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Presentazione a
Porto Antico
Maurizio Conconi
Lievità ed eleganza di ordito, applicazione calibrata di
immagini classiche e preziose, non come mero supporto erudito, ma come profonda
adesione ed elezione ad un'aura eletta, fremiti di sognanti immersioni
panteistiche in una natura piú spesso amica (mai sfiorata dal dramma e pur
tuttavia intrisa di una dolente e struggente malinconia), un sottile fabulismo
coltivato dal di dentro come nelle ballate « medioevali », antiche ma ricche di
ammonimenti, su una restaurata « provenzalità », del moderno « trobador »
Branduardi, sono le caratteristiche piú salienti delle intense liriche di Lucia
Gaddo Zanovello. Testimonianza altresì dell'evasione di una giovane donna verso
un mondo di immagini spesso trasparenti come tersi cristalli, dipinte di rosa e
di azzurro, fra pioppi e conchiglie marine, fra pesci, farfalle e giunchiglia.
Pure nella tendenza all'elegia, all'idillio, intarsiato però da considerazioni
piú vaste sul destino dell'umanità, la Musa si rinforza nell'adesione ai drammi
moderni, magari ingentiliti da immagini che via via si distendono, con sapienti
modulazioni, come in una vasta composizione pittorica (che non richiama
necessariamente l'acquerello ... ): con scansioni, chiaroscuri, chiusure
repentine di suggello, squarci inventivi, eleganze, ritmi musicali ... Muschio,
ballate di sogno, ma anche favole tristi, la tragedia del povero lattoniere
steso sull'impietoso asfalto, lì
fra i tetti cadenti, con il sangue che arrossa le bianche carni. O, in una
contemplazione più cosmica, la luce smeralda dell'alba che nasce da pioggia
battente e dallo scatenarsi degli elementi, genio alfine benevolo che accende di
raggi mattutini, ma che già anticipa il dramma, pur fra guizzi di vitalità ...
E, forse ripiegando nelle quotidiane « nugae », con una delusione cocente che
l'animo magari esacerbato e pieno di rancore stempera, per traslato,
nell'immagine di fiore e di corolla. E l'approdo del lirico itinerario è verso
una serena consapevolezza, addolcita da tenere ma pensose immagini (come nella
registrazione di un mondo disperato di gente « sperduta, muta, sguarnita » senza
luce di dentro, forse senza speranza) che riflettono un animo delicato e
sognante, alla ricerca della bellezza, della pace di natura e di una perduta
armonia. Di sensi e di sentimenti ove la sua sottile ricercatezza traccia trame
sottili, come « fili di ragno », ritornando al porto antico, da dove il gabbiano
poetico spicca verso l'alto il lungo volo.
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