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Motivazione del Premio
"Circe Sabaudia-Città di Latina 2003"
Franca Bacchiega
Una caratteristica esemplare, specifica, scorre lungo
tutta la poesia di Marilla Battilana: è quella di sperimentare, di ascoltare
l'altro, di ascoltarsi; riflettere, sentire con sensori particolarmente aperti,
ma anche particolarmente acuminati. E' una battaglia che Marilla Battilana
affronta e attraversa per arrivare all'espressione perfetta: un po' ironizza, un
po' partecipa, un po' si pente. Poi, in traslucido, commenta. O distingue.
O
deplora. Vediamo in "Per una definizione": Speranza è fare | una scommessa,
gettare | in aria una moneta | andare dall'indovino, dalla cartomante,
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chiedere una grazia | a un santo, un filtro | a una strega. Acquistare | una
macchina nuova iscriversi a una scuola | affrontare un esame |
e continua in
una serie di proposte, poi: Allo stato attuale della nostra | ignoranza è lo
stupore | del Dio che ci vede avanzare | sul filo di rasoio della vita i sempre
con questa precaria | speranza. | Infinita.
Parte sempre da un punto, psicologico o geografico, lo
afferra ben stretto, lo soppesa, lo impasta, lo prepara. Quando è cotto, ce
lo
offre sgarbugliato, srotolato, a volte in pezzi. Non di rado ci lascia in mano
una pena come di giocattolo rotto o, di più, come di prezioso cristallo
frantumato. Vediamo nella poesia "Coppie":
Provate a pensare a tutte
le coppie che conoscete e ditemi | se lei non è cuore e cervello | più in gamba
di lui... e più sotto: Possibili rivali | tengono insieme l'unione. Gelosia.
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Diceva allora un saggio | "Non esiste amore,
| esiste soltanto una paura | di ore vuote". Oppure in "Figli":
Ti vedo in viso a volte | l'ergastolo di assenza a
cui | li condannano. Misuri | a brevi o lunghi passi
| ... la distanza | che da
loro ti separa | sul tappeto del soggiorno | ... e più avanti:
O i tuoi sbalzi | d'umore, esplosioni irose | umane debolezze di fronte
| all'inspiegabile di
un amore | che genera senza esistere.
C'è una tale partecipazione al concreto, alla terra, nella sua poesia; c'è un
aderire così totale all'orizzontale del mondo che a una prima osservazione
sembrerebbe impossibile immaginare il volo, la fuga. Invece c'è: intelligente,
ironica, spesso sarcastica. Il dolore, dentro, è profondo come la ribellione.
Dice in una poesia intitolata "Personaggio femminile BRTGSP 47SGI ED602":
la ribelle, la raffinata ostenta | i suoi capelli grigi...
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troppo sovente sola | ... | e nell'aria risplende | la luce di un'estate che
a lungo | indugia su un orizzonte obliquo | apolide, inclassificabile. Una | che
non si lascia incasellare | non somiglia al lavoro che fa | didattica
accademica si sforza | di insegnare vanitose verità | femmina che frigge la tana
| ancora una volta e sempre | per decisione di popolo, puttana.
IJna nuvola sembra avvolgerla di caso in caso, un fuoco
sembra seguirla ininterrotto, sempre presente. Nella sua natura umana, e quindi
nella sua arte, questi due elementi, apparentemente inconciliabili; convivono
senza problemi: il fuoco non si smorza, la nuvola non
sfrigola. Ne esce una certa pace di natura non proprio spontanea,
una pace conquistata tramite una sorta di accordo, di trattato; non definitivo,
sempre aperto agli emendamenti; sospeso fra le situazioni da ridiscutere ogni
volta, su cui ironizzare senza perdere tempo, ma costruendo, costruendo, con
filosofiche obiezioni, e commosse ma dignitosamente trattenute memorie; con
intuizioni così concentrate da sembrare gelide, e sono bollenti; si veda
"Incompiuta": Uccelli si riunivano a stormi
| mentre noi si rientrava
stasera | nell 'esilio cittadino loro | espatriavano rimpatriavano col |
passaporto di Dio negato | per anni al mio ragazzo | ucraino buono come il pane
| cattivo come il crén, sudicio | come uno zingaro, | pulito come un marinaio,
falso | come un merlo, sincero | come l'angelo dell'annunzio
| sbronzo come un
lord | sobrio come un acrobata | sul filo, coraggioso come
| achille, spaccone come | rodomonte, lo sposo delle | betulle che non era per me
| spaccone
coraggioso fai- | sopulitosbronzsobriospor- | cocattivocomeilcrén-
|
buonocomeilpane lo sposo í delle betulle che non era per | me, il mio sposo
ucraino | volato fuori cornice da una | imperfetta fiaba di Chagall.
24 ottobre 2003
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