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Scarparolo
Ines (Vicenza 1946-03.03.2018), poetessa e scrittrice, vissuta a Vicenza.
Fa parte del "Cenacolo dei Poeti dialettali vicentini" e di numerose altre
associazioni culturali locali, regionali e nazionali.
La sua produzione
letteraria è varia:
Ascolta
(1997, poesia), S’ciantìse
(1997, poesia dialettale), Quando fiorisce
il pesco (2000, filastrocche e poesie, primo premio al “Tito Casini”,
Borgo San Lorenzo e premio speciale al “Padus Amoenus”, Sissa), Tra nubi erranti (2001,
poesia, con
prefazione di Neuro Bonifazi), Giochi di colore
(2002, poesia),
Il respiro dei fiori (2003,
narrativa),
Sogni nella valle (2004,
narrativa), Grappoli di stelle
(2005, poesia), Elegia per Nadia Anjuman
(2006, poesia, co-autore Cristina Contilli), Per te,
amico (2006, poesia), Dall'Arcadia al
Romanticismo, il percorso di una poetessa vicentina: Vittoria Berti Madurelli
(2006, co-autore Cristina Contilli), Ed è già quiete
(2007, poesia). Ed è già quiete
(2007, poesia), Grappoli di stelle (20072),
Il distacco, The Detachment (2008),
Tu. Viandante del mio corpo... (2008),
La filosofia dei vecchi (2009),
Sei storie piccine, piccine, picciò (2010),
La voce del poeta: Ines Scarparolo (2010),
Fiori d'albe (2011),
Il respiro delle viole (2012, poesia), Se
mi tieni per mano (2012, poesia), Sogni
intinti nel cuore (2014, poesia), Solo
parole (2015, poesia), Ciliegi in fiore
(2016, poesia), Drio la musica del vento. Guidati dalla
musica del vento (2017, poesia).
Alcuni suoi
scritti, sia in lingua che in dialetto, sono inseriti su antologie varie,
periodici culturali, riviste e sui “Quaderni” (dal I al VI) pubblicati
annualmente dal “Cenacolo dei Poeti Dialettali Vicentini”. Collabora
attivamente, sin dal 1997, con il mensile padovano “Quatro Ciàcoe”. Sue liriche
e profilo critico-biografico sono presenti nel “Dizionario dei poeti, degli
artisti e degli autori” (1997-98, Tigullio-Bacherontius, Santa Margherita
Ligure), nella “Storia della Letteratura del XX Secolo” (1999, curato dal prof.
Giovanni Nocentini, Helicon, Arezzo), nella “Storia della Letteratura Italiana
Contemporanea” (2003, curato dal prof. Neuro Bonifazi, Helicon, Arezzo). Alcuni
suoi lavori poetici sono stati tradotti nelle principali lingue europee dagli
editori Book di Castel Maggiore e Carello di Catanzaro. Due sue poesie:
“Fatmata” e “Ahmed”, tratte dalla silloge Ragazzi, sono state musicate dal M°
Bepi De Marzi di Arzignano. Da qualche anno partecipa a
concorsi di poesia e narrativa, sia in lingua che in dialetto, conseguendo,
anche nell’ambito della letteratura per l’infanzia, numerosi e lusinghieri
riconoscimenti, i più recenti e significativi:
2004: "Dimensione donna" Striano; "La donna" Cittadella;
"Scriviamo un libro insieme" Torino; "Andrea da Pontedera" Pontedera; "Padre R.
Melis" Roma primo premio; "Mario Dell'Arco" Roma primo premio; "G. Caprara"
Ronchi di Ala.
Ha conseguito numerosi premi e riconoscimenti in
Concorsi letterari.
Sulla sua produzione letteraria hanno scritto, tra gli altri:
I. Bonassi «Una
poetica e delicata ricostruzione di un momento d’amore, con immagini suggestive
e termini appropriati e discreti, in cui, tra “respiri d’amore”, boschi
selvaggi, selve di castagni, rovinii di sassi e uno scrosciare impetuoso di
cascate, l’uomo si fa lupo e poi orso guerriero, lungo le tracce di un “tempo
incantato”. Un atto d’amore antico come antico è l’Uomo, un rito quasi sacrale
descritto con afflato romantico, di una semplicità disarmante, una notte
d’agosto con la complicità di una pioggia di stelle. Una poesia che sublima ciò
che molti scrittori del ‘900 dissacrano con la malizia, per non dire
l’ambiguità, di chi vuol far vedere in esso solo il puro atto erotico, non
quello profondamente ed emotivamente umano e spirituale di due innamorati.
