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Benagiano
Antonietta, nata a Massafra (Taranto) dove risiede.
Già docente di italiano e latino nei licei, ha pubblicato romanzi e novelle,
raccolte poetiche e poemetti, saggi e drammi teatrali.
Brevi saggi sono presenti nel sito Literary (alcuni stazionano ‘in
evidenza’ alla homepage), in quotidiani e riviste letterarie e d'arte di
confermato prestigio, insieme a tanto altro materiale, frutto della sua attività
di critico, della partecipazione a eventi culturali, anche a Convegni e attività
dell'Istituto Italiano di Cultura di Napoli, il cui Comitato scientifico l’ha
più volte dichiarata vincitrice del Premio Nuove Lettere. Lo stesso
Istituto l'ha, tra l'altro, insignita nel 2008 del Premio alla Cultura e
nel 2014 della onorificenza di Scrittore benemerito, inviando inoltre
alla Biennale Internazionale di Poesia di Alessandria la poesia
Mercato tratta dalla silloge Multa paucis. Di formazione classica non
escludente l’amore per il sapere nella accezione più ampia, con un percorso
scolastico e universitario alquanto ostacolato da problemi familiari (ma non
privo di gratificazioni: tra l’altro l’illustre prof. Adriano Prandi, allora
Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di
Bari, le proponeva di divenire sua assistente), già docente nei Licei (con
l’entusiasmo di porre in atto il docere come ardore verso il sapere da
inculcare nelle giovani menti insieme alla consapevolezza della nostra
limitatezza a difesa da sciocco orgoglio, quindi propensione per l’altro nella
sua diversità biologica e psico-intellettiva), ama sin dalla giovinezza
esprimere anche attraverso la parola scritta il suo mondo meditativo e poetico,
rinnegando topoi ritriti, sentimentalismi, banalità e sciatterie fatte
passare per spontaneità.
Ha pubblicato diverse opere letterarie: Appunti al
tramonto (1998, poesia, premessa dell’Autrice),
Neppure soffrendo (2000, narrativa, saggio
introduttivo di Pasquale Pantaleo, postfazione di Clementina Magliulo Podo),
Vento nelle mani (2001, poesia, prefazione di
Michele Alemanno), Patér (2001, narrativa,
saggio introduttivo di Pasquale Pantaleo, Postfazione di Giuseppe
Mario Tufarulo), Invano cerco (2001,
poesia, prefazione di Francesco D’Episcopo), Dove il
mirto... (2002, prefazione di Maria Peruzzini),
È l’amor uno strano... (2003, saggistica,
prefazione di Giuseppe Mario Tufarulo), Fermare il
tempo (2003, narrativa, prefazione di Gaetana Rogato, postfazione di
Roberto Pasanisi), Nikolaj Stepanovic Gumilev
acmeista romantico (2004, saggistica, prefazione di Giuseppe Mario
Tufarulo), Nel Cosmo (2005, teatro,
premessa dell’Autrice), Anormalità normale
(2007, narrativa, premessa dell’Autrice), Poetiche
sinapsi (2008, poesia, prefazione di Roberto Pasanisi),
Focolari (2009, narrativa, premessa
dell’Autrice), Simone Weil. Il dominio della Forza e
la Libertà (2010, saggistica, premessa dell’Autrice, nota in quarta
di Giorgio Bárberi Squarotti), La soluzione
(2011, teatro, premessa dell’Autrice, nota in quarta di Giorgio Bárberi
Squarotti), Quale patria ? (20111,
20122, saggistica, premessa dell’Autrice, nota in quarta di Roberto
Pasanisi), Di quell'amor... (2012, poesia,
premessa dell’Autrice, prefazione di Roberto Pasanisi, nota in quarta di Giorgio
Bárberi Squarotti), Multa Paucis (2013,
poesia, premessa dell’Autrice, saggio introduttivo di Roberto Pasanisi, nota in
quarta di Giorgio Bárberi Squarotti), Berlino-Roma e
viceversa (2014, narrativa, premessa dell’Autrice, nota in quarta di
Giorgio Bárberi Squarotti), Il quaderno del fante
(2015, narrativa, nota di Roberto Pasanisi),
L'enigma in scena (2017, saggio introduttivo di Roberto Pasanisi,
nota in quarta di Giorgio Bárberi Squarotti), La Sirena (2018,
traduzione di Maria Stella Maniglia, Prefazione di Roberto Pasanisi, Nota
critica di Geo Vasile), Esistenza
(2020, Prefazione di Roberto Pasanisi, Postfazione di Mario Selvaggio),
Guarda in alto! (2021, Prefazione di
Lorenza Rocco, Postfazione di Salvatore Giovanni Maria Mallardi, Nota in IV
di Roberto Pasanisi), Dante Alighieri l'essilio che m'è
dato... (2022, saggistica, prefazione
di Roberto Pasanisi), Catapultati e pagine sul
nostro mondo (2023, saggio, premessa dell'Autrice).
