolto e di dialogo per approfondire i temi dell’umana esperienza attraverso la parola unica e universale dei poeti. In occasione del XXIV incontro del Cenacolo tenutosi a Praglia: 10 novembre 2011, abbiamo condiviso il ricordo di Andrea Zanzotto accostando la sua opera poetica. È nato in questo modo un fascicolo interessante, particolarmente apprezzato dalla Signora Marisa Zanzotto, che ci ha permesso di prospettare l’ipotesi del Convegno.

L’idea ha trovato l’approvazione e la collaborazione immediata da parte di tutti, a cominciare dalla Signora Piera Levi-Montalcini, presidente della Associazione Levi-Montalcini, che ci partecipa il suo saluto con questa lettera:

Sono sinceramente dispiaciuta di non aver potuto tener fede alla promessa fatta di essere presente oggi al convegno, ma purtroppo un imprevisto mi ha obbligata a cambiare programma.

Lascio quindi alla nostra poetessa Maria Luisa Daniele Toffanin, del cui valido e insostituibile apporto si avvale il Centro di orientamento di Abano Terme, il compito di introdurre il convegno da lei stessa organizzato per rendere omaggio al Maestro Andrea Zanzotto il cui operato è così ben descritto dalle parole di Eugenio Montale:

A lui tutto serve: le parole rare e quelle dell’uso e del disuso; l’intarsio della citazione erudita e il perpetuo ribollimento del calderone delle streghe. Sullo sfondo, poi, può esserci tanto il fatto del giorno quanto il sottile richiamo psicologico… È un poeta percussivo ma non rumoroso: il suo metronomo è forse il batticuore.

Porgendovi l’augurio di un interessante e proficuo lavoro vi invio il saluto di tutti i Centri di orientamento dell’Associazione Levi-Montalcini e miei personali.

E anch’io concludo questo saluto iniziale invitandovi ad accogliere i palpiti segreti della poesia di Andrea Zanzotto, atto e testamento d’amore di un testimone del nostro tempo, che ha profeticamente letto e rivelato le angosce e le speranze del nostro cuore trasfigurandole nel tempio del paesaggio e nel perenne ritorno delle stagioni della vita.

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