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Scarpa
Adriana (Venezia 1941 / Treviso 2005), poetessa, scrittrice e saggista
è vissuta a Treviso.
Da
oltre trent'anni si è occupata di poesia attraverso recensioni, presentazioni, anche
di pittori e scultori, e collabora a periodici con interviste e articoli. Per
sette anni è stata segretaria generale del Premio letterario "Carlo
Goldoni" di Venezia. Ha pubblicato numerose opere di poesia: Poesie
(1964), Un altro giorno (1969), Storia
d'amore (1970), Libro terzo
(1971), Sopra palpebre di vento (1971), L'insonnia
d'un'ala ferita (1978), Da noi giace l'amore
(1978), Un passo nel buio (1980, prefazione
di I. Urso), Il mondo Adriana (1981), Ogni
ora ha avuto il suo polline (1982), Il
libeccio fruga tra le nuvole (1982), La vita
è dare il mio bene (1982, prefazione di F. Piacenti), I
bambini guardano la luna (1983, prefazione di R. Bromuro), La
vita costruisce le ore, sapiente (1984, prefazione di S. Demarchi,
premio "Città di Bolzano"), E indietro
ancora nel tempo (1986), Ogni cosa che torna
(1987, prefazione di S. Sorbello), La nota azzurra dell'anima
(1988, prefazione di P. Bonanno), Di nome William
(1989,
prefazione di A. Trombadori, premio "Senigallia Spiaggia di velluto"),
Murales di luce
(1990, premio "Città di Brindisi), Tu l'una, luna
(1990, prefazione A. D'Agostino, premio "Leonardo"), In saecula saeculorum
(1991, premio "L'Acalypha"), Carne e marea
(1992), Al ritmo di marea (1992, premio
"Il Portone"), Stregò la notte Venezia
(1994, prefazione S. Pagliaroli, premio "Omcn"), Cantari per acque e maree
(1995, prefazione N. Di Stefano Busà, premio "Prom.Edit"), Il
tempo, la memoria (1997, prefazione P. Bellotti, premio "Poeti
dell'Adda"), Volevo ali gabbiane (1998,
premio "Carm"), Acqua salsa e tarabuso
(1998, prefazione O. Trioschi, premio "M. Yourcenar"), Negli
occhi un riflesso di luna (2000, prefazione P. Maffeo, premio
"Apudmontem"), Alchimie per una donna
(2000, prefazione O. Trioschi, premio "Città di Melegnano"), Radici
d'uomo (2000, prefazione di G. Capucci, premio "M. Pavel"),
Le risacche del tempo (2003, prefazione di
M. Barile).
Numerosi sono i riconoscimenti ottenuti nei concorsi letterari (circa 270
primi assoluti), gli ultimi: 1996: "Tra Secchia e Panaro", Lirica musa",
"Campania"; 1997: "Brontolo", "Città di Rosignano", "Poesia nel quadro",
"Grappolo d'Oro-Bardolino", "Marguerite Yourcenar", "Odi et amo"; 1998:
"Brontolo", "Poesia nel quadro"; 1999: "Il Melograno", "Mimesis", "Autunno
andiamo", "Città di Melegnano", "Gioacchino Belli"; 2000: "Torre pendente",
"Apudmontem", "Michele Pavel", "Poesia nel quadro", "P. Raffaele Melis"; "Le
quattro porte"; "Laurentum"; "Palazzo Grosso"; "M. Florenzi"; "Rivalto"; "Poeti
dell'Adda"; "Possenta"; "Città di Orzinuovi"; 2001, “Autunno andiamo”; “Valente
Faustini” (per il dialetto); “Umbertide”; “Melis”; “Marega”; “La Fonte”; “La
Lode”; 2002, “Anco Marzio”; “Melis”; “Brontolo”; “E. Greco”; “Polispoiesis”;
“Rivalto”; 2003, “Umbertide”; “Melis”; “Etruria”, “Brontolo” per il dialetto;
“Laurentum” per il dialetto; “Autunno andiamo”; “Vallesenio”; “Poesia nel
quadro”; “Istrana” per il dialetto.
Tra i molti che si sono occupati dell'opera letteraria di S. così hanno scritto
alcuni: G. Bárberi Squarotti «...mi ha
dato la gioia di una lettura piena di sorprese [Tu luna, luna...], di
piacevole originalità di immagini e di invenzioni. Il suo è un libro molto
bello, perché appieno attua la lieta grazia che ha da essere la poesia.»
«...è una poesia raffinatissima, elegante, perfettamente ritmata, lievemente
fantastica e ironicamente suasiva [Di nome William].»;
M. Barile «Scivola nel
tempo, nei suoi luoghi, nelle sue architetture e si fa carne e sangue in ascolto
della melodia ancestrale della vita che svapora… S. si dimostra sapiente nel
calcare la mano dove si può e sottile nel passare lieve senza lasciare traccia
dove si deve… La sua passione è meravigliosa e ogni sua parola sa disegnare
immagini e far rivivere il passato che non soccombe al tempo.» ; R.