Sulla sua produzione letteraria hanno scritto, tra gli altri :
M. Alemanno «Null’altro riesce a quietare la sua anima
se non le bellezze rare del creato; rare non per grandezza o
eccezionalità, ma per densità di significato. Uniche parentesi nel travaglio
sono l'ascolto, il canto, l'incantevole senso di smarrimento dell'anima che
torna arcobaleno, la preghiera a Dio... forse una sorta di testamento spirituale
della poetessa che si dichiara enigma a se stessa e che sembra cercare la chiave
di volta in un eterno passato (“Vento nelle mani”).»
– G. Bárberi Squarotti «... il Suo studio dedicato a Simone Weil è
molto vivo e suasivo, scritto, com'è, con tanta passione e tanta dottrina…
("Simone Weil: il dominio della Forza e la libertà")» - «... dramma
originalissimo come argomento, impostazione e linguaggio. E’ un’opera di intensa
speranza e fiducia e amore in contrapposizione a scienza astratta e razionalismo
arido... ("La soluzione")» - « Mi piace moltissimo il Suo nuovo “Cantico dei
cantici” moderno e prezioso, elegante3 e gioioso, favoloso e vitale… Splendide
sono anche le altre poesie, quelle della seconda parte, per la pienezza delle
esperienze, delle descrizioni, delle visioni, dei sogni… (“Di quell’amor…”-
«... ammiro molto le tue poesie... sono morali e visionarie, riflessive e
dolorose; e il discorso è sempre appassionato fino alla luce piena della
rivelazione del vero... ("Multa paucis")» - «...romanzo molto ben costruito,
molto elegante e suasivo quanto a scrittura, e molto avvince nell'alternanza di
storia e di vita, d'amore e di pensiero, lungo gli anni e le tragedie e le
inquietudini e gli errori della nostra Europa, fino all'attualità più difficile
e contraddittoria. I personaggi sono fissati con alacrità e con ironica
malinconia ... ("Berlino-Roma e viceversa")» – M.T.
Barbero «La pluripremiata poetessa e scrittrice... ci dà un esempio
di quello che è, è stato e sempre sarà uno dei grandi problemi della famiglia:
lo scontro generazionale tra genitori e figli... l’Autrice ci conduce per mano a
scoprire i sentimenti più comuni insiti in ognuno di noi: le passioni e gli
affetti di un’umanità che soffre per i vizi e le storture della società in cui
vive, lavora, ama e muore. Questo Patér diventa quasi il simbolo di
un’avventura che per il protagonista si srotola tra i ricordi e le vicende
giovanili, l’antagonismo tra padre e figlio, la cultura per i popoli antichi...
ma sarà proprio tra gli avelli di una necropoli che il protagonista riuscirà a
comporre quella parte del mosaico famigliare rimasto incompleto...» –
R. Carello «Profondità di sentire... non
indulge mai all'inutile... Immagini ricche di originali suggestioni... mai
scelte per dare colore... sono vie di comunicazione come sanno fare i poeti...
Poesia che non è mai manierismo... dai forti battiti... essenziali...
espressivi... (“Appunti al tramonto”)» –
A. Coppola «A.B. in Anormalità normale, libro articolato
e complesso, ci porta a rivisitare la psiche umana nel poderoso sforzo di
riuscire a raccapezzarci nei meandri di quello che gli psichiatri definiscono
“L’area di Broca”… La B. da diversi e ambivalenti “spaccati” raggiunge il
suo
scopo…
La
specificità di questo libro è di aver ridimensionato personaggi di “storia senza
traccia”… in una sorta di caravan serraglio dove gli opposti s’incontrano
e l’anormalità diventa normale nel segno di una responsabilità in itinere
dell’homo faber del 21° secolo.» – M.
