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Nicola Andreace
mostra personale antologica
I mestieri / Dalla poetica alla denuncia
Ricerca / Documenti socio-antropologici
a cura di Angelo Lippo
L’arte non segue il tempo ma lo insegue
Quanto
l’arte
contemporanea ami viaggiare sui binari
del
sensazionalismo,
dell’opera fine
a se stessa,
cioè
inutile
e
masochistica, ormai non stupisce
piu
nessuno, nemmeno i sodali
piu
accaniti, i quali sanno benissimo
che
non vivranno a lungo. Essi
sono convinti
che
non si possa fare a meno di
offrire opere
“site specific”, di “video
–
installazioni-performativi”,
e
cento altre diavolerie, progenie di un “manierismo” tutto industriale
–
tecnologico, pur di
risultare a
la
page,
rifiutando cos!
le proprie
individualità
e specificità.
Ed allora, in un simile
contesto, una mostra indirizzata al riconoscimento di una cultura
e
di una
civiltà, che
ci è appartenuta
e
ci appartiene ancora,
e
comunque, essa assume una
fisionomia
davvero controcorrente
e
rivoluzionaria nei suoi
aspetti
piu
probatori. Non
v’è
dubbio
che
di fronte a tutta
una serie di
“studi” –
nella scia della
lezione
rinascimentale
–
che
danno in seguito vita
e
linfa all’opera
strutturalmente
ria,
c’è
da togliersi
il cappello e
convenire
che l’arte
seria
non segue il tempo, ma lo insegue.
Queste ricerche pittoriche di Andreace (già
oggetto di
un documentato servizio su RAI3 a cura di Raffaele Nigro in
occasione del
1°
appuntamento
svoltosi a Villa Castelli (Brindisi) promosso dalla locale Amministrazione col
patrocinio
della
Regione Puglia
e della
Provincia
di Taranto nella Galleria Civica
d’Arte
Contemporanea dal
16 Dicembre 2006
al 7
Gennaio 2007) s’innervano si nella documentaristica
antropologica piu fervida, catturando momenti di una quotidianità
irrinunciabile, come è la stessa vita di
ognuno di noi, ma si
sposano
altresi
nella loro vocazione
piu
tipica. I
“mestieri”, cos!
comunemente nominati, altro
non sono
che l’espressione piu
altera
e
nobile
dell’homo
faber,
dell’individuo che
attraverso
il
proprio sapere manuale ed intellettuale,
da sempre è stato catalizzatore del processo evolutivo
della
specie
e della società
intera. Dunque, non una
capacità
minimalistica, semmai
il
segnale di un cammino
che l’uomo
si è profondamente tracciato, al di
là
delle
classificazioni
di comodo. Ed è, soprattutto,
una
lezione
di sapere intellettuale
ed artistico in perfetta simbiosi.
Angelo Lippo
/ Direttore rivista
“Portofranco”
...I
risultati delle opere di Andreace mi paiono superiori al prevedibile e, di
certo, non sul filo di una norma convenzionale...Umbro Apollonio,
Archivio
Storico
d’Arte Contemp. Biennale di Venezia, 23 aprile 1969... La cultura espressiva di
Andreace, fatta d’incontri, di rapporti, di attenzioni alle avanguardie, non è
mai dimentica della cultura della storia e della cultura della propria terra...
Arturo
Carlo
Quintavalle /
Presentazione catalogo “Andreace, Linguaggio Grafico e Comunicaz. Visiva”
Universit8 Basilicata,
Potenza‘90.
...l’arte di
Andreace è ricca di idee e sentimenti, porta nel modo piu diretto e comunicativo
le radici di una cultura arcaica e contadina con i processi antropologici della
sua terra. I suoi lavori si presentano come un articolato modello culturale che
permette di guardare alla storia e alla cultura di una comunità
attraverso un discorso – visione della conoscenza, della tutela e della valorizzazione...
guardando le sue opere che dialogano e interagiscono con gli strumenti della
civiltà contadina ci si accorge che la tradizione permane e fruttifera dentro di
noi e la nostrra coscienza è la consapevolezza di un processo culturale etico ed
esistenziale in un
quadro di valori la cui eredità è nel rispetto delle appartenenze...
