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Note critiche a
Allegorie e simboli nel Purgatorio e altri studi su Dante (2002)

Roberta Gentile
“La rassegna della letteratura italiana”, Firenze, lug.-dic. 2004

“Il saggio di apertura, Allegorie e simboli nel Purgatorio (pp. 7-67), analizza tali figure lungo tutto il corso della seconda cantica, la più ricca, secondo il C., di sensi allegorici e simbolici. Completano il volume altri studi.”


Horatius Antonius Bologna
“Latinitas”, Città del Vaticano, set. 2003

“Hic praeclarum est opus nobis proponendum, quod, nitidis typis excusum, rebus, doctrina et sermonis elegantia ceteris praestat [...] Quae omnia, perpaucis paginis evolutis, animadvertit lector, qui rerum cognoscendarum cupiditate ita capitur, ut paucarum horarum spatio librum voret, auctoris peritia alliciatur, facundiam suspiciat, argumentationibus ducatur. Res et argumenta, cum de Alagherii opere agitur, paene infinita sunt; qua re quicumque opus adgreditur, nisi praecipua seligat eademque accurate circumscribat, ingenti molestoque libro periclitatur. Carmelus, Alexandrinorum praeceptis edoctus, quaedam, eademque praecipua, consilio selegit, accurate disposuit, dilucide enarravit. E tanto ac tam ingenti doctrinae eruditionisque thesauro paucas margaritas acrioribus humanioribusque viris ministravit [...] Altera vero pars rebus et argumentis non minus est affluens. Ex quibus caput illud, quod Analogie fra Dante e Luciano di Samòsata inscribitur, est memoria dignum, quoniam ex omnibus Comoediae explanatoribus et inquisitoribus primum Carmelus putat Poetam Florentinum Luciani Samosatensis opus, cui Historia vera titulus, accepisse. Quamvis cetera capita haud minoris pretii momentique sint, hoc, cum sagax ac novum sit, lectoribus et peritis commendare iuvat. Quibus et innumeris aliis de causis, primum Carmelum faustis ominibus prosequor, ut alterum de re librum edat, quo doctorum mentes alat sitimque exstinguat, tum professores et discipulos, ut, libro adhibito, doctrinam firment, vestigationem sollicitent. Exopto denique, ut hic liber apud vulgus magno accipiatur amore elatioreque bibliothecae loco dignus ducatur.”


Antonius Salvi
“Latinitas”, Città del Vaticano, giu. 2003

“Haud satis isti Dantis periti de “allegoriis” et “symbolis” disseruerunt. Merito igitur iureque Ciccia has “figuras” recenset earundem sensum interpretari studet. Pristinis quoque inquisitionibus ipse iuvatur: antehac namque opus evulgavit, quod Dante e Gioacchino da Fiore inscribitur [...] Adnotanda est, ut aliquod supponam exemplum, numerorum symbolica consideratio, qui sacris quoque in litteris magnum habuerunt pondus [...] Hymni quoque et preces complures frequentantur [...] Quaedam solummodo attigimus. At ampla est eruditio ac de Dante cognitio huius libri scriptoris, qui non modo Divinam Comoediam optime novit, sed etiam alia quoque Alagherii scripta, et Latino et Italico sermone exarata. Merito igitur iureque illius Italicae linguae patris extollitur auctoritas, quae civibus qui nunc sunt iterum veluti exhibetur, ut pristina documenta ac monumenta eaque praeclara haud oblivione obruantur.”


Salvatore Calleri
“Le Muse”, Reggio di Calabria, feb. 2003
“Il corriere di Roma”, Roma, 19.III.2003

“Mi sono più volte occupato di Ciccia scrittore, per un suo esercizio critico lungimirante diventato, si può dire, la sua ragion d’essere come intellettuale, attento osservatore e opinionista, instancabile operatore culturale. In questo suo nuovo lavoro, che arricchisce il suo rispettabile ‘curriculum’, appaiono vari saggi, materia di conferenze, relazioni, studi che contrassegnano il suo ‘iter’ culturale nel settore dantesco.”


Fabio Stemberga
“Il gazzettino della ‘Dante’ albonese”, Albona-Labin (Croazia), lug.-dic. 2002

“Il libro è utile poi per i numerosi riferimenti bibliografici, che fanno da sostegno a tutto il lavoro, e per le frequenti e circostanziate citazioni dantesche.”


