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Brizio

Elisabetta (Macerata), vive a Macerata.
Allieva di Alvaro Valentini, nel 1983 si è laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Macerata. Ha pubblicato alcuni saggi sulla letteratura della  décadence, su Adolfo De Bosis, su Guido Gozzano, Sergio Corazzini e sui crepuscolari. Su alcuni poeti contemporanei, in particolare su Paolo Ruffilli. In ambito filosofico, sul Nuovo Realismo. Ha collaborato a «Rivista di Estetica» (n. 50, 2/2012) diretta da Maurizio Ferraris. Collabora con «Bibliomanie», «Cenobio», «Literary», «Lotta di Classico» e «Nuova Provincia».

Ha pubblicato: Le vesti dell'anima. Ipotesi per un canone della dècadence (2010), Gozzano dopo cent'anni. Antologia delle opere per l'anniversario dei Colloqui (2011), Hexpla. Sei sigizie di scrittura e pensiero (2012), Il Principe del Silenzio. Florilegio da Adolfo de Bosis (2013), Satura lanx (2014), Quando il realismo è trascendentale (2015), Lotta di Classico. Il caso Massimo Sannelli (2016), Per legame musaico (2017), Impetu scandet (2017), Mésalliance. Estensione del caso Massimo Santelli (2019), Moving life Avvicinamento a Natura morta di Paolo Ruffilli (2019), Desolation angel. Disiecta per Vista sull'Angelo di Massimo Scrignòli (2019).

Sull'autrice hanno scritto, tra gli altri:
Luciano Nanni
[Moving life] «Sia sufficiente esaminare le idee di Schelling sulla musica, che sembrano capovolgere i concetti kantiani facendo uscire il suono dalla sua fisicità priva di senso. Potrebbe darsi che l’indicazione che “qualcosa può al tempo stesso essere e non essere” prefiguri la concezione di un dio onnipotente. Quel frammento di mistero che anche la poetica di Ruffilli racchiude è, se vogliamo, una prova e al tempo stesso un punto fermo raggiunto.» - [Desolation angel]«Che poi la struttura del linguaggio rifletta quello dell’esistenza è un problema da affrontare in ogni suo elemento, salvo che si ritenga la scrittura qualcosa di avulso perfino dallo stesso individuo.»

Claudia Manuela Turco [Moving life] «L’autrice, nella sua analisi, dopo aver preso in considerazione aspetti legati alle metamorfosi causate dall’incessante divenire e al senso del trapasso, si sofferma su quanto rimane «del punto di vista dell’autore nella terza persona narrativa dell’Isola e il sogno». «Ruffilli ci riserverà qualche sorpresa, aveva detto Montale. Una di queste è che con il tempo ha strappato all’umano quella prevaricante centralità cosmica così spesso ostentata in poesia». Egli ha «schivato il radicarsi nel negativo della umana contingenza, o l’adagiarsi sul sentimento di un tempo dissolutore.».

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