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Marini

Giovanni (Sacco, 1942 / Salerno 2001), poeta e scrittore. Vincitore del premio "Viareggio" opera prima nel 1975. Ha pubblicato diverse opere letterarie: Noi, folli e giusti (1974), Di sordomuti posti (1981), Antonio per inerzia, Antologia poetica, La viperina pietosa amorosa, La serpe e la cetonia, Il bambino, Il bambino chiamato zio Ciccio (1999), Lo scolaro e l'altro (1999), Miravi i gerani in ferro delle finestrine (2000). È presente nel "Compendio degli autori del secondo Novecento", e nella "Storia dei poeti degli anni Ottanta" curata da Domenico Cara, oltre che nelle Antologie curate da Angelo Gaccione e Domenico Cara.

Sulla sua opera poetica hanno scritto, tra gli altri: M. Bettarini «Per il suo Visitato a morte la intensità e verità sono più che mai forti.»; F. Brugnaro «Caro M. grazie per avermi spedito Rocco contadino di vera razza, un romanzo breve molto intenso.»; G. Caproni «Il libro Noi folli e giusti muove da un simbolismo quasi ungarettiano, volto a cogliere una condizione esistenziale che sfiora il crepuscolarismo.»; C. Carlucci «Qualche vecchio muro porta ancora la scritta anni settanta 'Marini libero'... s'ebbe un premio Viareggio... conferma uno scrittore, rimasto libero dalle etiche, dalle logiche dei premi, dalle etnie editoriali. Scrivere in flusso andante e senza interpunzione, in sé non è cosa nuova... M. ha accettato di consumare rigorosamente i suoi pasti col nulla: non è da tutti.»; A. Castaldi «Così la poesia di M. che pure non poteva essere diversamente, dalla esperienza dolorosa degli anni di carcere... non vuole solo narrare, ricordare, documentare ma si tormenta di essere.»; N. Cavalera «Grazie del suo Visitato a morte, intrigante come gli altri.»; C. Cederna «Scrivo volentieri qualche riga all'inizio di questo Di sordomuti posti di M., romanzo, un album della morte...»; M. Ceratto «...dell'anarchico M. esce questo primo canzoniere ...quattro i temi... la solitudine l'autentico veicolo di protesta...»; G. D'Oria «Non sono soltanto flash felici in versi prosa, quelli in Di uccelli.»; G. Ferri «...grazie del tuo romanzo Caro Antonio le dita cercano olive, di Antonio nei pomeriggi, di I morti, una bella avventura scritturale.»; D. Fo «Un altro fatto importante nelle poesie di M. in Noi folli e giusti è che queste sembrano essere scritte sul muro.»; R. Gagno «Quello di M., Noi folli e giusti, una rivelazione per noi di "Salvo imprevisti".»; U. Giacomucci «Le poesie di M. sono il frutto di una elaborazione stilistica notevole.»; G. Guarasci «...Robertina, romanzo energico, scritto in uno stile energico.»;  G. Landolfi «Il poemetto Visitato a morte raccoglie una serie di liriche con soluzioni decisamente espressionistiche.»; G. Martucci «...in cui l'autore, dissolvendo ogni punteggiatura o indicazione spaziale temporale, s'affida alla spinta della pura e radicale narrazione... la tensione linguistica di M. si percepisce con chiara intensità.»; C. Mezzasalma «Ho trovato significative le due pubblicazioni La serpe e la cetonia e Prosa da romanzi brevi per lo stile ben definito dai critici d'avanguardia, con il suo insistere sull'essenzialità delle immagini, sul continuo e coraggioso prosciugamento dell'evocazione, fino, appunto, a confondere poesia e prosa, perché la realtà risulta davvero ostile alla poesia. Le comunico tutta la mia stima.»; E. Minarelli «Ricevo e leggo con piacere la tua La serpe e la cetonia con quel senso di linguaggio strisciante che dice narrando spezzando individuando senza un attimo di pausa. ...mi piace quel tuo andare senza virgole, quasi una affabulazione scritta, un lunghissimo rotolo che si srotola.»; A. Moravia «Mi piace soprattutto laddove le poesie di Noi folli e giusti si ammantano di una vena barocca metaforica, quasi di un surrealismo...»; W. Nesti «Abbiamo ricevuto Il cieco, nel giro della breve composizione, liberando le parole dai loro agganci tecnici... un concentrato espressivo di forte interesse.»; rivista Chimera «Mi piace il tuo scrivere (de-scrivere), direbbe quel fabbro di Ezra Pound.»; rivista I Dispari «...sono un grande estimatore delle tue poesie, a partire da quando negli anni '70 lessi il tuo bellissimo Noi folli e giusti, premio Viareggio 1975.»; rivista Poetica «Antologia poetica di M. si presenta come crestomanzia d'autore da cinque raccolte poetiche... Noi folli e giusti ha avuto una storia a sé. Mi pare che la scelta sia felice e significativa, il volume ci presenta un poeta assai maturo.»; G. Ramella Bagneri «In altro modo l'opposizione vita-morte di M. Di lui alcune brevi opere e finalmente Per non lasciare al Moloch e al ragno la luna e il mondo... M. ha una scrittura grumosa e febbrile...»; P. Treccagnoli «Sempre in bilico tra poesia e prosa le pagine in Caro Antonio, lettere dal manicomio.»; T. Zaninetti «Indubbiamente M. è autore coriaceo. Questi racconti in I vecchi sono riusciti in ogni senso... La vita che nella memoria gioca il proprio rullare di flash, connessioni, giunture... Una spiccata capacità di sintesi tra contenuto e forma... di lega pregevole.». 

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