Vincenzo Rossi
“Miscellanea”, San Mango Piemonte (SA), ago.-ott. 2002
“Sentieri molisani”, Isernia, apr. 2004

“Crediamo che ve ne siano pochi, per competenza, per studi, per amore e diremo pure per congenita disposizione, a trattare di Dante con tanta dignità quanta da tempo se ne riconosce in Carmelo Ciccia. I profondi e ampi studi sul nostro divino poeta condotti senza soluzione di continuità, le lezioni, le conferenze in Italia e all’estero, le opere pubblicate fano di lui uno dei maggiori dantisti attivi oggi [...] In queste pagine dalla lingua sempre felice ed efficace il nostro saggista dimostra una conoscenza eccezionale di quanti nel corso della civiltà si sono interessati degli argomenti di cui tratta [...] con la freschezza dell’esposizione, nonché con una solida e precisa cultura teologica. Dibatte diffusamente con specifica competenza anche particolari non sempre riguardanti i testi danteschi: domina la sostanza biblica, del cristianesimo, della patristica, dei vari pensatori. Ci basti qui annotare l’esauriente disquisizione sulla varia evoluzione rituale che ispirò Dante nella simbologia del “giunco” come umiltà che rende possibile la purificazione dell’anima [...] Carmelo Ciccia conduce con estrema accortezza la sua esegesi dentro una intricata rete di riferimenti e raffronti, il che non lo fuorvia ma dà vigore e certezza alle sue asserzioni [...] L’autore di questo interessante libro si dimostra in ogni situazione una guida sicura e confortante per il lettore [...] La guida alla comprensione simbolica e poetica di numerose figure femminili: dalla lontana loro origine alla funzione effettiva attribuita loro da Dante nel corpo vivo del suo capolavoro. Belle e partecipate, al di sopra delle altre pur affascinanti nel loro afflato divino e poetico, le pagine che riguardano Matelda [...] Ricordiamo le bellissime pagine dedicate al canto di Paolo e Francesca [...] e quelle che trattano dell’incontro di Dante con il trisavolo Cacciaguida [...] Originale e intenso il capitolo che tratta della santità di Gioacchino da Fiore e non meno interessanti sono le argomentazioni che il saggista adduce nella valutazione positiva della Divina Commedia maccheronica di Nino Martoglio. Un’attenzione particolare merita il denso capitolo che tratta di Dante nelle Arti figurative, da Giotto fino ai tempi nostri[...]”


Sergio Sciacca
“La Sicilia”, Catania, 11.IX.2002

“Nel nome di Carlo Grabher, che gli fu maestro, Ciccia scandaglia gli aspetti e le prospettive più rilevanti della Comedia, agganciandosi al lavoro critico più recente e presentando un quadro d’insieme compiuto [...] Con occhio sagace l’Interprete osserva il rapporto tra anime penitenti e vivi che per loro pregano e vi scorge una derivazione dal suffragium elettorale e clientelare dell’antichità classica [...] Vengono studiate le figure del paradiso terrestre (che di per sé sono un rompicapo di generazioni di esegeti), viene tratteggiato il romantico episodio di Paolo e Francesca, viene ricostruita la sequela che dal Simposio platonico porta al Convivio dantesco, viene analizzato con scrupolo il parallelo tra il viaggio nel Purgatorio e la “Storia vera” del sirio Luciano; si spiegano le allusioni equivoche ai sovrani di Sicilia e d’Aragona, si indaga sulla cavalleria di Marco Lombardo, sulla freddezza (allegorica?) di madonna Pietra, per giungere, approdo sorridente, inedito e per noi siciliani graditissimo, alla parodia che Nino Martoglio fece dei primi canti dell’Inferno [...]”


Renato Borsotti
“Sentieri molisani”, Isernia, mag.-ago. 2002
“La voce del Cnadsi”, Milano, 1.X.2002

“Nel libro, in esame, vi si trovano analizzati, con certosina pazienza, temi assai cari all’Autore, spiegati attraverso i numeri, ma non solo. La ricerca preziosa di Ciccia si snoda, soprattutto nella seconda cantica, ma è un continuum iter nella Commedia con riferimenti non secondari all’abate Gioacchino da Fiore. Il compendio, credo, di una vita di studioso [...] Ciccia sa cogliere quelle caratteristiche essenziali della Commedia, esprimendo convinzioni proprie, di grande rilevanza ed acutezza critica. Alcuni saggi della seconda parte del libro [...] riescono a chiarire, finalmente, l’interpretazione, ad un tempo rigorosa, ma piana, di episodi finora oscuri.”


Silvano Demarchi
“Nuovo contrappunto”, Genova, lug.-set. 2002

“Carmelo Ciccia non si limita a parlare di questa seconda Cantica e dei suoi impliciti significati, ma affronta altre interessanti questioni, come quella dibattutissima del Veltro, il riformatore spirituale che, secondo lo studioso, rifacendosi a una tavola di Gioacchino da Fiore, rappresenta “un clero puro e rinnovato [...] Un’interpretazione supportata da nuovi elementi [...] Interessante ancora il capitolo Analogie fra Dante e Luciano di Samosata [...] Molti altri argomenti tratta Carmelo Ciccia in questo prezioso libro, utilissimo per gli studiosi o per i semplici lettori di Dante.”


