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Gentile Lo Savio

Rita (Rodi Garganico 1942), poetessa, vive a Padova. Ha pubblicato alcune raccolte di versi: Il seme (1987), Noi (1990), Luna caduta (2006). Sue poesie figurano in varie pubblicazioni antologiche (anche a carattere scolastico), tradotte e pubblicate in diverse lingue. È presente in riviste specializzate: quaderni di poesia, di letteratura e di arte; compare, inoltre, nel “Dizionario autori italiani contemporanei”, nella terza edizione della “Storia della letteratura italiana”. Ha ricevuto numerosi primi premi in concorsi letterari: 1988, “Calentano”; 1989, “Gran Premio Regioni” sezione Veneto, “Cavaliere dell’arte”, “Protagonista dell’arte”; 1991, “Calentano”; 1992, “Maggio Pontelongano”. Già socio fondatore del “Centro mondiale studi “G. Pasanisi”-Cultura della pace” (1989-90), ha ricevuto numerosi riconoscimenti: Albo d’Oro del premio di poesia “Calentano”; Collare Gran premio “Il Quadrato” (Milano 1988); “Cavaliere dell’arte” (MIlano 1989); “Protagonista dell’arte (Institute litteraire et artistique de France-Centre Universitaire libre d’etudes, federazione per l’Italia, Milano 1989); “Oscar dell’arte” (Milano 1991); senatrice dell’Accademia dei “Micenei” (1999); Membro honoris causa dell’Accademia universale “Federico II di Svevia” (1999). Collabora col Gruppo letterario “Formica nera”.

Sull'opera letteraria di G. hanno scritto: M. Anzini «Sorprende innanzitutto la ricchezza lessicale e la freschezza delle immagini in una esperienza umana e culturale tutto sommato da autodidatta, lontana cioè dalle consuete iniziazioni letterarie degli studi classici, sebbene non manchino immagini che lasciano balenare recuperi non frammentari dell'antico patrimonio comune.»; M. Battilana «Mi ha colpito soprattutto il grado di consapevolezza e maturità spirituale da lei raggiunte: il suo vedere così acutamente dietro 'il velo di Maya', verità di cui anch'io sono convinta da alcuni anni. Sono conquiste interiori che costano esperienza a volte dolorosa e meditazione. Il costante staccato della forma mi lascia invece un po' perplessa. I versi così brevi - sempre - possono apparire sistematici.»; L. Boselli «Come nell’attesa del più lieto appuntamento tra il poeta e i suoi lettori, che attendono di svelare i toni e i colori di una voce sempre rinnovata e spesso sorprendente, G.L.S. sa cogliere il fiore che vive in ogni parola e in ogni pensiero per trasmettere i valori più concreti del dialogo in versi. Ne abbiamo una esemplare dimostrazione anche in questa silloge, che propone uno sguardo davvero notevole verso un ampio orizzonte esistenziale. Gli affetti, i pensieri dai toni escatologici, le riflessioni religiose Il dolore delle ferite di questo mondo, gli occhi rivolti alle figure di Gandhi e Madre Teresa di Calcutta, tutto questo appartiene ad un personale regesto dei sentimenti che coniuga l’intelligenza alle emozioni. Siamo infatti di fronte ad una serie di notevolissimi ‘quadri’ del cuore e della mente, dove anche le affezioni più personali segnano le tracce della ciclicità del vivere (nipote, figlia, fratello, genitori, nonni), fino a toccare le radici della natia Rodi, “firmata d’incanto” e con versi bellissimi...»; E. Cometti «Scelte in un arco temporale di ampio respiro, che va dal 1994 al 2002, queste poesie di G.L.S. sono l’espressione più tangibile di un cammino in versi intrecciato di tormentati umori del mondo e di profonda evocazione religiosa. La sua poesia appartiene a quell’artigianato della parola che oggi è sempre piú raro incontrare, e proprio per questo motivo si distacca da una tendenza di troppi autori (anche quelli spesso celebrati) verso la superficiale descrizione di fatti o eventi, quasi che la poesia dovesse ritrovare sé stessa nel contorno degli oggetti e non nel loro rapporto con l’Uomo. Per la G.L.S. il testo poetico è invece l’occasione di un evento dialettico tra sé e il mondo, ma anche tra gli eventi del mondo stesso, affinché nulla possa rimanere staticamente incolore di fronte agli “appunti per un massacro” o a “Nove anni d’onda lunga | Il martirio del Viet Nam”. Ma l’evocazione già accennata per un’essenza di cordiale religiosità tocca passaggi e risvolti di straordinaria intensità emotiva, tra immagini folgoranti , e metafore dell’incanto nel segno di una voce alta e persuasiva della nostra poesia contemporanea.»; L. De Stefani «Quando il poeta sa portare nel segno della parola “l’improvviso” dei momenti lieti o dolorosi con l’incanto di un verso in equilibrio tra la riflessione e il fascino delle costruzioni verbali, il risultato è la migliore complicità tra lettore e poeta, verso una continuità di sensazioni che si trasmettono parola dopo parola.E questo è quanto accade nella lettura delle poesie di G.L.S., frammenti di esperienza e di memoria che lasciano profonde tracce di verità e luoghi vitali della mente.»; A. Faber «La partenza, il viaggio, l’approdo: intorno alla scelta di un uso raffinato di queste allegorie si dipana un singolare racconto poetico in cui il lettore incontra una enigmatica e trepida Venezia, dove il Tempo e la Storia si uniscono in un magico abbraccio. Ma il tratto che caratterizza ulteriormente questi versi di G.L.S. si manifesta con felice resa poetica nella “coincidenza tra luce e respiro, là dove l’Amore addensa colore.»; G. Falossi «Uno degli intenti principali della poesia di G. è quella di dare una risposta concreta ai problemi che affliggono l'umanità, una risposta che si farà ancor più sentire nell'impostazione dei versi: un'impostazione stretta, serrata, programmata in lunghezza che non si estende oltre il breve confine di una o due parole.»; F. Foti «Una vena lirica coerente e spontanea questa di G., fatta di versi liberi e brevi, anzi brevissimi. Ma dietro la verticalità tipografica c'è il desiderio di una nuova comunione con il mondo e, soprattutto, con gli uomini e le donne: Noi, appunto.»; G. Guida (da "Il Calamaio", 2001) «Sul filo di un'impostazione organica e coerente, queste poesie di G.L.S. compongono un vero e proprio libro poetico, dove i singoli testi sono tessere di un unico mosaico letterario. Il susseguirsi di versi breve e autonomi (l'iniziale sempre maiuscola reca un tocco raffinato di duplicità interpretativa, imponendo anche una lettura cadenzata con pause precise) accompagna nel viaggio interiore della poetessa, e subito si toccano argomenti e sensazioni familiari. ...sono versi che impongono una rilettura e una posizione critica da parte dell'interlocutore, perché qui la voce del poeta si apre a quegli spazi e a quegli echi che appartengono soltanto alla poesia più intrigante e a volte ardua, ma sempre fascinosa...»; G. Jorio «È un desiderio di andare nel profondo del tempo, quasi lirica sequenza di luci ed ombre, affinché il presente assuma dimensioni sofferte accettabili; così che la vita attiva s'insinua a sostegno e direttiva dello spirito.»; M. Maestri «Una comunione d’intenti e di valori sprituali accompagna il percorso poetico di G.L.S., ed è un viaggio che attraversa i luoghi della riflessione e del dolore, della “fiaba dei Padri | Sul suolo natale del Cristo”, ma anche i momenti intensi di una quotidianità che, per il compleanno del figlio, nel “Prodigio d’amore” sa regalare momenti di raro canto poetico. L’universo della poesia è lo spazio in cui condividere gli eventi e le emozioni dei mondo, tra speranze e essenze, come accade all’a. nei luoghi dell’infanzia (Rodi Garganico), e la G.L.S. sa adagiare nei suoi versi quella misura estetica che soltanto la ‘parola’ che nasce dal cuore può donare al lettore come gesto vivo di complicità e comprensione.»; G. Miano «Una poesia intensamente vissuta che esemplifica talune verità da esperienze quotidiane è quella di G.L.S. Si esprime con una scrittura asciutta, rastremata che incide su tematiche esistenziali, affrancate dalle consuete iperboli. Il discorso poetico, filtrato da moderna sensibilità lessicale sempre aperta ai traslati, induce talora alla riflessione sul quesito di un presente inenarrabile...»; M. Miano «Una sensazione di amarezza