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Ciancio
Maria
Pina Ciancio (Winterthur Ch 1965), poetessa, scrittrice e saggista, vive a San
Severino Lucano. Laureata in Lettere nell’89, presso l’Università degli Studi di Salerno,
attualmente collabora
con saggi critici e servizi culturali a quotidiani, periodici lucani, riviste
letterarie e telematiche (La Gazzetta del Mezzogiorno, Cronache del Mezzogiorno,
Apollinea la rivista del Parco Nazionale del Pollino, Il due Mari, Il Sirino, Il
Marsicano, l’Areopago Letterario, Lucanianet.it: il portale della Regione
Basilicata, ecc.). È
presente nella "Guida Italiana al Turismo Scolastico ed Universitario"
(Esg 1989),
in numerose antologie e cataloghi letterari, tra cui “Voci di donne lucane”e “La
memoria e l’identità” (a cura di M. Santoro) editi dalla Regione Basilicata. Ha ricevuto
i seguenti primi premi: 1996, “Foemina d’oro”; 1997, “Città di
Pompei” con l’assegnazione per meriti artistici della Medaglia del
Presidente del Senato; 2004, "Parola di donna". Ha pubblicato il saggio Testualità e interpretazione né “Il nome della
rosa” (1992, presentazione di Luigi Reina), la raccolta La danza nel silenzio
(1996, presentazione di Carmine Manzi), la raccolta
Legionari di frontiera (2001, presentazione di
Luigi Alfiero Medea, vincitrice del premio
unico per la Basilicata al Concorso Nazionale
Histonium 2001), Itinerari (2002, con note
di Franco Sabia, Carmine
Manzi, Raffaele Grimaldi e Teresa
Armenti), La
mongolfiera azzurra (2002),
La Madonna del Pollino. Festa e devozione popolare (2004),
Il gatto e la falena (In corso di stampa).
Ha realizzato i siti web del pittore Rocco Perrone e della
scrittrice Gina Labriola. Da
qualche anno è impegnata in un lavoro di ricerca storica su “Il brigantaggio
post-unitario nell’area del Pollino” di cui ha pubblicato stralci su diverse
riviste culturali e di informazione.
Sulla sua produzione letteraria hanno
scritto, tra gli altri: O. Amendola «La sua poesia è profonda,
di sapore quasi filosofico, a volte malinconica, una poesia che si stampa con
immediatezza nella mente e nel cuore dei lettori. E il silenzio che l’autrice
vede e sente dappertutto, nell’ambiente circostante è il silenzio della gente
lucana di fronte al corso della storia…»; T. Armenti
«Solchi profondi incisi nelle rocce.
Sospiri carichi di storia. Aneliti che sanno di eternità. Pennellate vibranti
di delicata magia.»; E. Bellini «[Poesia] incisiva come un’epigrafe
destinata a durare nel tempo.»; G. Gianfelici
«La sua poesia è un viaggio nel profondo, alla ricerca delle radici, che mai
strappiamo, ed è ricerca di essenza di pace e di comunicazione.»;
M.L. Iannotti «La voce della C. è una delle
più intense e coraggiose nella poesia lucana degli ultimi anni. Itinerari
è un’opera di scavo dove il verso abile, netto e a tratti ostile, storicizza e
rivela al tempo stesso la vita interiore e quella dei luoghi.»; G. Labriola
« Flash che ti
spalancano abissi, fulmini che ti illuminano un cielo notturno, lame di sole che
scorrono radure in un verde compatto (…) Una cosa mi pare certa: la tua è una
poesia veramente forte, virile
direi…»; C. Manzi «Il suo
raccontarsi è originale e spigliato, mi piace il suo verso scarno ma lucido,
trasparente, forse un po’ come la terra lucana, apprezzata per la ricchezza
della sua solitudine e del suo pensare saggio e schietto.»; L.A.
Medea «… uno stile ricco di pregnanza espressiva e tendente
all’asciuttezza dell’espressione, nel verso volutamente breve.»; L. Nanni
«Microparabole risolte con perfezione
stilistica (…) dall’ampio significato condensato con rara potenza
espressiva.»; P. Napoletano «Il sogno e la ragione, la rabbia e il desiderio di
pace, lo sdegno e l’affetto si scambiano l’egemonia in un gioco di equilibri
saldamente ancorati alle sue ansie metafisiche ed esistenziali. Una poesia
espressa con codici linguistici ed espressivi efficaci che conferiscono al suo
linguaggio una propria essenzialità di accenti che la rendono personale e
avvincente.»; L. Pumpo «Un verso
agile dove si ha il meglio nelle chiuse abilmente risolte. È una scrittura
poetica pulsante, orchestrata su un piano non cromatico, ma continuamente
intarsiata di pieni e di vuoti.»; F. Sabia
«Poesia dal messaggio
immediato e coinvolgente…»; M. Santoro
«Emerge ... il senso pieno e problematico dell’esistenza, sul piano individuale
e collettivo, con le sue tante, troppe implicazioni e con le insicurezze tipiche
del post-moderno al di là delle presunte certezze sbandierate da taluni.».
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