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Firenze
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Massimo Mori e Liliana Ugolini |
Liliana Ugolini |
Molti anni sono passati da quando Franco Manescalchi, coinvolgendomi nella nascita di Pianeta Poesia, mi proponeva di dirigere il settore di poesia performativa. Si concludeva allora l’esperienza di OTTOVOLANTE, che con moltissimi altri creativi a livello nazionale ci aveva visti impegnati in mille manifestazioni poetiche; esperienza che ha lasciato molti segni e segnali che ho narrati e commentati in un volume sul Circuito della poesia e che sono ora anche raccolti, come materiale documentario, in un esauriente archivio alla Biblioteca Nazionale.
Se in quell’esperienza il ruolo organizzativo aveva prevalentemente caratterizzato la mia presenza, non da meno l’attività di poeta performativo aveva lasciato tracce personali; rammento tra l’altro che curai nel 1987, nell’ambito di OTTOVOLANTE , la pubblicazione di un quaderno su poesia & performance.
Era quindi con soddisfazione che verificavo come Manescalchi prevedesse in Pianeta Poesia un settore specifico per tale attività creativa e, per il primo anno, organizzai incontri esemplificativi e didattici sull’argomento.
Ma OTTOVOLANTE, per il ruolo dirigenziale che vi avevo svolto aveva esaurito la mia disponibilità ad attività organizzative di gruppo e desideravo invece dedicarmi principalmente alla personale produzione creativa, comprendendo in questa non solo l’attività performativa ma anche quella legata alla poesia visiva e sonora ed al lavoro sul corpo con la pratica del Tai Chi Chuan. Peraltro non smettevo di programmare eventi poiché, dopo la prematura scomparsa del poeta Giancarlo Viviani, gli succedevo nel dirigere gli Incontri Letterari allo storico caffè-letterario Giubbe Rosse, dove in seguito con la disponibilità del titolare Fiorenzo Smalzi si decideva di ospitare gran parte delle iniziative degli appuntamenti di Pianeta poesia.
Quando lasciai il settore di Poesia Performativa per Pianeta Poesia proposi a ragion veduta a Liliana Ugolini di dirigere l’attività. Questo quaderno dimostra con quanta dedizione e professionalità ella abbia portato avanti l’impegno; impegno che ha anche messo in risalto la qualità della sua produzione nell’ambito del teatro di poesia.
Il quaderno a mio avviso non è e non vuol essere una validazione critica della attività performativa o intermediale degli autori compendiati, diversi per direzione e spessore di pratica; questo compito è lasciato ad importanti ricerche critiche come i recenti e ponderosi volumi recentemente pubblicati da Giovanni Fontana ( “La voce e il gesto” e “Poesia della voce e del gesto”) o il numero monografico della rivista ‘il verri’.
Questo quaderno testimonia l’importanza e l’estensione che l’attività performativa, oggi si direbbe di poesia in azione, ha raggiunto; indicativo che il premio Nobel sia stato attribuito a quel sommo poeta performativo che è Dario Fo piuttosto che ad altri grandi poeti che procrastinano moduli consueti e spesso consunti.
Grazie a Pianeta Poesia, e per l’encomiabile lavoro svolto da Liliana Ugolini, possiamo oggi avere un campionario della poesia in azione, esattamente a vent’anni di distanza da quando Manescalchi ed io pubblicammo un campionario di riviste di poesia che aprì in quest’ambito differenti attenzioni alla sociosemiotica della pratica poetica diffusa.
Ancora una volta oltre le logiche del successo, dei premi letterari e delle velleità personali, anche questo quaderno mostra il valore di coloro che con impegno tessono l’ordito e la trama della tela su cui, performando l’esistere, si proietta l’ombra consistente e mutante della creatività.
Quando nel 1991 decidemmo di dare vita al centro di incontri culturali Novecento – Libera cattedra di poesia con la partecipazione di una vasta area di operatori letterari con lo scopo di attivare un laboratorio permanente di scrittura non pensavamo certo di continuare l’operazione fino ad oggi.
