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“Marilla 1958-2008”


L'avventura della poesia visiva
Della poesia visiva di Marilla Battilana

Franco Verdi

dalla presentazione della personale alla Galleria "L. Di Sarro"
Centro Documentazione Ricerca Artistica Contemporanea
Roma, 27 ottobre - 14 novembre 1998.

Oggi mancano due anni al Duemila. Le mostre di poesia visiva sono ecumeniche. Sono divenute moda prét-à-porter, una fiera del bianco, un supermarket. Aperte a tutti,"Un 18 sul libretto e un piatto di minestra non si nega a nessuno" come diceva il mio barone universitario. La scolastica della poesia visiva tende a trascurare la qualità.

Battilana presenta opere dove la visualizzazione del fare poetico è armonico e fuso col battito del cuore, col batter ciglio. Fa poesia (in greco poiein è fare) con impostazione filosofica neoidealistica, che ha l'erudizione vivificante, che possiede la filologia, che ha una solida cultura letteraria e pittorica, che ha conoscenza linguistica e filosofica, che sa l'immagine della poesia e la poesia dell'immagine. Le opere diacroniche pulsano della stessa linfa di quelle sincroniche. Talvolta scienza, talvolta poesia. Mai prive di senso, mai. Exempla, qualche appunto su qualche opera. "Pausa" del 1968. Semplice approssimazione al silenzio, al disappunto dei veleni nascosti nel segno d'interpunzione. Un punto e virgola. Una barriera che separa due masse compatte e disordinate di segnali trasferibili su carta. Le masse sono enunciati della logica e della matematica, che sono tautologici. Le masse sono enunciati delle scienze empiriche, che si possono verificare fattualmente. Assieme danno un senso di vertigine quasi metafisica.

"Average man" del 1971. Uomo medio, normale. Anche il neutro = avaria. Sovrapposto e piegato il supporto/fondo di cartoncino bristol diviene una barchetta di carta, che naviga tra slogans, luoghi comuni, TV, telefono, coca-cola, percentuali, frullati e serviti ben ghiacciati. Those nice good good niggers of old. She, lei, nella mente è il pensiero dominante Him, lui, l'ossessione prevalente. "Negro problem" del 1973. L'inesorabilità del supporto (carta da pacco) cancella le contrattazioni. Il coagulo linguistico si deposita sul fondo del sacchetto. Do not bend! Significa non piegare! Ma anche non piegatevi! Delivery è consegna, ma anche il parto, il dare alla luce. Reduced rate è tariffa ridotta, ma anche dal verbo to rate , valutare, stimare. Second class postage significa posta di seconda classe. Ma volutamente tagliato dall'Artista diviene posto di seconda classe. L'ambiguità semantica permea il materiale povero che involge i significati.

"Racconto" del 1995. La grande busta quadrata è un oggetto trovato, testimone la frase Giunta lacerata e riparata d'ufficio con firma illeggibile d'impiegato postale. Objet trouvé, un'opera che non ripesca il réprobo. Sparo a sorpresa tra i tanti limoni fradici di rivisto e riciclato. I legacci allentati danno l'idea per il collegamento segnico al fondo di cartoncino grigio, mi scrive l'A. Sì, è così: opere che non soppiantano l'accumulo d'essenze. Immagini esorcizzate del sorpasso della realtà nel sogno. Assicurata. "Lettera smarrita" del 1995. Raccomandata sul fondo di una metropoli americana. Grattacieli a selva ordinata, opere che non sono sorprese di quadri apatici-atipici. I remoti-moti-remoti della parola. Opere che non fanno poesia con la figurazione accanto percepita. Perfetta alacrità come misura dell'oggetto spiegato, nella metropoli che diviene studiolo petrarchesco.

Battilana estrae miele dai favi, attua una smielatura poetica. È un poeta bombice selvatico. Con ragione e istinto nutrisce e spiega risolutamente la coscienza caratterizzante gli studi umanistici. Filologia. Fico da fiore, collezione, crestomazia, florilegio. Erudizione. Secondo Anassimene la terra si sostiene sull'aria per la sua forma piatta (Aezio). Poesia e così sia. Non ne sono capaci i notomizzatori di estrarre il miele dai favi: intendo, i tecnici del cut up senz'anima, gli scolari del taglia e incolla. Battilana crea opere che non sono involucrum, involucro che involge. Integumento di poesia, che è naturale come più non si può. Opere che non sono accademiche, né gonfie di riferimenti bibliografici e burocratici all'aria fritta. Coperte, fasce, foderi, impiastri, vesti, brattee che circondano un'influorescenza-poesia. A Senofone di Colofone che gli diceva di poter mantenere a stento due servi, Gerone ribatte: "Omero, che tu strapazzi tanto, ne mantiene da morto più di diecimila!" (Plutarco). All'amico risanato Battilana regala la sua fiducia. Tenera nella parola, divertente e divertita, un po' snob, si prende sul serio. Non prende sul serio le tiritere poesie, le poesie delle tiritere, il gira-gira e il fila-fola. Chi disse "C'è una mente anche nella natura" sapeva quel che diceva. Così per sopra-viventi della bellezza e dell'ordine. Ritorni la storia. Greca. Etrusca. Romana. USA. In volute-sedute accademiche, ma senza i rumori di fondo. Senza l'assordante gracidare dei cretini, nello stagno palus putredinis multimediale...

Grazie, Battilana. Batti la loro zucca zotica. Non ti stancare. Mai.

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