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Guida alla lettura del poema Genesis
Veniero Scarselli
La lettura di una recensione al mio
poema Genesis mi ha fatto venire il sospetto che non tutti abbiano capito il
libro, nonostante la chiarezza e semplicità della scrittura. In quella
recensione si affermava infatti che si tratta di un poema epico senza eroi.
Genesis invece narra proprio la storia
di un Eroe, un San Francesco dei nostri tempi sopravvissuto al Day After del
Pianeta Terra distrutto e spianato dalla ferocia e stupidità umana; egli
attraversa i deserti nella faticosa ricerca di un piccolo luogo fra le montagne
rimaste, dove poter ricreare l’Eden perduto. E’ il percorso di tutti gli
anacoreti della nostra e di altre religioni, da S. Benedetto a Buddha, da
S. Gerolamo a S. Francesco, che sono fuggiti dal mondo della corruzione e della
violenza per ritrovare il contatto con la Natura e col vero Dio, non quello
dipinto nelle chiese per la plebe e che la Chiesa crede di rappresentare.
Inoltre, la plebe senza nome e
conforto, di cui si parla in quella recensione, è la stessa che da sempre è
dedita al peccato e alla guerra, è il popolo dei nostri tempi corrotto dai
consumi e dai vizi, dall’abitudine al sangue e alla guerra, e che si sente vivo
solo quando spara, ruba, o ha la pancia piena. Anche il Dio distratto la cui
immagine di Pantocreatore finisce col somigliare al ritratto sbiadito di un
lontano parente non è altro che la raffigurazione tanto improbabile e
sbiadita, quanto comica, che ne ha fatto nei secoli la nostra stessa Chiesa.
Perché dunque Poema epico senza eroi? Non è forse Eroe colui che fugge
dal Male del mondo per ritrovare la realtà di se stesso, della Natura, e di Dio,
recando con sé il progetto sublime di ricreare l’Eden perduto? Il progetto alla
fine fallisce, perché il Peccato Originale è inscritto fatalmente nel DNA
dell’Uomo e lo spinge quasi senza accorgersene a ripercorrere la storia cruenta
dell’umanità; ma ciò non toglie nulla all’eroismo del nostro Protagonista
Anacoreta che per anni si ciba di bacche e di radici per essere fedele al
proprio grandioso progetto. Anche se alla fine sembra sconfitto, a causa del
Male che porta nelle sue carni, sarà la sua stessa Ragione a farlo rinsavire,
unita ad un Evento soprannaturale che lo salverà dando un nuovo significato alla
sua vita e facendolo tornare ad essere il vero Eroe del poema. E’ vero Eroe
infatti chi alla fine riconosce la propria piccolezza davanti alla Natura, alla
Morte, e al vero Dio, chi è felice di essere solo una fra le tante creature dei
boschi e sa di essere humus per tutte le nuove creature, mentre attende di
essere anche lui polvere trasportata dal vento.
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