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Incontro con Roberto Mosi
sul recente romanzo “Esercizi di volo”
Alessandro Franci
Uniforme-Mente
22 settembre 2017
Ho
chiesto a Roberto Mosi
che ci parlasse del suo romanzo “Esercizi di volo”, Europa
Edizioni, Roma 2016.
Si
tratta di una storia tra realtà e fantasia ricca di molti
ingredienti, nella quale s’intrecciano le vicende personali
dell’io narrante (un alter ego si direbbe) con il racconto che
il protagonista sta scrivendo (un libro nel libro) per fini
terapeutici secondo l’incoraggiamento dell’analista. La storia
può ricordare quella di Zeno Cosini, il protagonista del libro
di Italo Svevo “La coscienza di Zeno”, che scrive per curarsi,
su invito dello psicanalista, il diario della sua vita.
Di cosa soffre il protagonista del romanzo “Esercizi di volo”?
E’
un paziente in cura perché è perseguitato dall’ossessione di
volare, di gettarsi nel vuoto e tentare di prendere il volo. E’
poi afflitto da uno strano tic, fa un saltello ogni trentun
passi, è dedito a molteplici passatempi: il gioco, la
fotografia, la frequentazione dei social network. Queste
passioni, vissute in modo maniacale, sembrano attenuarsi nel
momento in cui si accosta, su invito dell’analista, alla
scrittura che, grazie al suo potere terapeutico, lo arricchisce
e lo distrae dall’ossessione più pericolosa di tutte: il
desiderio, come si è detto, di volare. Nelle pagine dedicate a
questi passaggi, prevale, a volte il tono dell’ironia, come nel
caso della stessa attività letteraria, un tempo riservata a
pochi e poi degenerata in mero business (si veda il proliferare
di scuole e corsi di scrittura) o del dilagare del lavoro degli
psicologi, simboleggiato nel romanzo dalla figura della
terapeuta incompetente e vulnerabile, che s’innamora del
paziente.
A quali argomenti si rivolge l’attenzione del protagonista nelle
pagine che scrive?
Al
tema (direi, naturalmente) della follia, e più precisamente su
come celebrare la “Festa della Follia”. I personaggi che
prendono vita in queste pagine, in una fascinosa ambientazione
sulle sponde dell’Adige, ce la mettono tutta per organizzare una
manifestazione all’altezza della fama delle feste che a
Ferragosto si tengono fra il Castello e la Stazione di Salorno.
I personaggi sono un po’ insoliti, alcuni hanno le sembianze di
personaggi famosi, altri sono soggetti del mondo animato e
inanimato, vicini nella nostra vita quotidiana, che riescono a
comunicare fra loro e con il mondo degli uomini, almeno con
quelli più semplici e con una vena di pazzia. Il forte desiderio
di emergere nella realizzazione della “Festa della Follia”,
suscita invidie, gelosie, spinge addirittura ad azioni criminali
– un terribile delitto – e deve intervenire da Bolzano il
commissario Renon, tanto vanaglorioso quanto inetto.
Il tema della follia è un tratto significativo fra gli scrittori
classici della letteratura …
Certamente,
credo che sia fra gli aspetti più affascinanti. Nel romanzo lo
spettacolo della follia va comunque in scena, nonostante le
difficoltà da affrontare, con effetti mirabolanti, ispirato da
autori di fama come Erasmo da Rotterdam, Ludovico Ariosto,
François Rabelais, Miguel Cervantes Saavedra. Nella
realizzazione finale della Festa, fra il Castello e le montagne
che circondano la valle – davanti a una folla immensa giunta
dall’autostrada e dalle valli vicine - si ricorre con il
contributo di personaggi geniali, al concorso di macchine che si
avvalgono delle ultime scoperte della tecnologia, di quella
digitale, in particolare. La ricerca però di effetti forti, il
voler dare un’immagine troppo ravvicinata, quasi irridente,
della follia, porta a una conclusione finale sorprendente, a un
vero e proprio disastro. Un passaggio questo, del libro, che
sembra voler affermare che chi si avvicina troppo alla follia,
ne resta bruciato …
È di indubbio interesse considerare sia l’idea di confine tra
ciò che è “normale” e ciò che diventa folle sia di come la
follia si sia evoluta nel tempo, nella vita reale e nella
letteratura.
Il
tema della follia è complesso e nel romanzo lo affronto da più
versanti. Mi soffermo sull’aspetto della follia creativa
seguendo i passi di alcuni scrittori classici, a iniziare da
Erasmo da Rotterdam. Mi avvicino ai loro personaggi con grande
confidenza, li faccio rivivere nelle vicende del racconto, credo
con leggerezza e ironia. La stessa ironia che anima l’accenno
alla folle voracità del mondo della pubblicità, che si serve
delle gesta di questi personaggi per lanciare prodotti
commerciali sul mercato, come si accenna nelle varie scene
finali della “Festa della Follia”. Mi soffermo in più pagine,
d’altra parte, sulle storie di liberazione dei cosiddetti folli,
nelle società moderne, da prigionia e vessazioni, sottolineando
il valore dei processi sociali innestati dall’opera di
specialisti come Franco Basaglia. Alla “Festa della Follia”
queste persone partecipano in prima fila, con totale adesione e
gioia, allo spettacolo finale, che va in scena, come si è detto,
il giorno di Ferragosto fra il Castello e le montagne di Salorno.
Vi è, infine, nel libro il richiamo sia alla follia del
protagonista, incerto, dilacerato da varie ossessioni sia alla
professionalità “incerta” della terapeuta. Sono emblemi della
società di oggi, piena di ansie e paure che lasciano il segno
nella vita di ognuno di noi e testimoniano dell’affannosa
ricerca di sicurezze e tranquillità ricorrendo in maniera
massiccia - a volte devastante – alle varie terapie psichiche e
ai farmaci; non a caso, si parla dei nostri tempi come
dell’epoca del Prozac.
Dunque, per concludere questo nostro incontro …
Vorrei
dire che nel romanzo “Esercizi di volo”, la storia di uno Zeno
di oggi, si moltiplicano i piani del racconto, quasi in un gioco
di specchi in cui – almeno lo spero – per il lettore è facile e
piacevole smarrirsi, lasciandosi condurre nel labirinto della
fantasia, forse l’unico che può portare a risposte veritiere. Mi
piace concludere ricordando che sul libro è stato scritto che
“in questo breve ma graffiante romanzo”, “la scrittura è
magmatica, discorsiva, a tratti poetica, un collage di pensieri
e di emozioni, in un fluire continuo. Scrittura come prova
d’autore, quindi, e come ricerca di pagliuzze d’oro nelle sabbie
variegate del fiume” (G. Baldassarre, Blog “Associazione Pianeta
Poesia”).
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