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Palumbo

Giulio (Ficarazzi 1936 / Palermo 1997), poeta, scrittore e saggista. Ha pubblicato diverse opere di poesia: Dal dolore la vita (1986), L'Alfa e l'Omega (1987), Il solstizio della fenice (1989), Frammenti dall'antologia perduta (1990), Sogno da comporre (1991), Paradisi amari (1993), Le Apoteosi. Il sogno di Pigmalione (1993), L'intricata trama (1994), Inno a Maria Corredentrice (1994), Il sigillo (1996, selezione critica a cura di M.G. Lenisa) mentre postumo uscirà La battaglia del tempo; di prosa: Il gigante del Gargano (1986), Vissuti per l'autore (1991). È presente in diverse antologie letterarie: "Poeti e poesie in onore di Mario Rapisardi" (1987), "Poeti per la scuola" (1987), "Talenti" (1987), "L'impronta del sacro" (1987), "Poeti e poesia in onore di L. Capuana" (1989), "Poetry world" (1992, 1993 e 1995) fino alle più recenti "Omaggio a Corrado Alvaro" (1995), "L'altro Novecento" (1995) e "Poeti Europei" (1995). Con P. Mirabile e T. Romano ha fondato la rivista "Spiritualità e letteratura". Ha vinto i premi: 1990, "Città di Benevento"; 1993, "Città di Palestrina"; 1995, "Città di Solofra"; e il premio della cultura della "Presidenza del Consiglio dei Ministri" nel 1994.

Sulla produzione poetica di P. hanno scritto: G. Bárberi Squarotti «La sua è una poesia di meditazione, colta, ben costruita, con momenti molto intensi. Ne terrò particolarmente la voce, autentica e limpida, nei miei discorsi sulla situazione poetica.»; G. Bufalino «[Dalla sua poesia] si levano voci di serenità e di grazia, una medicina per chi frequenta le strade più ampie, più dolorose.»; V. Esposito «La sua voce si colloca bene sulla linea della spiritualità da molti proclamata, ma da pochi seguita con rigore.»; V. Messori «Ho letto con attenzione e interesse le sue poesie, traendone motivo di godimento interiore, di riflessione, di meditazione.»; C. Mezzasalma «La tua poesia è la grazia, il dono che scaturisce sempre dalla parola, quand'essa, soprattutto, è a misura della vita e dell'anima; è un itinerario, certo, complesso, mutevole e felice alla ricerca di una pacificazione del cuore che è conquista.»; G. Oli «Quella di P. è una poesia che si distingue da qualsiasi prodotto letterario contemporaneo, innanzitutto per la lingua volutamente piana e per così dire dimessa, quasi esclusivamente affidata e sostenuta dall'altezza e dalla profondità dei concetti dai quali si desume l'invito del lettore al dialogo nella forma della preghiera... e della lauda. Ma una lauda assolutamente inedita sia sul piano stilistico, sia su quello consueto pathos allocutivo, senza forzature, senza giochi di parole, senza spunti fuorvianti di scuola ermetizzante.»; P. Ruffilli «È una raccolta densa, fatta di testi che puntano sempre al cuore della verità e nel segno dell'amore.» oltre a G. Cecchi, S. Tietto etc.

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