Francesco Giordano
“La gazzetta dell’Etna”, Paternò, 23.VII.2002

“L’enigma del Veltro nel primo canto dell’Inferno, in cui Ciccia - riprendendo l’interpretazione del Papini che vede nel Veltro la Terza Età: quella dello Spirito Santo - alla luce del Liber figurarum di Gioachino da Fiore, interpreta la nazion di Dante come il populus. Il canis-clero è il custode e la guida della nuova comunità, che include anche l’ovis-laicato[...] Nuovo e di particolare interesse è lo studio sulle Analogie fra Dante e Luciano di Samosata. Ciccia individua nella Storia vera di Luciano di Samosata (scrittore sofista greco del II sec.d. C.), opera definibile ante litteram di fantascienza, particolari narrativi e linguistici molto simili a quelli del “folle volo” dell’Ulisse dantesco; l’opera di Luciano costituirebbe, dunque, una delle fonti classiche d’ispirazione per il sommo poeta. Un guizzo di piacevole novità offre, invece, la lettura del paragrafo dedicato alla Divina Commedia maccheronica di Nino Martoglio[...] L’autore esalta, e fa risaltare, gli elevati contenuti morali della poesia e del magistero di Dante. La lettura del libro, corredato da note e da una buona bibliografia, si offre, oltre che come ausilio per uno studio approfondito di alcuni temi della Commedia, ad una scorrevole lettura, che facilita e rende gradevole la comprensione di alcuni dei più importanti e complessi concetti danteschi presenti nelle tre cantiche [...] Il lavoro di Carmelo Ciccia va quindi plaudito, poiché affronta, munito di validi strumenti di ricerca, d’analisi ed interpretazione letteraria, l’ostica materia dantesca. Il merito è maggiore quando lo studioso esce dalla “selva oscura”, alla ricerca di campi vergini cui nessuno è ancora giunto.”


Sebastiano Saglimbeni
“Gazzetta del Sud”, Messina, 19.VII.2002

“Lo studioso Ciccia ha sofferto questa scrittura così singolare: l’ha sofferta partecipandola nelle scuole, partecipandola altrove e per tenere accesa una grande poesia che continua a sentirsi vera e compresente in noi [...] Il lavoro di Ciccia ci può stimolare a rileggere Dante e di conseguenza a ricordare coloro che hanno detto su Dante [...] Il saggista Ciccia adopera una sua buona lezione da proporre al lettore, una lezione che fu vera lezione quando egli sedeva in cattedra e che ora risuona scritta, ovviamente, rivista e convincente.”


Paolo Ziino
“La voce dell’Unitre”, Catania, mag. 2002
“SiciliAntica”, Catania, set. 2003
“Nuovo frontespizio”, Rimini, dic. 2003
“SiciliAntica”, Palermo, gen.-dic. 2003

“Nel quadro delle sue ricerche storico-letterarie Carmelo Ciccia col suo recente saggio su Allegorie e simboli nel Purgatorio e altri studi su Dante ci fornisce un interessante ed esauriente studio sulla seconda cantica dantesca arricchito da notazioni riguardanti anche le altre due cantiche. [...] Tra i capitoli dedicati agli altri studi su Dante molto interessanti quelli dedicati a ‘L’onore e il disonore di Sicilia e d’Aragona’ ed a ‘La Divina Commedia maccheronica di Nino Martoglio’”.


Laura Simeoni
“Il gazzettino” (ediz. di Treviso), Venezia, 27.IV.2002

“A Treviso Carmelo Ciccia è conosciuto soprattutto per le sue “lecturae Dantis” negli incontri promossi dalla Società Dante Alighieri. Gli studenti che vogliono approfondire i temi d’esame, gli adulti decisi a rispolverare rimembranze scolastiche, persone curiose di saperne di più sul geniale autore della Divina Commedia frequentano le sue lezioni perché sanno che il prof. Ciccia ogni volta riserva sorprese, con l’attenzione ai particolari che gli giunge dalla sua approfondita conoscenza ed esperienza. Così saranno in molti a gradire il nuovo libro intitolato “Allegorie e simboli nel Purgatorio e altri studi su Dante”. [...] Accanto alle note erudite troviamo nel libro di Ciccia l’emozione che si prova riaprendo un testo sempre in grado di toccare il cuore dell’uomo.”


Maria Teresa Massavelli
“Talento”, Torino, n° 4/2002

“Disquisizioni dotte, preziose informazioni, attinte scrupolosamente, sia a fonti antiche, sia ad autorevoli, recentissimi commenti, costituiscono l’opera erudita del prof. Carmelo Ciccia, che nel suo volume “Allegorie e simboli nel Purgatorio e altri studi su Dante” (Pellegrini Ed. E. 15) ci presenta una qualificata rassegna delle fondamentali problematiche dantesche, principalmente incentrate, come enuncia il titolo stesso, su segni allegorici e simbolici. Di ragguardevole interesse la questione delle origini del concetto e del termine “Purgatorio”, [...] l’autore dedica un fondamentale capitolo alla simbologia dei numeri. Peculiari alcune osservazioni in proposito. [..] Quasi al termine dell’opera, l’Autore risolve il dilemma crociano “Poesia o allegoria?” [...]. Interessante il giudizio di Carmelo Ciccia sulla “Civitas Dei” rappresentata dalla “Firenze dentro de la cerchia antica” [...] Della dotta, circostanziata, attenta opera ci siamo limitati a porre in risalto le interpretazioni più complesse o inusitate e, per ciò stesso, affascinanti, presentate dal vaglio dotto e rigoroso dell’Esperto.”


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