Cristella «Chi riesca a racchiudere un
pensiero in poche parole, [Multa paucis], spesso in una sola, non
appartiene a nessuna scuola e a nessuno stile letterari perché è diventato il
proprio messaggio… la goccia a lungo depurata, senza più scorie, limpida, che
disseta e sostiene e muove al giusto. - «. Berlino-Roma e viceversa:
L’amore? Non si spiega, è come la rosa di Silesius. Storia di una passione che
si ferma ai confini. Un viaggio nella violenza che sta nel divenire della
storia. Omaggio alla donna con Ortensia, e al dialogo con Moro e Martini.-
M. Delpino e
G. Prassi «Nel concatenarsi passionale dei
versi cogliamo un respiro che è assimilabile al coro delle tragedie greche. Un
coro di una sola voce, ma che ci par quasi di sentire... tanto è denso il ritmo
dei versi... Le scelte linguistiche ed estetiche vengono naturalmente poste al
servizio di una poesia alta, a tratti definibile come 'cosmica', in cui i
sentimenti del cuore umano si confrontano ed entrano in risonanza con le sfere
maggiori, in una felice sintesi tra terra e cielo (“Dove il mirto…”.» –
F. D'Episcopo «Il pensiero... il
sentimento... emergono quasi come un continente sommerso, sibillino e petroso...
attraverso un linguaggio concettuale, carico di densità esistenziale ed
espressiva... La voce di questo comunicare è classicamente composta e costruita,
si può anzi dire che la classicità è la frontiera prescelta e perseguita per un
impianto esistenziale ed estetico, destinato a durare e a non sgretolarsi sotto
la pulsione di miti illusori e inutili (“Invano cerco”).» –
R. Iurescia «La B. si lascia trasportare dal
vento di un misticismo interiore che scava il pensiero per purificarlo e
accenderlo di alta spiritualità... possiede accenti classici che s'inseriscono
nelle visioni di alta intensità lirica...» – C.
Magliuolo Podo «Si dimostra abile scrittrice, tratteggiando persone
ed avvenimenti col suo tocco d'artista... col suo linguaggio chiaro, dalla
narrativa fluida eppur stringata, le emozioni sgorgano genuine e s'impossessano
del lettore... (“Neppure soffrendo”)» – M. Marcone
«Nel Cosmo racchiude tre pièce teatrali ambientate nello spazio al
di là della nostra Galassia fra milioni di anni, tre dialoghi stringati ed
essenziali fra esseri umani robotizzati e digitalizzati, immaginati per un
teatro di ragazzi che si pongono domande non peregrine sul futuro della nostra
Specie... Un libro interessante ed attuale, una riprova di come riflettere sul
futuro anche molto lontano possa aiutare a capire meglio il presente e ad
orientare le nostre scelte...» – M. Mazza
«Patèr, lo scontro generazionale fa venire a galla le crepe della coppia,
nel quale risultano, tra le altre note, evidenziate problematiche quali lo
scontro generazionale tra genitori e figli, l’individuo contemporaneo sempre più
svuotato di certezze, il potere straripante dei mass-media nella formazione
delle nuove generazioni, la sapienza e attenzione rivolta dalla scrittrice alla
necropoli dei Messapi e alla loro storia leggendaria.» –
L. Nanni «La ricerca della parola non
usurata dalla quotidianità emerge dal lessico... affinando così gli strumenti
linguistici per una scrittura alta e nel contempo personale. Legame con figure
mitologiche, senso del linguaggio creativo... quasi che l’ispirazione tornasse
alla fonte originaria, di Muse non soltanto ideali... (“Dove il mirto…”) Nel
narrare (“Patér”) risulta interessante quel clima fra oggettività, riflessione e
incertezza -uno scandaglio psicologico... Pochi gli ornamenti,per uno stile
chiaro e senza fronzoli.. -«Nel Cosmo... un tipo di scrittura
fantascientifica che sviluppa fantasia e capacità intuitiva anche sotto il
profilo logico e si inoltra nell’oggettività del pensiero con taluni elementi
idonei al ‘genere teatrale per ragazzi’: la riacquisizione di un’identità
naturale o il ciclo degli eventi tramite un mezzo (la scrittura) interposto tra
mondo reale e virtuale…- « Qualunque sia la tipologia letteraria con cui
l’autrice si presenta, si incontra sempre una felice sorpresa, e ‘sorprendente’
è anche questo romanzo [Berlino-Roma e viceversa] … innovativo nella
impostazione… gli otto capitoli si articolano in ‘strutture’ che stimolano la
lettura e la rendono varia e interessante, grazie al pensiero divergente…
» – P. Pantaleo «In Neppure soffrendo
la trama dei pensieri diventa la trama compatta del ricordo, l’uso della
rimembranza per cogliere il modo di porsi di fronte all’esistenza e per
determinare il punto d’intersezione fra ciò che si è e ciò che si vuole
essere... La B. stabilisce uno stato di attivismo del ricordo... un principio di
ragion sufficiente... uno stato organicistico della psicologia del ricordo in
quanto esprime la durata delle percezioni...Mantiene inalterati il livello
letterario e l'efficacia dello stile... conserva costantemente delle proprietà
di linguaggio che spesso non sono conservate in molti saggi della letteratura
contemporanea...- « In Patér molto opportunamente coglie il nesso
psicologico così delle differenze come delle convergenze umane e penetra nel
profondo solco delle due personalità...» – R.
