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Premessa a
Diletta sposa
Veniero Scarselli
Questo poemetto si ispira al testo sacro buddista conosciuto come Libro
Tibetano dei Morti, il cui titolo originale può essere tradotto come Il libro
che conduce alla salvezza dell'Esistenza Intermedia solo che lo si ascolti,
poiché si fonda sulla concezione che dopo la cessazione delle funzioni vitali
restino vive ancora per vari giorni, in uno stato di pre-morte, le facoltà
percettive del defunto. Il testo sacro spiega ciò che ciascuna persona
incontrerà nelle varie fasi che si succedono alla morte fisica: immagini
divine e tumultuose apparizioni infernali, false luci del Vero ma che sembrano
verosimili, fioche luminosità accattivanti ma diabolicamente ingannevoli
perché rispecchiano soltanto il tenace attaccamento del defunto alle passioni
terrene. La liberazione dalle esperienze terribili cui è destinata la persona
inquinata da tale attaccamento, e quindi dal debito carmico e dai cicli di
reincarnazione che ne conseguono, dipendono dalla capacità e dalla volontà
individuale di riconoscere la luce giusta – che abbaglia terribilmente perché
Luce di Verità – e di abbandonarsi ad essa. Udendo recitare da un amico o da
un maestro le esortazioni dei sacri insegnamenti quando si trova in quello
stato di pre-morte, il defunto può essere guidato più facilmente verso
l'atteggiamento corretto e salvarsi senza più il timore d'essere accecato
dalla Vera Luce.
Il mondo occidentale ha avuto da sempre notizie dell'esistenza di uno
stato di pre-morte: tutti quelli che sono usciti da un coma profondo parlano
concordemente di apparizioni, luminosità, lunghi tunnel al cui termine
incontravano, avvolti dalla Luce, i propri cari da tempo defunti. Quanto
antiche siano tali conoscenze si può arguire ad esempio dalla celebre
rappresentazione quasi fotografica del "Tunnel" nel dipinto di Jeronimus Bosch
Ascesa all'Empireo.
La prima stesura di questo poemetto è stata pubblicata nel 2003 dal Premio
Cinque Terre in una edizione fuori commercio; una seconda stesura del 2004 è
stata inclusa dall'editore Bastogi nel volume "Il lazzaretto di Dio" che
raccoglie tutti i poemi di Veniero Scarselli; quella presente è una stesura
ulteriormente elaborata.
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