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Tribaudino
Luigi (Torino 1928 - 13/11/2016), poeta, scrittore e saggista, visse a Torino.
Ha presieduto
l'Associazione culturale "Due fiumi" e fece parte del comitato di
redazione del periodico culturale "Corrente Alternata", da lui fondato
con Aldo Mosnja nel 1991. Scrisse testi per canzoni, favole e racconti per
ragazzi e conduce rubriche radiofoniche. È stato presente in numerose pubblicazioni e
riviste oltre che essere animatore di incontri culturali a Torino e dintorni.
Ha pubblicato diverse opere letterarie, sillogi poetiche:
Verrà l'inverno e sarà primavera (1990),
Aspettando Odoacre (1992), I baci dell'ultima notte (1992),
Filo conduttore (1993, in "Amori
diversi"), Panta rei (1993), Il pescatore di luna
(1994), Casorati in versi (in coll. con Silvana
Copperi, 1996), Sette giorni in Sicilia
(2001), Sui sentieri del dubbio (2002),
E così fu - 399 versi rileggendo la Bibbia
(2004) e L.T. cantore dei nostri tempi
(2005); narrativa: Una via d'uscita (1994), La macchina del tempo (1994),
Udai (1996), Un lago di sorprese (1996),
Via Cossila 18. Storie di una casa di ringhiera
(1997), Ritorno al sapere (1999, versi e
racconti tra mito e realtà); la ricerca storica: Vanchiglia 1898 (1979)
e
il saggio Cenni di poesia sanscrita (2002).
Presente in numerose Mc e Cd con canzoni di cui è autore per la parte
letteraria. La sua poesia Barba Vigio, inserita nella silloge "Via Cossila
18", è stata musicata dal m. Riccardo Piacentini ed è stata presentata
per la prima volta la "Piccolo Regio" di Torino il 25 novembre 1995.
Fa parte del Cd Dat 80006 Recording della Datum-Stradivarius uscito in occasione
del "Settembre Musica 1997": al clarinetto basso Rocco Parisi, soprano
Tiziana Scandaletti. Primi premi letterari conseguiti: 1991, “Gens Antiquissima
Italiae” Perugia; 1992, “Farabolina” Viareggio; “Excelsior-Giornata della
Cultura” Roma; 1995, “Padre Formato” Roma; 1996, “Giovanni Gronchi” Pontedera;
“Otma” Milano; 2001, “Golden Press” Genova; 2003, Città di Pinerolo”; 2004,
“Sever” Milano.
Sull'opera letteraria di T. hanno
scritto, tra gli altri: L. Alfiero Medea
«Scrittore forbito e ironico T., con Una via d'uscita, riesce a
regalarci uno spaccato dell'Italia, una passerella di personaggi, tutti ben
delineati nella loro tipica caratterizzazione. Il periodare è fluido, godibile
alla lettura, ricco di immagini e di fantasia, ben costruito nelle varie trame,
pervaso da un tono pungente che sferza sia le debolezze e le ingenuità di
alcuni, sia la furbizia e lo spirito di arrivismo di altri, con un preciso
messaggio che vuole indicare la 'misura' come qualità più importante del
vivere sociale.»; G. Bárberi Squarotti: «Mi ha interessato la sua limpida poesia di memoria e di descrizione, sapientemente costruita nella misura perfetta delle immagini e del verso. Il suo è un discorso vivo e originale ...mi piace il ritmo tanto efficacemente scandito dal
metro.»; E. Bodini «Un poeta che oltre a
ricordare sa meditare anche in solitudine, ma per questo non si rammarica, anzi
il suo 'improvviso' rimare è una sorta di filosofia della vita che ha compreso,
vissuto e apprezzato con quella semplicità, voluta o forzata, come ogni buon
saggio, anche poeta e scrittore sa fare ma ben pochi sanno imitare.»; M.
Cavallero «...è poeta dell'amore e della coscienza civile di ognuno
di noi, ma la sua virtù più evidente, la meno nascosta, è quella di
comunicarci emozioni ed idee mediante strumenti letterari che non restano lì,
sospesi nel nulla, ma che sono in grado di 'dire', 'parlare', 'dialogare'..»; B.
Fasano D'Aiuto «T. visita la propria concettualità religiosa e
soprattutto umana e solidale, con giudiziosa tenacia di chi conosce la natura
delle cose...»; F. Fioretti «Dotato di
grande sensibilità umana ed artistica, T. riesce a trasferire nei propri versi,
in modo sintetico ma incisivo, immagini vive che scaturiscono dalle proprie
riflessioni e dai propri ricordi.»; D. Ghezzo
«L’ispirazione delicata di T. si apre a scenari d’infinito che rendono l’idea,
sottile e corrosiva, dell’entropia, del carico di umori venati di spleen che ne
discende, ma non rinuncia al senso di un riscatto ideologico e morale che lo
rende scrittore altamente positivo e costruttivo, a fronte di tanto deleterio
catastrofismo.»; G. Ladolfi «T. ha una rara
capacità di scrittura poetica che sa trattenere la forza della sua ispirazione
nel giro di dieci versi e possiede un corretto fren dell’arte, in grado di
impedire ogni eccesso sentimentale, attestandosi su uno stile forte e robusto
che, nella sua essenzialità, si pone anche come rigore morale.»; M.T. Massavelli
«...la dimensione umana dell'eros... nella poesia di T. si manifesta con vivace
attenzione agli episodi del contingente, mentre nella dimensione del sublime e
del sacro si profilano versi di straordinaria intensità, turgidi di empito
emotivo, dedicati alla 'donna' per eccellenza...»; A.
Mosnja «È la capacità di presentare l'anima delle cose e del mondo
che contraddistingue la vera poesia, e T. possiede una rara sensibilità che gli
permette di guardare il mondo e distinguere la vera essenza delle cose oltre il
velo di Maia.»; E. Rebecchi «La poesia è
lievitare di sussulti e stati d’animo. Penso che T. sia riuscito ad imporre il
suo passo di viandante lungo i sentieri in cui l’uomo, arricchendosi
intellettualmente, dona agli altri il meglio di sé.» ; P. Russell «...solo oggi
ho finito di leggere "Panta Rei", una esperienza preziosa in tutta la
sua intensa esistenzialità. Sono belle poesie con un controllo dei ritmi
eccezionale e con immagini vivide e rilevanti alla nostra vita contemporanea.»;
V. Scarselli «...la tua poesia è poesia del
nostro tempo, molto legata alla nostra realtà quotidiana, ad esperienze e
avvenimenti sui quali sei spinto a meditare. Chiara e trasparente è la scrittura
che non si rifiuta, fra un verso e l'altro, seppur con mano leggera, all'ironica
battuta e al sorriso distaccato.», oltre a molti altri critici.
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