L’immagine del lupo e dell’orso richiama alla mente ciò che ha scritto
Shakespeare in “Giulietta e Romeo”: “L’amore non è una cosa delicata, direi
piuttosto che sia troppo rude e troppo aspra, e infine troppo violenta: e punge
come uno spino”.»; N.
Bonifazi «Scrittrice di notevole livello,
poetessa di un’ intima e fervida immaginazione, che va al di là dell’apparenza.
Ha pubblicato anche versi in dialetto, filastrocche e poesie per l’infanzia.
Nell’ultimo libro, Tra nubi erranti, del 2001, presenta testi dalla
struttura compatta e intensamente congegnata, in un arco uniforme e non disunito
di dolci o turbati sentimenti. La serena e semplice bellezza formale dei versi e
l’apparente dolcezza del sogno e dei ricordi e la dichiarata trasparenza delle
passioni o erotiche o pietose, nascondono tuttavia un profondo e misterioso
malessere e un’ ansia di purezza religiosa che dona un rilievo particolare ai
versi, come nei seguenti: «Signore, dimmi | dove sei?...»;
L. Bronzi
«Versi agili, senza retorica, dotati di lucida
perspicuità, intonati ad una cadenza talvolta amara che denotano ricchezza
spirituale, maturità poetica che sa trasmettere pathos, questi di Ines
Scarparolo, frutto di una segreta ed intima familiarità con voci dentro, che
vogliono farsi immagine, talvolta realizzate da una memoria profuga dalla sua
interiorità, verso un mondo esterno dove avvengono fatti ed ingiustizie che non
piacciono all’autrice, poiché le procurano solitudine e senso di morte, ma al
contempo anche desiderio di riscatto, di affermazione esistenziale per il
raggiungimento di un più alto grado di spiritualità e lo declama in
“Riflessi”... In “Pioggia”, il valore strumentale del fenomeno fisico dell’acqua
che cade, diviene il luogo privilegiato della psiche, poiché il valore
dell’essere della poetessa, che aspira alla bellezza, bontà, fecondità, potenza,
verità, partecipa all’altissima dignità della natura, con la quale ella confonde
se stessa in un afflato panteistico.»;
R. Dal Zilio «...ma soprattutto ella possiede un'anima specialissima
per raccontare il mondo dell'infanzia e dell'adolescenza. Per una scrittrice
rivolta ai bambini è necessario mettersi nella loro lunghezza d'onda, calarsi
tout court nella dimensione del bambino.Per I.S. questo non pare difficile,
tanto ella possiede un'anima candida come loro, un modo di porsi che è
spumeggiante, effervescente e dolcissimo come sono appunto i bambini.»;
A. Izzi Rufo «Quindi poesia vera, che non si
cerca, che sorge spontanea, d'incanto, che dà emozioni, che avvolge d'estasi
interiore che incide segni indelebili nel profondo.»;
A. Lenotti «Grappoli di stelle è una
raccolta viva, fresca, sensuale, è nuovo, specie per una donna, scoprirsi in
questo modo, scrivere con tale intensità e chiarezza dell'amore.» «In Ed è
già quiete, l'atmosfera è tenue, rarefatta, come se si fossero rirate le
tende davanti alla finestra. Ma la luce del sole filtra lo stesso, illumina e
scalda ancora!»;
N. Maglione «La particolarità e il pregio della poesia di I.S. sta
nell'assenza di retorica e nelle piccole verità raccontate con semplicità, pur
senza mai scivolare nella banale. Le composizioni sprigionano un suggestivo
alone d'intimità, che tuttavia non scade mai nel mero intimismo.»;
A. Masiero «Sono veramente deliziose le
liriche composte da I.S., poetessa che fa parte del "Cenacolo dei poeti
dialettali vicentini" ed ha già pubblicato varie raccolte poetiche. Il
respiro dei fiori ... con semplicità e spontaneità va incontro ai bimbi e
racconta in versi le piccole e grandi realtà di ogni giorno. Con profonda
sensibilità entra nel cuore dei bambini e li invita a giocare con la fantasia, a
vestire di speranza i giorni, a spargere attorno "coriandoli di sogni"...»;
G. Nocentini
«La tensione lirica, in tempi in cui il lirismo appare
svuotato di ogni contenuto, sgorga dall’equilibrio parossistico della ragione,
sensibile al dramma sociale ed umano, che si sta consumando nel mondo, nel corso
di lotte fratricide manifesta il suo antibellicismo con parole di condanna e di
pace. In “Pasqua” ... versi pietrificati duri ma bellissimi, che scuotono le
coscienze. Chiara e netta è la posizione dell’autrice anche nei confronti della
gioia di una sessualità sublimata a superiori categorie, come in “Dodici
giugno”. La parola è riportata alle sue valenze primordiali e rifugge dal
concetto ingannevole della donna angelicata. Nei racconti, freschi, immediati,
taluni anche in dialetto, riesce a fermare momenti delicati della vita di tutti
i giorni, talvolta con significati mitici e simbolici che si intrecciano a
valori altamente morali e sociali.»; G.
