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Chiades
Antonio (Treviso 1940), giornalista, vive tra Treviso e Pieve
di Cadore.
Laureato in filosofia ha al suo attivo diverse pubblicazioni:
In attesa del re. Storie di follia durante la grande guerra
(1984), Addio, bello e sublime ingegno, addio. Ugo Foscolo e Isabella Teotochi
Albrizzi (1987, rivista e ampliata con il titolo
Soffocato dal sole e dalla
polvere ho corso cinquanta miglia, 1998), Suor Bertilla (1988),
Vita di Gino
Rossi (1991 e 20062), Il bosco guaritore. Storia di un artista che
dipingeva solitudini e montagne (1996), Vita di Tiziano (2000 e 20072),
Dio, i potenti, la carità (2001),
Tutto è niente. Vita di Santa Maria Bertilla
(2002), Di rosa e di terra (2005, poesia),
Vita di Gino Rossi (2006, arte),
Vita di Tiziano (2007, arte),
Giovanni Antonio
Farina, luce e profezia (2007.biografia), Un antico implorare. Dodici momenti di
spiritualità in Cadore (20092, arte),
Santa Maria Bertilla "Lasciamo
fare al Signore" (2010, religione), Il mio silenzio (2012, narrativa),
Il lupo
di Macchietto (2013, narrativa), Un continuo implorare. Dodici momenti di
spiritualità fra le Dolomiti (2015, arte), Freinademetz. Il santo delle Dolomiti
(2017, religione), Andare per sacri sentieri. Fra i
capitelli verdi di Monigo... - (2017), Poesie -
(2018).
Sulla sua produzione letteraria hanno scritto, tra gli altri:
U. Bernardi [Suor Bertilla] «Il
silenzio è lingua ineffabile, di parole segrete che l'anima esala nell'invocare
la presenza di Dio. C. coglie bene questa visione estatica della giovane suora
"consapevole", scrive, "di vivere al cospetto dell'eternità".» -
A. Castronuovo [Vita di Tiziano]
«...questo libro, nel panorama delle biografie sul pittore veneto, ha un merito
originale: è duttile e trasparente, capace in un breve arco di narrazione di
ricostruire la storia di una vita artistica dagli eccezionali contorni, una
biografia leggera e sagace che ripercorre gli eventi salienti della vita di
Tiziano in modo da fare di lui personaggio romantico e moderno a un tempo.» -
G.A. Cibotto [Vita di Gino Rossi]
«Lasciando da parte i moduli imperanti che puntano all'effetto più immediato a
scapito del rigore e della sobrietà, l'autore ha scritto un racconto sempre
sorvegliato e vigilante, mettendo insieme le tessere dei vari contributi usciti
in tutti questi anni sul personaggio Rossi.» -
F. Da Deppo [Il bosco guaritore...]
«... C.
ripercorre la storia personale dell'artista, con il rigore della biografia nel
riportare dati, carteggi, documenti e con la suggestione di un linguaggio lirico
nella costante ricerca di comunicare le emozioni e gli stati d'animo utili a
interpretare l'umanità e l'arte di Marchioni.» -
L. De Polo [Vita di Tiziano]
«...Tiziano, personaggio (e che personaggio) descritto con tutta la cura e
l’amore richiesto al narratore che ne segue i passi. C. ci porta a condividerne
le vicende di uomo e di artista, con una scrittura pervasa di tensione poetica
che pare restituirci i silenzi, i pensieri, i timori, gli slanci di un artista
che ha cambiato la pittura, portando il colore e la forza emotiva delle figure
sopra di tutto, come mai prima.» - F. Foti
[Il bosco guaritore...] «Ci sono diversi modi di raccontare la vita di un
uomo: uno dei più efficaci passa attraverso l'identificazione dei nodi cruciali
di una esistenza. Essi, se ben scelti, riescono a condensare in un breve arco
narrativo tutto il significato universale distillabile da una vicenda singolare.
E' questo il carattere del libro di C....» - S. Frigo
[Dio, i potenti, la carità] «Giovanni
Antonio Farina, nato nel 1803 a Gambellara, morì il 4 marzo del 1888 a Vicenza.
Una vita che ha attraversato dunque l’intero secolo, tra mutamenti politici e
culturali di enorme portata. Il suo “capolavoro”, in quel Veneto ottocentesco
segnato dalla miseria, dalla sofferenza, dall’ignoranza, furono il forte impulso
dato alle istituzioni caritatevoli e la creazione di una delle prime scuole per
l’istruzione popolare femminile, nucleo dell’Istituto delle “Suore maestre di
Santa Dorotea”, che si dedicheranno prevalentemente all’educazione femminile, ma
anche all’assistenza alle bambine sordomute e cieche e agli ammalati e agli
anziani. Più travagliata, come la ricostruisce C., fu la sua esperienza
episcopale, a partire dalla nomina al vertice della diocesi di Treviso nel 1851.»
