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Di cosa parla il libro?
Gioia dell'interpretare. Motivi, stile, simboli

Il fecondo incontro tra linguistica e critica, momento chiave, secondo Cesare Segre, di quella «storia del rinnovamento della critica, che costituisce uno dei fatti culturali più importanti del secolo passato», e che conosce un recente ritorno d’interesse in generazioni giovani, è l’alfa e l’omega del libro. L’ampio prologo di storia della cultura letteraria, ricco di notizie destinate soprattutto ai giovani, e l’omaggio finale a Spitzer grande europeo, riconducono entrambi ad una «ermeneutica argomentata linguisticamente». La «gioia dell’interpretare» promessa dal titolo s’irradia soprattutto dagli incontri con i testi amati, Tonalità e taglio interpretativo, con strumenti di volta in volta stilistici, tematici e simbolici spesso congiunti, variano a seconda della natura dei testi: Leopardi o Verga, Ungaretti o Gadda. Implicita ed esplicita, nel libro, la battaglia per quella critica comunicativa, attenta all’umano, aliena da astrazioni e ideologismi, che è nella speranza di molti.

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