Piccin Dugo «Non è facile l'analisi condotta da I.S. con lievità
d'immagini e limpidezza di stile: una lama affilata separa "la ragione" che
detta "mille saggi motivi per cancellare la sua fragile essenza", dalla voce del
vento. La chiara terminologia che caratterizza la prima partre della lirica (Dentro
di me: la vita), è già di per sé drammaticamente eloquente: "gesto
disperato", "lontano cielo", "la vita di un ignoto" ma si incrina, si dilegua
nelle strofe finali di fronte alla "carezza leggera" della natura che impetuosa
nel suo ciclo, "rifiorisce nell'accettazione" del più grande dono: quello della
vita.»; L. Pumpo «Quando fiorisce un
pesco è un testo chiaro, piacevole, simpatico che palesa senz'altro la vera
dimensione dell'esistere dell'a., non travagliata dalla precarietà, ma ricca di
forti sentimenti, limpida come il cielo dell'infanzia.»;
P. Riceputi
«Un ritmo musicale asciutto, quasi marziale e penetrante,
caratterizza i versi di I. S. I contenuti, espressi con
un linguaggio di sintesi ed aspetti iconici particolarmente felici, grondano
verità. Nella sua poetica si colgono un mondo di spiccata “humanitas” e la
valorizzazione dei sentimenti più nobili ed esaltanti.»;
R. Tommasi «Poetessa
e narratrice in lingua e in dialetto (veneto), fra il ’97 e il ’02 ha unito
raccolte di versi in cinque significative sillogi: S’ciantìse, Quando
fiorisce il pesco (per l’infanzia), Tra nubi erranti, Giochi di
colore e Il respiro dei fiori (ancora per l’infanzia). Tradotta in
diverse lingue europee e presente in importanti riviste e voll. collettanei, S.
è principalmente tesa al cromatismo; i suoni evocati, le quasi panneggiate luci
costituiscono un’area di linguaggio in cui vengono immesse sostanziali domande
(e implicite risposte) sulle necessità spirituali di congiungere la coscienza
dell’essere alla coscienza della natura come significante-guida del procedere
nella vita. Di più lieve mano (senza tuttavia dimenticare una conduzione
letteraria di notevole spessore) risulta la prosa, dove è riscontrabile anche
una vena umoristica e un sempre vivace tratteggio di tipologie umane.»;
P. Topa «Questa silloge
poetica (Il respiro dei fiori) per bambini e ragazzi ha una valenza
pedagogica e potrebbe ben figurare come testo di lettura consigliabile nelle
nostre scuole in alternativa a tanti spettacoli violenti e diseducativi che ci
vengono propinati dai mass media.»;
C.M. Turco «S. rivela notevole sensibilità
linguistica, fondendo sapientemente espressioni dialettali con il corpo vivo del
testo in italiano.»; S. Valentini
«Vorremmo leggerne di più di poesia come questa (Fra nubi erranti),
apparentemente senza vaste pretese ma compiuta nel senso e nella forma. ...qui
siamo in presenza di una voce poetica che ottiene esiti assai più vasti di
quelli cui ambisce e questo, lo diciamo in tutta franchezza, altro non è che un
grande merito e un inconsueto pregio.»
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nininscarpeta@libero.it
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