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Note critiche brevi a
La parola e il silenzio.
Peste carestia ed eros nel romanzo manzoniano
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Redazionale
in: "Studi e Ricerche Francescane", nn. 1-4, 1989
Sono raccolti in questo volume
(in forma abbreviata) alcuni studi del grande studioso di temi manzoniani prof.
F. di Ciaccia, già pubblicati in riviste specializzate di tematiche francescane,
«Studi e ricerche francescane» e «L’Italia francescana».
Nei primi due capitoli tratta
della peste nei «promessi sposi» e nella «Colonna infame». Nel terzo capitolo
parla della carestia e nel quarto dell’eros nei «Promessi sposi».
Sono tali e tante le
suggestioni, le idee, le riflessioni, forse non da tutti condivise ma tutte e
sempre interessanti e intelligenti, che è davvero difficile riassumerle. Del
prof. F. di Ciaccia è stato detto che conosce il Manzoni come le sue tasche.
Allorché furono editi nelle
sopraindicate riviste, questi studi suscitarono molto scalpore e interesse non
soltanto in Italia, raccogliendo significativi consensi, riconoscimenti e premi.
A tutti questi consensi si
unisce la Direzione della presente rivista, augurando all’illustre professore di
continuare per lunghi anni ancora ad approfondire un romanzo e una figura come
quella del Manzoni che continua a «parlare» con il suo «silenzio» eterno.
Redazionale
in: "Turinscuola", suppl. a "Mondo turistico", n. 1, 1988
Si tratta dei volumi di F. Di
Ciaccia, La parola e il silenzio. Peste carestia ed eros nel romanzo
manzoniano, pp. 284 e Umiltà e francescanità nei «Promessi Sposi»,
pp. 226, ambedue di Giardini editori, Pisa 1987. Già recensiti sia in riviste
critiche che su quotidiani ed insigniti della medaglia d’oro del Premio Città di
Alanno, trattano delle figure positive e negative a proposito dei temi, di cui
nei titoli.
Sulla peste, indagata nei
Promessi Sposi e nella Colonna infame, l’autore compie un’analisi
serrata sul piano testuale ed inoltre aggiunge informazioni nuove per delineare
l’immagine degli inservienti al Lazzaretto. Particolarmente interessante appare
poi lo studio sull’eros: esso muove dalle composizioni giovanili del poeta
innamorato, per portarsi sul rapporto sentimentale tra Renzo e Lucia, che egli
vede focalizzato dal romanziere sull’aspetto «affettivo» dell’eros.
Il libro sulla
francescanità nei Promessi Sposi consta essere assolutamente originale:
mentre dimostra l’opposizione caratteriale tra Manzoni e l’Assisiate, scopre
consonanze d’'intuizione estetica tra i due. Ne discendono interpretazioni molto
differenti da quelle consuete, con spaziose ed avvincenti rivisitazioni di
diversi personaggi.
Redazionale
in: "Cammino nuovo", n. 8, 1987
Il volume tratta della peste nei Promessi Sposi e nella Storia della
Colonna Infame, della carestia e i Cappuccini, e dell’amore nelle poesie
giovanili del Manzoni e nel romanzo. Ribaltando parecchie idee comuni, l’autore
mostra la centralità della predica del padre Felice Casati al Lazzaretto e
quindi spiega in profondità, ricavandolo dal testo, il messaggio cristiano e le
caratteristiche francescane nel modo di porsi di fronte al dolore umano e alla
morte, sottolineando lo spirito di sacrificio, di umiltà, di pazienza e di umana
tenerezza dei Cappuccini.
Sempre con riferimento alla tradizione di pace
dell’Ordine e alla sua legislazione sulla povertà, in un altro capitolo l’autore
scava dentro il significato dell’“elemosina”, forse superamento, secondo la
mente del Manzoni, della logica economica del “dare per avere”: se per elemosina
si deve intendere, sostanzialmente, rinunciare a sé per amare gli altri: come
insegna padre Cristoforo. Infine, il capitolo sull’eros conduce alla convinzione
– radicata nel Manzoni fin da giovane – che l’amore è fondamentalmente
nell’animo; e svela come esso ce ne sia, nel romanzo, tanto quanto basta perché
venga ritenuto apprezzabile, senza che diventi provocante. Mediatore sacerdotale
è il padre Cristoforo, che ha capito amorosamente la vocazione dei promessi
sposi, come il cardinal Borromeo autorevolmente l’ha difesa.
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