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Beltrame Menini
Lucia (Verona 1941), poetessa e scrittrice, vive a Verona.
La sua produzione poetica si
esprime nel dialetto
della sua terra e in lingua italiana. Ha pubblicato: Via
Larga, 14 (1996, in dialetto), Come neve de piope
(1999, in dialetto), Per mari mai visti
(2003, in lingua, prefazione di M. Klein); nel campo della saggistica ha pubblicato due
opere documentaristiche sulla scrittura popolare nella prima guerra
mondiale: Ta-pum. Lettere dal fronte (2001,
prefazione di M. Rigoni Stern), "Adorata Luigia,
Mio diletto Antonio". Storia d'amore e di guerra, 1910-1919
(2001, prefazione di G. Lenci), Don
Luigi Mozzambani. Un mite nel cuore della gente (2003, prefazione di
mons. F.R. Carraro, vescovo di Verona), La me tera. La
me gente. Robe de la Bassa e foravia (2005, prefazione di M.
Cortellazzo, ricerca di storia locale in dialetto veronese),
Della vita un canto. Immagini e testimonianze per
Giorgio Menini (2008), La guerra... e la via pulsava. Voci morobiane nella seconda guerra mondiale (2009),
Carissimi di famiglia. Lettere del soldato Rebonato Primo, 1943-1944
(2010), Negli occhi il cielo. Don
Stefano Piacentini a dieci anni dalla morte (2010),
A piè descalzi. Nostalgia di ricordi e voci nel
dialetto della Bassa Veronese (2011), Giro-girotondo... dall'alba al tramonto (2013),
Giro-girotondo dall'alba al tramonto (2013),
Venne tra noi Pellegrina (2015),
Don Angelo Siviero. A cent'anni dalla nascita: 28 maggio 2916-28 maggio 2016
(2016), Quando el sole va in catinora...
(2017), Canto d'anima
a ricordo di Giorgio Menini vent'anni dopo 1998-2018
(2018), Fòle da sognare
(2018), Al levar de la luna
(2018), El principe Butin
(2019), El me Nadale
(2019), Magna Biblioteca Capitolare di Verona
(2020), I giorni del fiore, parole evocative per un
incontro interiore con tempi e luoghi (2021),
Córe. Cuore tradoto nel dialeto de la Bassa
Veronese (2021).
Ha in preparazione un'altra opera sempre sulla
scrittura popolare, attraverso lettere scritte durante la seconda guerra
mondiale. Dal 1998 ha cominciato a partecipare a concorsi letterari
conseguendo i seguenti primi premi: 1998, "San Valentino", Bussolengo; "Le voci dell'anima", Cartura; 1999, "Minerva",
Minerbe; "Pianiga-San Martino); 2000, "Giardini, emozioni e ricordi", Villafranca
Veronese; 2001, "Vigonza"; "Atheste" Este; "Cosmo
d'Oro" Canaro; 2002, “Acque slosse” Bassano, finalista; “Voce Nuova”
Firenze; “Ulgibos” Cavarzere; 2004, “Maggio Pontelongano” Pontelongo; “Giulietta
e Romeo” Padova; “Quinta Stagione” Lama Polesine; 2006,
"Murazzo" Pellestrina.
Sulla sua produzione letteraria così hanno scritto: Giuria
del premio Atheste, Este 2001 «Nel panorama
purtroppo angosciante della nostra attualità politico-economico-sociale, in cui
la guerra, la violenza, la distruzione sono di dimensioni epocali, l'umanità è
nel terrore e nella paura. L'a., con paziente, a volte faticoso, lungo lavoro di
ricerca ha voluto far conoscere centinaia di lettere dal fronte [Ta-pum]
di nostri soldati veneti... Ne emerge una realtà umana impreziosita dall'attesa
della morte, nobilitata dai sentimenti profondi, senza fanatismo, di tanti
giovani attaccati alla vita, alla famiglia, alla patria, sinonimo di identità,
di libertà etica e sociale idealmente pregnante.» -
I. Benedetti (2000) «In questa raccolta B.
sa trasformare il dolore del distacco dal suo Giorgio in uno slancio poetico
senza limiti, affidando al ricordo, al rimpianto e alla dura realtà del distacco
un canto ora malinconico, ora consolato dalla certezza di un incontro futuro nel
luogo della Luce.» - M. Bonacina (2004) «Dal
passato felice al presente, privato dell’altro, ma ricco di ricordi. Il viaggio
dell’esistenza si polarizza nel suono e nell’immagine colorata. Si avverte la
sintesi di un’esperienza eccezionale, cadenzata dal colore.»
