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Prefazione a
Doppi e metà
Enzo Concardi
Già in Emigranza (1993) Duccio Castelli aveva compiuto
un itinerario nelle dimensioni della memoria, attraverso una ricca gamma di
emozioni e suggestioni. Le connotazioni esistenziali e metafisiche di quella
silloge penetravano nelle `migrazioni' interiori e spirituali, così tipiche del
nostro tempo di smarrimenti.
In questa nuova fatica poetica – che si apre con un
omaggio all'arte ritrovata come àncora di salvezza `nel mare dello sgomento'
–
il poeta ripercorre una recherche del tempo vissuto, ora proiettata nelle
atmosfere oniriche dei mondi ideali dell'infanzia, ora ripiegata in nostalgiche
rievocazioni di modi di vita che non sono più poiché troppe cose sono cambiate
dentro e fuori l'uomo perché ancora si possano riconoscere gli stessi volti, gli
stessi sentimenti, gli stessi valori.
E la vita che è passata, che passa, ma che continua –
`andare' è il senso della vita – offre `occasioni' per amarla sempre più
intensamente, per apprezzarla nelle pieghe del `quotidiano', a dispetto dei
grandi progetti che sono sepolti sotto le macerie della storia collettiva e
individuale: il profumo dei fiori; i sogni della natura e nella natura; il
legame con gli amici come porto di affetti e di calore umano; gli struggenti
ricordi delle sue esperienze latino-americane, importanti e significative in
terra cilena, dove incontri e suggestioni ancora riecheggiano in versi che
tradiscono un 'emozione contenuta e il senso tragico del destino: "... è un
campesino del Cile | ... L'ho riconosciuto
| nelle sue pezze | ingrigito dalla
polvere | e i denti distrutti. | ... Non ci vedremo più.
| Adiós."
Duccio Castelli, attraverso un linguaggio piano e
autocolloquiale, sente comunque il bisogno di compiere un certo bilancio
esistenziale, poiché avverte l'incombere del tempo, l'incedere della decadenza
fisica, il peso della malinconia `indigesta sull'anima'. In ultima analisi
– tuttavia – il filo conduttore delle
leggi che regolano il mondo è l'amore. Il razionalismo del pensiero percorre
labirinti contorti: amare è vocazione e salvezza per l'uomo.
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autore |
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