È pur vero che nel terzo Millennio la “cattedra” , con i suoi corsi tematici, ha lasciato spazio a un corollario di incontri, denominati Pianeta poesia, ma questo progetto persegue il medesimo scopo attraverso la proposta mirata e coordinata di autori scelti anche fuori dal contesto fiorentino e toscano e che rappresentino quanto emerge o si fa notare nel panorama dell’attuale.
Il corso sulla poesia multimediale, originariamente diretto da Massimo Mori e poi da Liliana Ugolini è l’unico ad aver conservato le connotazioni iniziali in quanto esprime gli aspetti della performance ed insieme della proposizione metodologica peraltro articolata da un autore all’altro e dunque esemplificativa di un vasto universo linguistico.
È chiaro che non si può pensare alla poesia senza riferirsi ai linguaggio e al più complesso evolversi della lingua come evento storico.
Ciò comporta, senza ombra di dubbio, l’apertura del nostro interesse ad un ventaglio di elaborazioni che tendono ad estrinsecare il quantum semantico in nuove concrezioni espressive.
In breve, sarebbe riduttivo delimitare nel contemporaneo la poesia a due sole dimensioni, la pagina e la voce (e forse, a ben pensarci, questo non è mai stato), in quanto molti sono i sensi ed i segni che devono essere attivati per rispondere creativamente ed in modo coscienziale alla polimorfìa anestetizzante della comunicazione di massa che intende sostituirsi al farsi del reale e al suo linguaggio epifanico e cosmogonico.
Forse anche per questo il corso di scrittura multimediale e performativa è stato l’unico a traversare per intero tutto l’arco del nostro operare e giustamente Massimo Mori ha voluto dedicare in questo anno la giornata Mondiale della poesia che si tiene in marzo alle Giubbe Rosse sotto l’egida dell’Unesco a questo nostro/suo laboratorio.
Quattordici anni di continuità sono tanti. La voglia di fare c’è ancora perché la visibilità della poesia coincida con una città degna di essere vissuta nelle sue necessarie inquietudini progettuali, nel suo dirsi più vivo e vero.
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Massimo Mori e Liliana Ugolini |
Massimo Mori ha voluto questo convegno sul laboratorio della poesia in azione e multimediale nell’ambito di Pianeta Poesia diretto da Franco Manescalchi. Questo lavoro, iniziato da Massimo Mori stesso (che ha continuato a partecipare) è stato curato da me fino ad oggi.
Si tratta di un laboratorio “ raro” nel suo genere fatto di segni, di oggetti, di colori e suoni che ha mostrato suggestivi significati “altri”. Con questo convegno si farà un punto sulla situazione attuale parlando delle esperienze. Mentre le persone invitate sono ovviamente un numero più limitato, quelli che hanno dato il loro contributo in questi anni sono rintracciabili in questo fascicolo che accompagna il Convegno con autopresentazioni. Sono state sperimentate la poesia sonora e visiva, la poetronica, l’inismo, il lettrismo, la mise en espace, la danza, la coreografia, la regia, la pittura, la musica, la voce, il cinema e il video, la poesia in-azione, il teatro, la scultura ecc. e credo che la dimensione poetica abbia allargato con questi segni i propri confini. Colgo l’occasione per ringraziare del loro prezioso contributo tutti gli artisti che hanno partecipato, Massimo Mori per il convegno e la disponibilità, Franco Manescalchi che ha trovato e voluto lo spazio relativo alla multimedialità della parola. Non da ultimo un particolare ringraziamento al Caffè storico letterario Giubbe Rosse ed a Fiorenzo Smalzi per aver ospitato, continuando una prestigiosa tradizione, molte nostre iniziative di poesia. E’ stata una scommessa condivisa che ha dato buoni frutti di conoscenza e che in me è si è fatta strada dal teatro nato sui miei testi in un laboratorio più che congeniale.
a cura del Comune
di Firenze
Assessorato alla
Cultura - Servizio Attività
Culturali
con le
autopresentazioni
degli
artisti che hanno dato il loro contributo
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autore |
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