[Di rosa e di terra] «...una raccolta poetica i cui versi propongono un
impasto linguistico di grande semplicità, un ritmo incalzante e sicuro e una
piacevole e coinvolgente musicalità.» - G. Lugaresi
[Vita di Tiziano] «Non
è da tutti occuparsi a livello biografico di un personaggio come Tiziano
Vecellio (un’attività intensa e variamente articolata, una lunghissima
esistenza) scrivendo un libro di non molte pagine, eppure così esauriente e così
pregnante.» - E. Maizza
[Addio, bello e sublime ingegno...] «In
realtà queste lettere sono come il filo conduttore che ci aiuta a dipanare
l'aggrovigliata matassa dei sentimenti del poeta perennemente in fuga e in esse
si avverte il nodo emblematico della fantasia foscoliana, nutrita di succhi
preromantici, di rigore illuministico, di esasperata ricerca di valori assoluti
e universali.» - A.C. Martini
[Tutto è niente...] «Il
libro affascina fin dalla copertina dove si staglia lei, Bertilla,
magistralmente delineata da Renato Sartoretto in un acrilico che ne evidenzia il
volto, dagli zigomi pronunciati - lo sguardo tenerissimo, profondo, consapevole,
le mani deformate, quasi contorte, volutamente troppo grandi, raccolte e protese
in quella operosità generosa ed infaticabile che la condusse alla consumazione,
per amore.» - P. Matrone
[Di rosa e di terra] «Il
libro di C. è un esempio concreto di poesia vera, bella, feconda, suggestiva e
“necessaria” ... C.
è poeta
vero, dunque, perché le sue radici culturali sono robuste e profonde - perché sa
ascoltare la storia del mondo e la voce dei morti; sa ricomporre gli urti, gli
schiaffi come se Dio vedesse ogni cosa; sa diventare pura preghiera, farsi
racconto dei pensieri venuti senza sapere da dove…Perciò il suo è un canto che
convince, affascina e arricchisce la mente e lo spirito.» -
F. Mazzariol [Storie di follia durante la
grande guerra] «L'impulso narrativo dello scrittore trevigiano raggiunge una
sua pienezza in certi scorci descrittivi veneti o padani, in certe svelte
osservazioni introspettive, che sono forse gli strumenti migliori del suo
"repertorio".» -
M. Milani [Vita di Gino Rossi] «E'
un libro che va oltre il romanzo: il lettore lo scorre direi avidamente, perchè
l'abilità di C. ha una dote preziosa: l'amore per il personaggio, dichiarato fin
dalle prime righe. ...e poi ci sono gli ambienti, c'è l' isola di Burano dove
gli artisti si trovavano, ci sono le stagioni felici dell'inizio, c'è affetto
per una donna, il sentimento dell'amicizia, Venezia con Ca' Pesaro, le illusioni
della giovinezza, la voglia di fare, di dipingere sempre più e sempre meglio...»
-
B. Minciotti [Addio, bello e sublime
ingegno...] «Una
testimonianza che aiuta a recuperare un Foscolo inaspettatamente attuale nel
dibattersi fra autonomia artistico-intellettuale e mediocrità del "potere" in
quanto tale, un Foscolo poeta "puro" che sperimenta su di sé la frattura fra
cuore e ragione.» - E. Rossignoli
[Il bosco guaritore...] «Ma,
questa volta, lo scrittore ha dato alla biografia la cadenza di una elegia della
memoria, una parabola triste sulla caduta delle speranze, sulla morte dei sogni
di una intera generazione.» [Tutto è niente...] «...appartiene
all’esperienza del C. “religioso”, per il quale i grandi temi della fede e della
riflessione sul divino, determinano scelte e modi del racconto. E sono scelte e
modi in cui ogni trascendenza è calata nelle misure di un’umanità devota, che ha
fatto della carità, della dedizione di sé a Dio per il bene di chi soffre, la
virtù suprema dell’esistenza...» -
P. Ruffilli [Addio, bello e sublime ingegno...] «Un
epistolario delle lettere scambiate tra Foscolo e la Teotochi Albrizzi,
attraverso il quale si ricostruisce non soltanto il complesso rapporto tra i due
amanti e amici, ma quello stesso fervido periodo storico e letterario tra la
fine del Settecento e i primi decenni dell' Ottocento.» -
F. Tintori [Storie di follia durante la
grande guerra] «...è come conoscere a fondo, nella loro intima tragedia, i
personaggi che affollano (reclute del Meridione e del Settentrione) le pagine.»
-
A. Toniolo [Suor Bertilla] «Finalmente
una biografia di santo con tutti i requisiti desiderabili per quanti – non
necessariamente credenti – sono convinti, come è giusto, che la santità è prima
di tutto esercizio quotidiano ed esemplare delle doti e delle virtù umane sulle
quali la grazia che viene dall'alto costruisce le meraviglie del soprannaturale.».
10/2017
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