Marcello Venturoli
/
Presentazione
Mostra antologica di Nicola Andreace, Biblioteca Comunale, Massafra 1996.
...dal lavoro di Andreace, emerge soprattutto uno stile, il suo stile,
riconoscibile a prima vista , che condensa, tra l’altro, i punti salienti
del suo itinerario
artistico, poetico. In piu,
– e oltremodo –
dalle sue opere emerge il colore: un rosso acceso, che è rosso
del
fuoco, volendo condensare la giovinezza
del
passato nell’esperienza
del
presente in un rapporto sempre piu stretto tra l’Io e il mondo tra l’uomo e il
suo tempo...
Michele Perfetti /
Ferrara
3 gennaio
2001.
...Ancora una
volta dalla “periferia” arriva un messaggio nuovo e antico, carico di emozioni, ma filtrato da un
rigore tecnico invidiabile, obiettivato.
Nei lavori di Andreace, pittore-antropologo-etnologo c’è
l’anima dell’artista che anela a ricostruire in termini poetici anche le perdite
e le sconfitte, c’è
la dovizia del sole, l’odore del mare, la follia della luce, il sussurrare delle
farfalle,
il valore delle lucciole, il sospirare dell’erba. E cio
perché in lui c’è
una fede profonda nell’essere umano e nella natura fuori dagli scempi. lontano
dalle perversioni che pure guastano, inquinano, rendono l’aspetto d’ogni cosa un
residuo, una mutilazione. Le sue immagini parlano un linguaggio che ha il sapore
della terra, dell’olio di frantoio, del pane fatto
in casa... Il suo è un espressionismo che oltre ad essere popolare, è
magnogreco...
Dante
Maffia
/ Presentazione
di N. Andreace/Tracce speculari/1995-2001;
...dal lavoro di
Andreace, emerge soprattutto uno stile, il suo stile, riconoscibile a prima
vista, che condensa, tra l’altro, i punti salienti del suo itinerario artistico,
poetico. In piu, – e oltremodo –
dalle sue opere emerge il colore: un rosso acceso, che è rosso
del
fuoco della vita, volendo condensare la giovinezza del passato nell’esperienza
del
presente in un rapporto sempre piu stretto tra l’io e il mondo, tra l’uomo e il
suo
tempo...Michele
Perfetti Ferrara, 3 gennaio 2001;... l’operazione pittorica di Andreace diventa
reinvenzione
del
quotidiano, fonte inesauribile di suggerimenti per una piu libera fantasia
compositiva...
Di
Grazia
/
Monografia
di Nicola Andreace
“Tracce speculari” Percorsi antologici d’Arte (1995-2002).
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Nicola Andreace
nasce a
Taranto nel Novembre del 1934, ma, dopo i primi anni di vita, si trasferisce a
Massafra, dove vive ed opera. Segue gli studi artistici che completa presso
l’Accademia di Belle Arti. Già
Ordinario
di Disegno e Storia dell’Arte nei Licei Scientifici di Stato, dove ha esperienza
di
Presidenza,
svolge per la sua materia la funzione di Commissario e
Presidente nei Corsi e Concorsi Ministeriali. Dal 1960 al
1972, collabora attivamente
all’organizzazione della “Rassegna
d’Arte Contemporanea Città di Massafra” con la funzione, in molte
Edizioni, di Segretario. Dal 2004, un’esposizione permanente nel Centro
di Studio e Ricerche “Segmenti d’Arte” di Massafra testimonia l’intero
percorso creativo di Nicola Andreace, che
esordisce nel 1957, partecipando ad una
collettiva di Pittura presso la
Pinacoteca Provinciale di Bari.