Pasanisi «Che cosa si potrebbe chiedere di più ad una raccolta di
racconti [Fermare il tempo], in tempi non solo, non tanto di ‘prosa
debole’ (come si potrebbe chiamare riprendendo un sintagma da tempo vulgato in
filosofia), ma proprio di ‘para-letteratura’ (come dicono i Francesi)?... Ma la
letteratura è un’altra cosa: la letteratura è, prima di tutto, una questione di
stile, ovvero di lingua, ovvero di forma. La letteratura è inesausta innovazione
sul filo che non si smarrisce della tradizione... è una parola che si fa unica e
irripetibile allontanandosi dalla sua langue, ovvero dal ‘linguaggio
stereotipico e fraudolento’ della Kulturindustrie... esorcizza continuamente la
piatta norma del ‘linguaggio di massa’ e la sua visione stereotipica del mondo;
creativamente conduce contro di esse una ‘rivoluzione permanente’...-
« La
sostanza più profonda di questa poesia [Multa paucis] è il dolore
leopardiano del poeta che ci propone l’altro versante dell’analisi del mondo,
quello delle emozioni turbate e della bellezza ferita. E’ una Weltanschauung
che mira a una conoscenza e a una denuncia della realtà mediante lo
strumento della poesia, ovvero l’intuizione, la percezione immediata e
immaginosa, l’espressione iconico-verbale petrosa attraverso un universo di
poesia che racconti, con accenti accorati… la deriva inesorabile del modo …» –
A. Pasolino «Robusta personalità
poetica... condensa un universo di sensazioni e stati d'animo... ha una
eccezionale capacità di penetrare nel proprio mondo di sentimenti... di
proiettarsi nell'immortalità, con passione e sensibilità lirica... comunicando
col verso dalla sensibilità ora dolce, ora quasi violenta... Poesia di simboli e
di metafore... In alcuni passi vengono usati termini di genere ermetico in un
contesto simbolico ai ritmi della solennità classica...» –
M. Peruzzini «La poesia di B. [Dove il
mirto…]sollecita ricordi e muove la memoria a immagini antiche, si slarga in
un linguaggio di metafore, rinvii ed echi di versi che si diramano in profondità
e sapienze ancestrali fino a raggiungere il futuro del nostro tempo fitto di
opache verità... La hybris poetica lascia vividi segni... scopriamo nella sua
scrittura l’anima passionale di una poetessa che nutre fermi ideali e valori...
uno stimmung vitale e caloroso.» – G.P. Prassi
«In Dove il mirto...di A.B. respiriamo a piene mani dell’antichità
classica, come pure degli affetti familiari. Non manca un filone critico e
comunque accorato nei confronti di un modernismo che va perdendo le ragioni
dell’anima e non vede più intorno a sé quel gioioso mistero dell’esistenza che
agli antichi ispirò pensieri sublimi e filosofie che hanno ancor oggi la forza
della verità.»- «In Patér, la famiglia è l’oggetto che la B. pone sotto
le lenti del microscopio narrativo. Una famiglia che si barcamena tra le
torpidità del quotidiano, il progressivo affievolirsi della passione... e
soprattutto il rapporto con i figli che, oltre alle naturali contestazioni fra
generazioni diverse, soffrono anche della poca cura, della noia... C’è inoltre
un mistero, una presenza che viene dall’antichità e che in definitiva si può
identificare proprio come in uno ‘spirito del sangue’, cioè nella catena della
discendenza che si perde nella notte dei tempi...» –
L. Pumpo «La B. tende ad una scrittura
poetica essenziale e calibrata... Il verso, dal ritmo serrato, coinvolge
immagini e simboli di grande intensità...- Il suo raccontare [Irrefrenabile
brama] diventa satira sottile e raffinata i cui toni letterari raggiungono
livelli lirici coinvolgenti...» – L. Rocco
« Versi scultorei [Di quell’amor…], quasi epigrafi…Per Borges “ogni
poesia è misteriosa, nessuno sa interamente ciò che gli è stato concesso di
scrivere”.- « Ed è ricerca di verità [Multa paucis]… travagliato scavo
nell’interiorità per ritrovare la parola che trasfigura in immagini la dolorosa
visione della storia in un momento di degrado morale… - « Romanzo d’amore[Berlino-Roma
e viceversa], romanzo storico, romanzo saggio, romanzo psicologico?... Un
romanzo, se autentico, ingloba tutte le letture e le trascende, suscitando il
barthesiano piacere del testo. “Berlino-Roma e viceversa ha le carte in regola
per catturare il lettore e immergerlo nella pagina…- G.
