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A casa dell'artista
Guido Sgaravatti
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Testo di
Alessandra Pucci
Fotografie di Luccia Danesin |
Lo studio è ampio
e luminoso, interamente occupato da grandi e piccole sculture, da tele di vario
formato, di periodi e influssi diversi, da scaffalature contenenti i suoi
scritti e le sue monografie, e negli spazi liberi, i manifesti delle sue mostre.
La persona s’impone per la statura e un garbo del linguaggio e dello sguardo che
gli danno un fascino di cui forse è inconsapevole...e ciò gli giova perché
lascia intuire la luce della curiosità tanto rara negli adulti e così vivida nei
bambini. Conversiamo come vecchi amici anche se il Maestro ed io non ci siamo
mai incontrati, ma la spontaneità è anche frutto della memoria di affettuose
relazioni tra gli Sgaravatti e i Danesin: insieme hanno condiviso un periodo
esaltante di esperienze artistiche e sociali, nella Padova degli anni ‘70.
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Alle spalle di
Guido quattro grandi quadri catturano l’attenzione per l’atmosfera quieta che li
permea: sono opere figurative forse degli anni ’60 con vaghe reminiscenze
Saettiane condotte con impasti soffici che fanno vibrare di luce propria le
nature morte e le figure. Chiedo la data di queste opere, ma l’autore risponde
che non è importante perché i suoi dipinti nascono da stati d’animo che hanno
assorbito gioia o dolore dei sogni e della realtà nell’ascolto di tante voci
alla ricerca della conoscenza di sé. Guido Sgaravatti è profondo conoscitore del
cuore, entra nei meandri della mente con cautela e sensibilità per alleviare il
peso di esistenze tormentate. La sua capacità di unire il sapere filosofico
occidentale e orientale alla espressione artistica e alla scrittura, ne fa un
uomo rinascimentale capace di accedere con competenza in varie discipline, senza
alcuna preoccupazione per il successo.
Nel saggio La
logica dell’irrazionale Sgaravatti scrive: “Personalmente ritengo che, sia in
oriente che in occidente, in tutte le epoche, uomini intelligenti abbiano
osservato i fatti della vita ed abbiano dato risposte intelligenti a questi
fatti. Solo che avendo usato linguaggi ed angoli di osservazione molto diversi,
ne sono sorti termini e schemi mentali differenti, per cui il mondo si trova con
una cultura a paratie stagne”.
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Procede nel tempo
e nello spazio come i saggi di antica memoria, incurante del frastuono del
nostro presente, dal quale tuttavia riesce a distillare gli elementi per farne
un racconto magico tra tele, scultura e incisioni. Ci mostra con orgoglio lo
studio dove troneggia il grande torchio a stella: lì, su quella superficie di
oltre un metro, nascono le incisioni così importanti nella sua carriera di
artista. Bisognerebbe parlare a lungo della sua tecnica, dei monotipi di grandi
dimensioni che hanno caratterizzato la sua originale ricerca grafica. Guardiamo
le monografie di vari periodi e sempre emerge lo spirito audace di chi cerca
senza sosta altre vie ed altro stupore.
Al computer ci legge alcuni brani del
libro di psicanalisi che tra breve darà alle stampe. C’è tutto un modo di
esercitare la conoscenza dei sentimenti umani che sembra essere la sintesi tra
la cultura orientale, cinese in particolare, e quella occidentale. Credo che
avere tra le mani un simile testo costituisca un supporto efficace per meglio
capire chi siamo e forse per avanzare nei meandri degli accadimenti con più
coraggio, e con più naturalità. Dichiara la sua sincerità di pensiero sapendo
anche di doverne pagare il prezzo, con un proverbio arabo: “A chi dice la verità
regala un cavallo, ne avrà bisogno per fuggire”. Della natura s’è parlato, e di
tante altre cose, tutte legate all’affettività del Maestro per ogni forma di
vita, e anche della vita delle cose che racchiudono misteriosi messaggi.
Carriera lunga e densa di eventi, viaggi, con anni di residenza in Australia,
luogo così lontano per tradizioni e cultura da questo nostro Paese, dal quale è
tornato ricco di esperienze e di nuovi valori. Raffaella è la compagna dolce e
paziente di quest’uomo geniale, a cui sa dare l’ancoraggio necessario della
famiglia e della casa. Gli spazi vissuti dall’artista e dalla moglie sono
attigui, ma distinti: accediamo al secondo per il brindisi cordiale che conclude
la nostra visita. Luccia scatta le ultime foto della mattinata, trascorsa così
piacevolmente da non esserci accorte che è sopraggiunta l’ora di pranzo.
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A presto.
Notizia
Guido Sgaravatti vive a Padova, Studioso di
filosofie Orientali, ha sempre indagato su temi della
psicologia del profondo; Maestro Yoga Ha tenuto corsi e conferenze per formare
insegnanti yoga. Si è dedicato anche al teatro stringendo
rapporti con Amleto Sartori e con il mimo J.J.Lecocq. All’ Accademia di Venezia, è
stato allievo di Strazzabosco, poi a Napoli con Emilio Greco e Giovanni Ardini dai
quali ha appreso la tecnica della fusione in bronzo. Sue opere monumentali sono visibili in
molte città italiane. Della sua complessa attività artistica e
culturale hanno scritto: A. Bambara; V.
Benvenuti; S. Marini;
S. Maugeri; C. Munari; F.
Solmi; A. Tarantino; S. Weiller Romanin Jacur; G.
Werlen.
e-mail:
guisga@libero.it -
www.studiosgaravatti.com/guido
- http://web.tiscali.net/sitodiguido
Abc Veneto dicembre 2007
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autore |
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