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Prefazione a
Nei meandri del tempo a ritroso
Paolo Ruffilli
La ricomposizione delle forze incommensurabili, l'incontro
della linearità del tempo e della puntiformità del quotidiano,
contraddistinguono tutto il percorso della poesia di Francesca Simonetti. E la
difficoltà di raggiungere sottili e inquieti equlibri
sia, esistenzialmente, grazie al lavoro della scrittura, sia entro la
scrittura stessa nel suo farsi, tramano tutto il suo personalissimo e
inconfondibile discorso poetico, rendendolo come sospeso e incalzandolo nello
stesso tempo, E questo reticolo di ostacoli anche minimi, di raccordi o
deviazioni improvvise, di condensazioni e rarefazioni, entro uno spettro in
cui chiarezza e complessità fittamente si intrecciano, tende a comporsi in
una continuità profonda, tale anche da superare i singoli componimenti e le
singole raccolte, come appare esemplarmente da questa antologia complessiva,
nel costante richiamo alla presenza di un "libro" unico e coerente.
Il "libro" che la poesia di Francesca Simonetti disegna è
il percorso dal sensibile all'io meditante; in una chiave morale, o meglio
etica, che impegna costantemente l'essere, ma secondo una prospettiva e un
metodo, in questo rapporto dell'autrice con la realtà, che implicano
soprattutto l'uso della ragione. Dunque, su una linea di logos, meditato e
sofferto. capace, intanto, di non escludere affatto la voce interiore più
immediata. E non a caso Giorgio Bárberi Squarotti parla di un fervido discorso
ben firmato che "ha al centro una ricca meditatività sorretta da una profonda
sapienza del cuore". Un discorso che ha l'effetto poeticamente originale eli
coniugare investigazione e misticismo, logica e metafisica, attraverso una
sorta di orfismo fatto scivolare al grado di elegia civile.
La. valenza anche civile della poesia di Francesca
Simonetti è un dato portante che sottolinea la dimensione etica di cui si
diceva più sopra. Sul nastro a scorrere delle immagini di questo libro,
continuamente esercita interferenza l'occhio vigile di un testimone del
nostro tempo, attento a cogliere comunque e a registrare sulla cartina di
tornasole le vibrazioni della vicenda comune e generale. Così, sullo specchio
delle personali reazioni e inclinazioni, si disegna anche la radiografia
dell'altro da sé; al passo lirico di una matrice illuministica, della
letteratura come parola dell`uomo che non rinuncia mai al suo compito
appunto etico. Perché Francesca Simonetti è ben consapevole della particolare
condizione di chi vuoi farsi poeta, portatore di parole e di messaggi, pur
riconoscendo esauste le risorse comunicative dell'uomo contemporaneo.
"Esauste", appunto, maniente affatto esaurite tuttavia. La forza di questa poesia che scava
Nei meandri del tempo
a ritroso sta in quella pronuncia melodica in cui si traduce l'ansia morale;
in un dettato fermo, dentro il quale riescono a convivere partecipazione e
messa a fuoco. È una poesia commisurata a regole precise, ai canoni
addirittura classici. Limpida, trasparente, lucidissima, sul piano della
forma; ma densa e avviluppata in grossi nodi drammatici, quanto a sostanza.
In tal senso, la contrapposizione di situazioni divergenti e divaricate è una
costante di questa poesia esistenziale. La fuga del tempo, il defilarsi delle
occasioni e delle circostanze, il dissolversi graduale della vita, la
puntualizzano e la contraddistinguono in larga misura. È una poesia
drammaticamente consegnata alla consapevolezza dell'incontro paradossale tra
l'eterno e il tempo, tra l'infinito e il finito, sulla linea della morte. E
l'aspetto appunto originale è lo smottamento, dentro la cifra stilistica, tra
il senso dell'abisso e la compostezza delle superfici; in una composizione
delle forze che mira, tenendo comunque aperto l'orizzonte, al corso misterioso
ma progressivo della Storia. | |
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