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Di grande attualità, La rivincita di Tommy di Monica Florio (La Medusa Editrice) esplora un fenomeno molto diffuso in ambito scolastico quale il bullismo omofobico che colpisce gli adolescenti e sfugge spesso all’attenzione del mondo adulto. Ne parliamo con l’autrice, la giornalista Monica Florio.
Nelle mie storie sono sempre protagoniste le realtà che sono oggetto di emarginazione come l’handicap, l’omosessualità, il disadattamento. Nel “Canto stonato della Sirena” ho raccontato la condizione di chi, non più giovane, si scopre omosessuale e il timore dei giudizi altrui. Nel romanzo illustrato “La rivincita di Tommy” è in primo piano, invece, l’atteggiamento omofobo della gente.
L’omosessualità è solo un modo di essere, mentre il rifiuto di un orientamento sessuale alternativo denota il disagio di chi è represso.
Tommy è un tredicenne timido e dall’aspetto asessuato, un adolescente i cui problemi relazionali scaturiscono non tanto dal suo carattere quanto dall’ostilità dell’ambiente, scolastico e familiare, che lo circonda.
Credo che ognuno di noi abbia delle difficoltà ad accogliere quella parte di sé che può essere fonte di problemi. Per Tommy è la femminilità che si manifesta attraverso la sua dolcezza e femminilità.
Il fatto che si parli di omosessualità più spesso che in passato non può essere che positivo benché esista nei confronti dei gay un fastidio che si cela dietro il politicamente corretto. L’omosessualità viene tollerata se non è esibita dal soggetto ma, quando i gay escono allo scoperto, scatta l’omofobia.
Non sono
contraria alle adozioni da parte di coppie omosessuali.
A differenza di molti intellettuali e scrittori, non sono ostile al Gay Pride, né mi irrita il pensiero di qualche manifestante truccato in modo vistoso. È un momento in cui i gay scendono in piazza e ognuno lo fa a modo suo, eccessivo o misurato che sia. Come sempre si dà molta importanza alle apparenze, dimenticando che le manifestazioni non sono proprio una serata di gala, tutti tirati a lucido e con l’abito migliore. Forse le critiche al Gay Pride, a cui peraltro partecipano oggi tanti eterosessuali, sono un voler prendere ulteriormente le distanze da chi, nel bene e nel male, ha il coraggio di esprimere il proprio modo di essere in barba alle convenzioni. |
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