e di disagio esistenziale coglie la transitorietà dell’esistenza, i sogni che s’infrangono come flutti in balia di un destino imperscrutabile. Una poesia dove l’immagine, a volte, appare come riflessa con una forte prevalenza simbolica, dove il fraseggiare in asciutti e brevissimi versi, quasi a voler centellinare una scrittura epigrammatica, è inanellato di una elegante e incisiva cadenza ritmica. ... Non raramente gli elementi naturalistici assurgono a metafore di stati d’animo.»; L. Nanni «In esse ritrovo il suo mondo particolare, ricco anche filosoficamente, un verseggiare vissuto in versi brevi (che è indubbiamente una sua caratteristica), una densità di contenuti che va assaporata rigo per rigo...»; E. Neri «Indicando le particolari sfaccettature estetiche della ricerca in poesia di G.LS., A. Faber ha giustamente segnalato che la sua “è una scrittura misurata nella percezione e nei sentimenti delle parole”; ci preme sottolineare la particolare valenza di questa connotazione critica, perché ritroviamo anche qui tutta l’essenzialità della forma lirica di questa poetessa dalla voce delicata e cordiale. Il percorso cronologico delle poesie, che va dal 2001 al 2003, indica al lettore un arco di tempo che è attraversato da un’eco dolente, tra “un carosello di luce” e “la catechesi dell’universo”, dove amore e dolore si sovrappongono nel canto del ricordo della persona cara (A Cecilia) che chiude con grazia un indimenticabile racconto in versi.»; R. Ponti «È una poesia cordialmente complice quella di G.L.S., una poesia che nella sostanza della parola rivendica le proprie valenze estetiche. Dalla stessa forma dei versi brevi e organicamente legati tra loro, ma che al tempo stesso hanno vita autonoma, quasi a scandire un viaggio mentale tra silenzi e approdi, la poetessa indica al lettore le vie più intime della riflessione, che anche intorno al dolore (come già ricordava anche Testori) svela i confini della parola per trattenere "lo spirito e il tormento".»; E. Roncaglia (da "Poeti & Poesia", 1999) «È una poesia di raffinata e ricercata composizione, questa che G.L.S., che certamente mostra un segno di non comune cifra poetica. L'incedere del suo raccontare in poesia luoghi o eventi, fino a suggestivi angoli degli affetti della memoria (la poesia dedicata al fratello Raffaele è un vero e proprio canto della cordialità), appartiene infatti a quella capacità di scrittura che attraverso la sintesi sa rendere il recupero di una grande capacità di attraversare i sentimenti. Grazie ad un succedersi di versi brevi, il ritmo si fa sempre più coinvolgente e intrigante, catturando nella lettura fino ad una completa sovrapposizione di ruoli. E quando la poesia tocca le corde del sentire più intimo, quando in un testo ci si sente come investiti dalle stesse sensazioni che lo hanno generato, allora significa che il poeta ha saputo, come G.L.S., andare oltre la sua intima espressione per regalare al lettore gli stessi umori, gli stessi momenti.»; G. Silvestri «In questi tesi di G.L.S. incontriamo la conferma di una scelta poetica sempre soppesata. Parole e immagini sono infatti scandite nella volontà di proporre un equilibrato gesto lirico che sappia coniugare la testimonianza di urgenze interiori alla comunicazione non soltanto della sensazione, ma soprattutto della fondante necessità dialettica della poesia.»; M. Verdi «C’è una grazia tanto lieve quanto indissolubile nelle poesie di G.L.S., come possiamo riscontrare in questi testi scelti dalla sua recente produzione. Siamo di fronte ad un vero e proprio canto, che si svincola tra i versi come fossero le note di “Arpe e violini | Per salutare la sera”. La poetessa tocca i diversi temi dell’esistenza, dalle parole solari dedicate a M. Claudia alla meraviglia delle “città d’acque e di Storia” che ne hanno segnato la vita, come Venezia, Rodi Garganico e Padova; dai colori con cui scandire una giornata cantando inni di gioia alla lucida analisi critica sulla violenza che uccide il mondo...».

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