Rogato «In Fermare il tempo la parola si snoda sofferta e
immediata mescolando in modo del tutto naturale aspetti di sapore strettamente
realistico con squarci ricorrenti di visioni surreali, Una raccolta, dunque, che
offre molteplici spunti di lettura e che non deluderà chi nella scrittura cerca
parole nuove per riflettere su interrogativi senza tempo e, forse, senza
risposte.» – L. Ruggeri «Poesia fra le
migliori nel panorama nazionale... ottima qualità... vigoria lirica...» –
A. Sciacovelli «E’ l’amor uno strano...
sulle dune di un immaginifico excursus storico sull’amore... una serie di
riflessioni apparentemente vaganti, quasi atemporali, che lasciano emergere
chiaramente le personalissime intuizioni dell’autrice...» –
L. Spinelli de’ Santelena «Un teatro [Nel
Cosmo]rinnovato nei contenuti e nella impostazione, adeguato all’uomo del
Terzo Millennio che sente già la sua enorme distanza da quello del Novecento
perché più forti sono all’esistenza presenti gl’interrogativi che vanno oltre il
nostro pianeta, oltre il sistema ben noto, anch’esso ridimensionato, uno dei
tanti negl’infiniti mondi dell’universo, alla cui conoscenza l’uomo anela
pervenire. Le tre proposte vanno lette con attenzione maggiore di quella che
potremmo avere per cogliere messaggi da pagine cui siamo normalmente abituati...
Lo stile è denso, essenziale stringato, atto non soltanto “alla natura dei
personaggi” come l’Autrice scrive nella Premessa al libro, ma agli esiti
letterari di un pensiero fortemente pregnante che induce il lettore attento a
riflettere su problematiche anche nostre e su quelle del probabile “homo
astralis”» – G.M. Tufarulo «La B. [Patér
]possiede abilità nell'intreccio dei fatti, fluidità nel condurre le
vicende, il senso della misura e delle proporzioni, il taglio dei colloqui,
l'indagine psicologica che rende profondo il rilievo dei personaggi... tende a
svincolarsi dalla tradizione e creare un'espressione che si scioglie in vaghe
suggestioni della comune vita spirituale degli uomini…- «In Fermare il
tempo... l’affastellamento delle stagioni della vita regala alla sua arte ed
al lettore una prosa all’avanguardia, che consente alla ‘ratio’ l’analisi e la
sintesi di un ‘realismo’ romanzato, oltre lo scontro psicologico...’Fermare il
tempo’ non è una costante, né una violenza ad una delle ‘leggi fondamentali
della natura’ ma un nuovo simbolismo che, tra il tempo del potere ‘virtuale’
(presente e futuro) e quello senza potere (realismo), si accosta al mondo
pirandelliano... Gli uomini del presente e del divenire, non ‘padroni’ assoluti
dei sistemi ma coscienti del ‘sistema’ che attua il satellitismo, sono(uno,
nessuno o centomila) o come direbbe Kasack... delle marionette, o Sherwood
Anderson delle ‘grotesques’. La scrittrice, surclassando il realismo
psicologico, propone una poetica della vita, una speranza nella terra ‘mater et
magistra’, una lieve contemplazione di stelle, come monito all’uomo, ottenebrato
dalle brame, l’umanità terrorizzata dai cavalieri neri di Allah che portano
bombe e morte, il difficile apprendimento del sorriso e del pianto nel mondo
delle intelligenze artificiali, la corsa al tempio di Creso, la creazione di se
stessa nemica dei luoghi comuni, delle convenzioni, fautrice dell’intelligenza
sugl’istinti e cantatrice del poema dell’umanità, elaborato dalla coscienza
civile... Tra le sirene del consumismo letterario, d’ogni manierismo e del
nichilismo, l’autrice jonica apre la sua strada al lavoro letterario, che non si
lascia implicare da queste tentazioni ma conferma che il presente ed il futuro
della letteratura sono nella libertà dello scrittore da ogni finzione e
servitù...».
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