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Manfredi-Gigliotti

Giovanna (Palermo 1974) poeta, giornalista pubblicista, di professione docente di materie letterarie a Sant'Agata Militello (ME), vive a Torrenova (ME).

Conseguiti la maturità classica e il diploma magistrale con il massimo dei voti, si laurea con lode in Lettere Classiche, con indirizzo storico-archeologico presso l'Università di Messina. Consegue i titoli di operatore dei Beni Culturali, di Bibliotecario, Business Angel per il commercio con l'estero, giornalismo e tecniche audiovisive, nonché di idoneità CNR.

Consegue l'abilitazione all'insegnamento per la scuola materna, elementare, media e superiore. Si occupa di pittura; ha partecipato ad alcune collettive. Ha fatto parte, assieme a suo padre, Michele, avvocato e scrittore, dell'equipe di archeologi che, in due campagne di scavi, in anni differenti, hanno portato alla luce la necropoli etrusca delle "Scalette" nel territorio di Tuscania (VT).

È presente in diverse antologie poetiche, tra cui si ricordano le più importanti: "Alcyone 2000", a carattere internazionale; "Le più belle poesie del premio Margherite Yourcenar"; "Le più belle poesie del premio letterario Il club degli autori"; "Poesie in cornice"; "Quaderni taorminesi"; "Noialtn"; "Poeti e poesia"; "Le pagine del poeta"; "Alcyone 2000, percorsi letterari del 2000"; "Quaderni di poesia e di studi letterari"; "La voce dei poeti di Sicilia tra memoria e profezia", dodici volumi per Ministero della Pubblica Istruzione, dell'Università e della Ricerca-Direzione Generale per la Sicilia, progetto LIReS, coordinatrice Rosalba Anzalone.

Per quanta riguarda la produzione poetica ha pubblicato:

Notte puerpera di stelle (silloge di liriche, 1995); L'ulivo corifeo (poesia, 1995); Come un canto di pesci (poesia, 1996); Fiori di pietra (poesie, 1999); I canti di Badetta (poesie, 2004); Neanche per un serto d'alloro che comprende Libello di passi perduti e Calliope e sentieri di pioggia (poesia, 2008); I galli di Scafa, ovvero il canto dell'iniziato ai misteri della bellezza (poesia, 2013), Sui banchi di scuola (poesia, 2014).

Ha partecipato a vari premi letterari, sezione poesia, ottenendo molteplici segnalazioni. Con la silloge Sui banchi di scuola, è risultata vincitrice del Primo Premio della IV Edizione 2013/2014 di poesia inedita "Pablo Neruda" di Firenze, riscuotendo positivi giudizi di critica.

Della sua copiosa produzione poetica hanno scritto, tra gli altri:

Vera Ambra [Notte puerpera di stelle] «Notte puerpera di stelle è un meraviglioso sogno che muta le parole di ogni giorno in un incomparabile e delicato acquerello "Innamorata tra le stelle insonne//gocciola questa mia luna bulimica//con occhi di rugiada". Se i sogni godono un vantaggio sulla vita e aiutano a vivere cosi i sogni e le poesie di Giovanna Manfredi-Gigliotti la spingono ad affacciarsi alla realtà con la sola consapevolezza di possedere un'identità agli occhi del mondo: la propria poesia»;
[Come un canto di pesci] «Basta sfogliare queste pagine per sentire la leggerezza farsi parola, prima di diventare un canto e attraverso la testimonianza di questa ricca varietà d'esperienze affettive, i suoi versi mobilitano le emozioni trovano un accordo, un cammino senza peso e si concretizzano nella realtà. Ma si tratta di una realtà dalla quale si finisce con lo sfuggire, perché lei abilmente sa come sfumare i contorni e cancellare i confini tra reale e fantastico.»

Giuria del premio Pablo Neruda [Sui banchi di scuola] «Con uno stile particolarmente misurato e armonico, Giovanna Manfredi-Gigliotti pone la sua poetica su nuclei tematici che vanno dalla sfera familiare, agli "eroi quotidiani del lavoro", alla legalità, alle vittime della mafia, alle esperienze scolastiche, ancorate alla realtà locale. Soprattutto ai suoi alunni dedica molti versi, senza falsi paternalismi e senza eccedere mai nei toni. Le sue liriche sono, infatti, fresche, vibranti di buoni sentimenti e di sano equilibrio etico. Si può parlare di una rivisitazione della propria storia personale, rivissuta come in sogno, tra rapidi tocchi impressionistici, passionalità negli accenti e originalità nel frammento, istintivo e a volte ermetico. Il verso e sempre libero, ricco di musicalità e ritmo interno, teso alla introspezione, all'osservazione del mondo esterno, alla meditazione sulla vita, sul presente, sul futuro, ma sempre in una dimensione ideologico-sociale.»

Michele Manfredi-Gigliotti [L 'ulivo corifeo] «Lo stile .di Giovanna altro non è se non un modo per adattare lo strumento linguistico ad un mondo poetico originale, .. animato da visioni classiche e mitologiche, senza che il mezzo espressivo rimanga intrappolato nella staticità e cristallizzazione della immobilità classica, giacché esso trae linfa vitale, per un verso, dalle miniere del passato e si proietta, per altro verso, nella modernità del presente. Così, a testimonianza che nessuna soluzione di continuità espressiva si verifica dall'epoca del mondo classico ai giorni nostri, finiscono per coabitare, nella medesima lirica, espressioni di diversa estrazione linguistica, in una continuità espressiva che diventa "strumento orfico della musica e della parola" nel quale la parola da letteraria e asettica, si trasforma in poetica»
[I galli di Scafa] «Esaminando le sue varie sillogi, ci si accorge come il linguaggio abbia cambiato spartito. Dalla granitica compattezza della produzione iniziale, nella quale la classicità dello strumento e del suono richiama mondi oramai perduti palesando una nostalgia giammai sopita, si coglie il tono attuale in cui l'efficacia della visione lascia il posto, si, alle medesime parole, ma nel significato, questa volta, scalpellato, scarnificato, disossato, consunto senza possibili, riparatorie imbalsamazioni, dal trascorrere del tempo diluito in unita cronologiche di enorme dimensione. Il tempo e la storia, attraverso i millenni, hanno ottriato al verbo significazioni nuove e diverse. Così si comincia con il leggere la medesima parola, ma si finisce  con l'apprendere che il significato è un altro secondo l'incessante limatura dell'uso quotidiano. Mai però l'effetto concertistico degrada nel clangore della banda musicale paesana, ma permane a livelli di raffinata intensità, secondo cifre comuni ai compositori di rango.»

manfredigigliotti@virgilio.it

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