Dopo essersi presentato come “disegnatore vigoroso e colorista acceso”,
come scrive Pietro Marino, affronta le tematiche concettuali
del
tempo, con accenti popolareschi ricchi di espressionismo neorealista.
Sensibile, infatti, a tutto cib che si muove attorno all’Uomo, attento
osservatore della realtà territoriale dei problemi
socio ambientali,
dopo i primi inizi di studio sull’Arte
materica
e
segnica,
prosegue con
indagini socioantropologiche.
Sollecitato dai fenomeni
dell’industrializzazione, violentemente inseritisi in una realtà
contadina,
prosegue con studi e ricerche che ripercorrono le tappe del passaggio dalla
civiltà contadina alla società tecnologica
(1957-1967). Mec-Art,
pittura
“oltre”, con significazione metalinguistica, antropologia e
tecnicismo reportages ed impegno civile
(1968-1981) sono le tappe successive
del suo percorso. Analizza cos! la societh
convulsa e frettolosa sottolineando impietosamente il dramma dell’uomo moderno.
Andreace, che nella sua città
ha la possibilità di collaborare con la critica culturale nazionale emergente
dell’epoca, da Pietro
Marino
a Franco Sossi,
da Achille
Bonito Oliva a Michele
Perfetti,
da Edoardo
Sanguineti a Eugenio
Miccini, a Maurizio Calvesi, da Silvio Ceccato a Vittorino
Andreoli, ecc., distingue gli equivoci e i passaggi dell’Arte Pop, fra
ghestaltismo e nuova figurazione, fra astrattismo ed Arte concettuale. La crisi
dei valori dell’uomo, il recupero della memoria storica, gli ideogrammi, i
messaggi visivi di fine-inizio millenni, l’euromediterraneità sono le fasi
successive delle sue indagini che si concretizzano nell’Umanesimo
Tecnologico
(dal 1982 al 2005) con tutte le tensioni, le lacerazioni e le
contraddizioni della nostra società.
Dal
2006 con il
Post Human dà vita ad un
racconto intrecciato fra “design” e pittura colta, assemblando stralci di
suoi manifesti (realizzati per eventi
culturali organizzati da Universith, Ministeri, Associazioni, Enti Istituzionali
e Sindacati) con simboli, allegorie immagini
della tradizione storica e mitologica. Dalla fine degli anni cinquanta
realizza opere di
scultura
e di
strutture architettoniche
in cemento armato, acciaio, ferro, legno e
terracotta. Dal 1965 svolge interventi operativi e sperimenta nuove
tecniche espressive nel campo della grafica, e
cimentandosi con la
cultura optical, la psicologia della forma,
l’astrazione, l’Arte minimal,
realizza manifesti d’Arte,
pubblicazioni, annulli e messaggi filatelici speciali per manifestazioni
culturali celebrative. La maschera
“Lu Pagghiuse”
da lui progettata dopo sue analitiche ricerche e studi socio-antropologici,
diventa una delle due maschere ufficiali
del Carnevale di
Massafra, “magia dello Jonio”.
La sua presenza
documentaria è registrata in Archivio Storico delle Arti Contemporanee della
Biennale di Venezia; Archivio Storico
Esposizione Nazionale Quadriennale d’Arte di Roma; Biblioteca dell’Accademia
di Brera, Milano; Biblioteca della Collezione Peggy Guggenheim di
Venezia...
Numerose sono le
sue monografie: Andreace è stato anche oggetto di studio e di ricerca per
tesi di storia dell’Arte discusse presso l’Università di Lecce, relatori i
professori Lucio Galante, Letizia Gaeta e Massimo
Guastella. Rai-3/Telenorba/Studio 100/
Telesud hanno diffuso con servizi notizie sulla sua attività e sulla sua
presenza operativa.
Andreace
partecipa alla vita artistica nazionale ed
estera con Mostre Personali e
Collettive.
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