Battaglia «Il verso è fluido e scorrevole come ondulato, leggero e
senza strappi. Ci prende quasi per mano per condurci nei teneri meandri di una
sera dalle tinte sfumate, che non conosceranno mai se la poetessa, con pacata e
non comune sensibilità, non ci aprisse tanti spiragli insospettati.»;
E. Bianchi «...poesia inquietante e non
fatta di edulcorazioni o blandizie quella di S. anche se le immagini e la lingua
offrono esempi di finissimo gusto letterario che ha saputo coniugare la lezione
dei classici all’immediata e sintetica espressività dell’Ermetismo
novecentesco.» ; F.
Cardini «...è una poesia dotata di lussureggiante immaginazione, di
eclettica ricchezza e di preziose qualità stilistiche.»; S.
Demarchi «...la lingua è schietta, la struttura della frase lineare
senza complessità sintattiche, l'andatura dello stile fluida e melodica,
funzionale al gusto per l'immagine dolcemente sfumata... L'a. procede per conto
suo, dando vita ad una problematica interiore attraverso una poesia dove
pensiero, immagine e ritmo sono armoniosamente calibrati.»; N.
Di Stefano Busà «Voce dalla forte tempra elegiaca, lieve come una
carezza di bimbo, ma allo stesso tempo mansueta e docile al richiamo della resa
stilistica che non trascura onde sussultorie e ondulatorie come un sisma
sotterranea che propaga nel lettore magnetismi e vibrazioni. Improntata a
richiami mitici o mitologici, quasi inesauribili sogni, dentro le schiarite
d'anima che eternano l'aria che si respira alta tra le sue vette, per la purezza
e la dolcezza del paesaggio interiore.»; Giuria del premio
Aeclanum
«La poetessa muove da un'accorata coscienza del vivere, volta a rappresentare e
capire il mondo per ritrovare ed intendere sé stessi. La confessione di una
personale e sofferta esperienza di vita non è mai puro sfogo individuale, ma
messaggio di valori e di verità di cui ogni lirica si sotanzia e vive,
attingendo, per questa via, chiarezza e forza lirica.»; L.
Luisi «Una fantasia favolistica, un trepido e a volte surreale
accostarsi alla vita e alla realtà, richiamata appena per pochi nomi, per rari
cenni di cronaca, connota la poesia di S.»; A. Masiero
«Nel leggere le poesie di S. sentiamo spesso quelle commozioni suscitate in noi
da musiche ispirate che ci sembrano preesistite dentro di noi prima ancora di
essere ascoltate. Questa è la prova che conferisce alla sua poesia titolo di
validità universale e di perennità.»; A. Miotto
Gatti «Maturo e trasparente il linguaggio. I sentimenti si lasciano
trasferire in figurazioni, senza che l'a. perda mai di vista l'aggancio con la
mobilità reale della vita contemporanea.»; G. Parasassi
«Al centro di tutte l’amore, la forza e il mistero delle donne evocato dall’a.
con un linguaggio semplice [Alchimie per una donna] e concreto, denso di
significati profondi nel quale la sua voce, partendo dal proprio io, si espande
per raccogliere in sé quello di ogni donna...» ; G.
Possa «Con questa raccolta di liriche [Radici d’uomo],
praticamente un poemetto, se si percepisce che l’ultima immagine di ogni
componimento riappare all’inizio del seguente, in una continuità di sentimenti e
di intenti da autentico leit-motiv. … Per la S., dentro la sua essenza di
sentimenti, la poesia è ansia, rogo continuo, passione febbrile, stimolo che
l’ha aiutata ad affrontare la vita…» «Le hanno chiamate e le chiamano madri,
mogli o amanti, sorelle, figlie e a tutte la S. [Alchimie per una donna],
evitando le insidie del femminismo, con il suo accento impostato al femminile,
dona la sua voce e canta l’amore, in proprio e in ritratti, per emancipare la
donna da millenni di declassamento, di condizionamenti, di violenze e di
ingiustizie.» ; O.
Trioschi «Variamente dedicate a Venezia e ai suoi dintorni, le
poesie che la compongono affrono al lettore il sottile piacere di una
versificazione sciolta e ricca, musicata con perizia intorno alle magie e agli
incanti di una città che, come una bella donna, si concede nel ritrarsi
fondando il suo fascino sulla mutevolezza e l'incostanza...»«...a tutto questo [Alchimie
per una donna] la S. dona la sua voce di poetessa, facendo vibrare le corde
di un linguaggio di cui già in passato è stata notata la ricchezza ma che qui
tocca nuove punte di purezza e tenerezza, indice di un’arte ormai consolidata e
di una stagione poetica feconda.» ; V. Vettori «Il modo, tanto lieve quanto profondo e personale, con cui l'autrice comunica certi moti dell'anima è senz'altro pregio di pochi. La pacata e fluida immediatezza del verso, quel vivere e sentire la nostalgia come gioiosa presenza nella sfera dell'intimo, quella sapiente incisione della parola, con cui ci svela il suo particolare per farne emergere l'universale e permetterci di riconoscerci in esso, sono soltanto una parte del peculiare patrimonio di questa eccellente poetessa. Vibra nei versi qualcosa che si pone tra la speranza e la certezza, che sfuma tra i ricordi e il reale, e che ci penetra, soavemente disorientandoci, come un messaggio immediatamente solubile, incapace però di dissolversi, di fronte ai troppi spazi che lasciamo alla nostra distrazione, come fanno certi forti profumi nel breve arco dei giorni e delle
ore.».
Il suo nome figura in numerosi dizionari d'arte e letterari.
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