M.P. Codato [Il Gazzettino di Padova,
2001] «…Vuole onorare la memoria di uomini-soldato che hanno combattuto per la
Patria fino al sacrificio, rendendosi affettuosamente partecipe di un dramma
vissuto su due fronti: il campo di battaglia e il focolare domestico…» -
D. Coltro (1996) «…E cos’è la poesia se non
un dono? Un dono che si riceve da una segreta ispirazione (gli antichi parlano
di ispirazione divina); un dono che si dà. Come l’amicizia, l’amore: sentimenti
che danno il senso più profondo del vivere: Così, in questo Via Larga, 14,
sente la poesia Lucia… La sua ispirazione attinge da una memoria familiare
figure e parole con l’incanto di una fanciullezza felice… Scopriamo, attraverso
queste figure e queste parole, il suo mondo interiore, fatto di semplicità e di
un candore rimasto inalterato nel tempo.» - M.E.
Comparini [il Nuovo Giornale, 2002] «…Noi siamo come
Neve de piope, semi di pioppo: il vento della vita ci sbatte di qua e di là,
negli angoli più bui, dove si formano sconvolgenti mulinelli, oppure verso
l’azzurro del cielo. La poesia è per l’autrice un’emozione che traduce col
vocabolario della vita…» - N. Corsalini
[Punto di Vista, 2004] «Il suo è un viaggio alla ricerca… L’anima, dopo
aver attraversato mari mai visti, anela a librarsi in alto verso una stagione di
festa, dove non c’è più posto per la solitudine… La consapevolezza di avere
amato e di essere stati amati, dopo il viola del lutto, rende tollerabile
l’attesa di ritornare a volare, insieme, in spazi incommensurabili.» -
G. Cozzolino [L’Arena, 2003] «Le rime
di B. sono un continuo navigare alla ricerca di un’Itaca lontana, accompagnato
dalla lucida consapevolezza della bellezza e difficoltà della vita. Un viaggio
poetico che va oltre ogni dogma terreno, per fondersi con una spiritualità pura
e sincera che dà energia ad ogni suo passo.» -
G. Faccincani (1996) «… e, in Via Larga,
14, le sue rime non hanno soste, i suoi sentimenti inebriano, rallegrano
nella ricerca di volti cari…» - L. Franchi
(2000) «...Ha una facilità naturale di linguaggio poetico, così i componimenti
le escono dalla penna in modo sciolto e spontaneo... Nelle varie liriche lo
stile è costante. I temi, invece, sono vari e si richiamano spesso ai tempi
della fanciullezza, passata nel paradiso della natura e dell’atmosfera che la
circondava...» - L. Gatti (2000) «... Ho
letto il suo libro trovando tra le pagine il refrigerio di una ventata d’aria
fresca e i sapori felici della mia infanzia. Ne ho tratto la commossa
impressione di conoscere le stesse cose. Compagne di viaggio, dunque, pur se in
scompartimenti diversi, ai finestrini di uno stesso convoglio che ha viaggiato e
viaggia fin troppo celermente sui binari della vita, tra le brume della nostra
Bassa, che il sole lacera con “on spilon de la so ragiera”. Nelle sue poesie ho
trovato tanto amore per la gente, per le cose anche minime, ma così efficaci nel
divenire al tocco simboli privilegiati dei valori del vivere; il tutto palesato
in un rito poetico sapido e colorito, volto a vincere in degli improvvisi il
proprio difeso pudore, laddove forse io non saprei.» -
W. Girardi Castellani (2000) «Il dolore è come il vento che, mentre
spegne le fiammelle, rattizza i grandi fuochi. L’a., con il dono del canto del
quale è naturalmente dotata, riforgiata nell’ispirazione lirica dal maglio della
sofferenza, ha raggiunto ora il suo acme, dimostrando di saper rendere in musica
le pene come gioie ed è questo il suo massimo pregio…» -
G. Jori (in Notiziario Bibliografico, 40/2002) «… La
curatrice conclude il suo lavoro pubblicando il testo di otto celebri canzoni
della prima guerra mondiale, il cui clima è reso con la consueta maestria nella
Prefazione di Mario Rigoni Stern che scrive: “Per noi uomini del Duemila, che
viviamo nel benessere e nel virtuale, questa lettere e queste cartoline sono qui
con nomi e cognomi per ricordarci le loro sofferenze, le loro speranze e un
pezzo di storia della nostra Italia”.» - M. Klein
[Padova e il suo territorio, 2006] «La me tera - La me gente è
soprattutto una galleria di ritratti di persone comuni e di personaggi
importanti, ma anche di luoghi della memoria, episodi, notizie, curiosità, usi e
costumi di un mondo non molto lontano nel tempo, eppure cambiato così in fretta,
sotto la sferza di una modernità esasperata che no guarda in faccia nessuno e
che livella tutto e tutti. Un viaggio nel tempo, che rivive attraverso la lingua
