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Note critiche brevi a
Disforia del nome
di Lucia Gaddo Zanovello

la Scheda del libro

Tito Cauchi
Premio Nazionale di Poesia Edita Leandro Polverini 2014
Disforia del nome, 7° posto assoluto (su 111 volumi)

Dentro la disforia del nome si cala la poetessa patavina: la sua poesia, facendosi veicolo sempre più consapevole e scientifico – o si potrebbe dire filologico – di conoscenza, guarda allo spazio del retroscena verbale che è poi sostanza come e più dell’evidenza.”

° ° °

Mara Barbara Marcantoni
dalla lettera dell’8 aprile 2014

Cara Lucia, […] Disforia del nome è un poema cavalleresco d’amore alle parole, ma ardimento ed ardire strenuo, instancabile, dolce e forte ed aspro nel suo dire delle parole-nomi, che chiamano, sempre e del nostro ascoltare che diviene un tragico prender parte quand’è superficiale e così lascia avanzare il nulla, quando non è sguardo che lascia librarsi le parole per essere, nella loro libertà, etere e divenire, così, anch’esso libero. Dire in purezza, delle parole e morire, d’amore, d’intenti.

Il tono, in alcuni componimenti, ha echi profetici ed un fuoco d’anima che accende questa difesa e proclamazione delle parole datrici di significato e colore e architetture spirituali e mondi e terribili fraintendimenti e misfatti, se non accolte con tenero amore e rispetto. Questo rispetto ha risvolti e direzioni di fraternità con le creature ed il creato intero ed in particolare con il contenuto dell’espressione “essere umani”. Forse più che in altri tuoi libri, qui ci sei senza riserve, pudori, paure, ci sei diritta e con voce stentorea e ci sei come la madre che stringe al petto il suo bambino.

Mi piace il timbro della tua voce poetica, anche quando è indignato: qui è doloroso, ed intensamente. Qui è il tuo tesoro, qui è, in poco, tanto per chi hai donato vita, lacrime e, credo, tanta felicità. L’effetto per tutto ciò e per la partitura dell’ordito, è stupefacente, sempre sovrastato da una forza morale quasi materna, quasi d’educatrice, dolcemente quando deve correggere e che crede nella vocazione all’amore d’ogni cosa e vuole e sa battersi perché questo, ogni giorno, possa costruirsi come realtà ed avvenire e dare avvenire […]

° ° °

Maria Perrone
(giurata del Premio Letterario Nazionale di Calabria e Basilicata 2014)
a Disforia del nome, tratto da una lettera all’autrice.
… Quello che mi affascina del libro è la purezza della parola riportata quasi all'origine, all'essenza. Una parola ricercata, non buttata lì per caso solo per fare assonanza.
I versi scorrono in una lettura piacevole con delicatezza nelle poche rime che sfiorano le frasi senza appesantirle, anzi danno loro quel giusto ritmo incalzante per una lettura gradevole e fresca.

° ° °

Maria Vittoria Scaramuzza

… Mi piace il tuo modo di fare poesia, una volta mettendoci alla prova, con parole di cui non sospettavamo l'esistenza e, subito dopo, offrendoci la limpidezza del conosciuto da tutti.  Costringe la mente ad una ginnastica dalla quale si esce con un bagaglio lessicale arricchito e con un senso di fratellanza data dal comune stupore per la bellezza e da un grammo di sottile infelicità esistenziale.

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