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Paolini Giachery
Noemi (Roma), saggista, vive a Roma. Nata da famiglia elbana, a Roma ha sempre vissuto e
operato. Il suo interesse culturale si è molto presto rivolto alla dimensione
dell’arte e in particolare della poesia (in senso lato) e della musica, in una
ricerca particolarmente attenta alla portata conoscitiva che nell’arte si
manifesta attraverso i valori formali. Significativo è il precoce amore, al
tempo del liceo, per Giambattista Vico, poi scelto come argomento della tesi di
laurea. Il grande filosofo aveva tra l’altro il merito di "aver riconosciuto il
valore della poesia come forma di conoscenza autonoma rispetto alla conoscenza
concettuale, e di essersi così affrancato dai limiti del razionalismo
cartesiano". Nella sua attività sia di insegnante sia di interprete e critico
letterario l’impegno della studiosa si è sempre concentrato, soprattutto
attraverso l’analisi testuale, sulla rivendicazione di questo alto valore in
opposizione a metodologie ideologiche a lungo vigenti e ancora dure a morire: da
una parte un formalismo astratto e asettico che aveva svalutato la dimensione
semantica preparando il nichilismo di certa ermeneutica, dall’altra una poetica
ostinatamente realistica che aveva ridotto il “senso” al rispecchiamento di una
improbabile “cosa in sé”. Per la studiosa il “senso” della poesia e dell’arte in
genere è invece arricchito proprio dall’apertura polisemica e ossimorica del
messaggio (parola che va liberata dalla compromissione politica e moralistica).
Tardivo è stato il matrimonio con Emerico Giachery con il quale ha poi
collaborato anche alla stesura di due libri. Tardiva la pubblicazione dei suoi
studi critici e di qualche breve scritto autobiografico incentrato
prevalentemente sull’ “iniziazione” alla cultura. Bisogna dire che nell’ossimoro
vivente riconoscibile nella sua personalità (e forse nella personalità di tutti
noi) il carattere perentorio e spesso vivacemente polemico delle sue prese di
posizione convive con una profonda coscienza del limite e della soggettività del
pensare individuale. Si definisce, con una formula che ha inventato per il suo
Svevo, “recensore autobiografico”.
Ha pubblicato: Vita d’un uomo: fenomenologia d’una
ricerca ([1988]), Italo Svevo. Il superuomo
dissimulato (1993); L’artefice l’orafo la
bellezza (1997); Il volto bivalente. Saggi
di letteratura italiana (1997), “Pas de deux”
per la poesia di Alberto Caramella (2000, in coll. con
E. Giachery),
Ungaretti “verticale” (2000, in coll. con
E. Giachery),
Luoghi, tempi e oltre. Divagazioni di un’egotista
(2001), In cerca della “pianta uomo” (2003);
Le “mani tese” di Dolores. I romanzi di
Dolores Prato (2008),
Le ragioni dell'ovvio (rileggendo Svevo, Pascoli, Ungaretti, Montale)
(2011). Oltre a
molti saggi su riviste.
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autore |
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