parlata della nostra gente, una lingua ricca di sfumature, colori, suoni,
cadenze che ben rappresentano le peculiarità di chi ne fa uso ancora oggi e che
veicola cultura, valori, affetti, storia e storie da serbare e tramandare come
preziosa memoria…» - E. Lizzi
[Punto di Vista, 2002] «Tra i tanti modi di concepire la storia, si
inserisce l’opera di B., alla sua focalizzazione di individui comuni... Ai
documenti dell’interpretazione storiografica si affiancano testimonianze umane e
vissuti esistenziali, proposti alla diretta sensibilità del lettore…» -
[Punto di Vista, 2004] «… Anche qui, come nelle lettere di Ta-pum, al
grande bacino collettore della storia mondiale si contrappone la piccola e
familiare storia di una comunità di villaggio, con le sue emozioni ed esperienze
quotidiane e il retroscena di impegno umano del singolo… In questo versante di
resistenza locale e valorizzazione umana, si pone l’autrice, mirando sempre a
far risaltare ciò che l’evoluzione del progresso tende a sommergere.» -
E. Mattiolo [Verona Fedele, 2001]
«Gelosamente custodite dalle famiglie tra le memorie più care, le lettere
spedite dai soldati di San Pietro di Morubio dal teatro delle operazioni della
Grande Guerra del 1915-18, sono ora pubblicate in volume che l’a. ha raccolte e
ordinate, in maniera che intorno alla figura di ogni soldato si potesse
intravedere la cerchia dei suoi corrispondenti dal paese: genitori, fratelli,
fidanzate, conoscenti, vicini di casa.» - don C.
Montresor (2004) «…stupore per i suoi versi, che non esagero a
definire antologici, tanto sono profondi e commoventi.» -
L. Nanni [Punto di Vista, 2003] «Titolo che si apre a
sterminati orizzonti dello spirito per la limpida metafora che riassume pensiero
e natura: la suggestiva copertina di Galuppo rappresenta tamerici in un inquieto
senario marino, quasi correlazione in chiave pittorica. Non si può non essere
d’accordo sul fatto che l’autrice “si orienta verso la ricostruzione di un
presente, raggiungibile proprio attraverso la memoria” (M. Klein) o vuole
“penetrare dentro le forme apparenti” (L. Maggiolo) - in queste liriche non si
sa se ammirare di più il contenuto, l’intuizione creativa o i valori formali:
tutti elementi comunque che concorrono alla piena unità espressiva del testo.» -
F. Occhi [Verona fedele, 2001] «…Le
due opere di B. sono importanti documenti e testimonianze; un lavoro minuzioso
fatto di ricerca, analisi, decifrazione e trascrizione di lettere manoscritte,
del diario di guerra e di quello degli ospedali da campo, arricchito pure dalle
memorie dei cappellani militari e dai ricordi dei familiari dei soldati…
Significativa, dunque, questa vasta raccolta di scrittura popolare con l’uso di
penna e calamaio, con lettere scritte molto spesso dalla trincea e fatte con la
matita copiativa.» - R. Solfo
[Noi giornalisti, 2003] «È il ricordo appassionato, a 50 anni dalla
morte, che la pronipote B. fa dello zio, don Luigi Mozzambani. Oltre ad essere
un libro sulla sua vita e sul suo apostolato, ne esce uno spaccato di storia
della gente, di quelle comunità di allora che ruotavano intorno alla parrocchia,
dal 1920 in poi. Il libro vuole essere un doveroso omaggio ad una caratteristica
figura di prete, quali furono i santi sacerdoti del ’900.» -
S. Vicentini [L’Arena, 2002] «Ha
inanellato di recente vittorie e segnalazioni soprattutto in vari premi di
poesia... ...ha presentato versi inediti particolarmente considerati dalle
giurie, come le poesie dedicate al musicista di Legnago Antonio Salieri o al
poeta di Roverchiara Lionello Fiumi. Con Ta-pum, però, ritorna in questi
giorni nel suo paese, perché merita una mostra ...un’esposizione di fotografie,
lettere, cimeli, ricordi dei propri concittadini soldati nella prima guerra
mondiale.» - O. Zaccaria [Padova e il
suo territorio, 2002] «…Nel libro Adorata Luigia, Mio diletto Antonio,
l’a. si propone di riscoprire una delicata vicenda umana, nata e sviluppatasi
nel difficile e drammatico contesto bellico degli anni tra il 1910 e il 1919…» -
G. Zorzi (2000) «... Leggendo con umiltà i
vibranti ‘versi’ del suo Via Larga, 14, si nota immediatamente l’apparire
del colore del tempo: del profumo di una natura ancora incontaminata, di una
particolare attenzione verso gli esseri umani, verso i luoghi cari alla memoria
e di quello straordinario e nostalgico mondo ‘agreste’ pieno di fascino e di
incantesimo.».
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