| |
In vetrina
Stellina e croce di Maurizia Rossella
“(..) la
capacità di approdare alla serenità del dolore, che è poi il vero amore: quello
cioè che, pur riconoscendo la propria incapacità di alleviare una pena, se ne fa
comunque carico.”
(Aldo Carotenuto “L’eclissi dello
sguardo”)
|
 |
Una stellina, una croce stanno a
punteggiare due date: la nascita e la morte.
Fra le due date Lei, zia Clara. La sua
vita, tante vicissitudini, mille e mille sguardi e pensieri, amori e
sentimenti. Tutta la complessità dei giorni stratificati, delle ore dolorose,
degli incontri gioiosi sembrano così suggellati in pochi numeri su una tomba.
Parte da questa staticità il contrapporsi
invece del ricordo che sente la nostalgia del suo passo, dei tanti e frammisti
dialoghi, di quella sua voce che “Scarletta” – così la chiamava la zia
– sapeva
interpretare nelle tante sfumature e cadenze. Un legame forte e delicato che
vede zia e nipote riflesse ognuna nel desiderio dell’altra: ognuna si ama, si
nutre e prende energia dall’amore che riceve.
Ce lo racconta Maurizia Rossella nel suo
primo romanzo Stellina e croce, uscito da poco nelle librerie.
Fanno d’insieme alla storia tanti parenti:
personaggi dagli appropriati soprannomi e resi animati da un parlato dialettale
veneto che trascritto risulta fantasioso, ricco di espressioni pungenti, anche
salaci. E’ un viaggio autobiografico, a ritroso: di
riconoscenza. Un concatenarsi lieve di pensieri vissuti, di aneddoti ritrovati
intatti e vivi, forse perché già allora erano stati sentiti preziosi.
 |
|
La prof. Saveria
Chemotti e l'autrice Maurizia Rossella. |
Maurizia, pagina dopo pagina, sembra
compiere con attenzione un’ultima indicazione suggerita dalla zia. Si accompagna
in un rito fortemente simbiotico. Mentre “la dice” e le dà senso e corpo, la
porta a mescolarsi, a prendere posto e presenza dentro di sé, tanto da sentirsi
lei stessa “zia Clara”:”So che nessuno mi crede, ma ora che è morta io sono
lei” . La storia finisce infatti nella proiezione di Scarletta anziana
che, ad un’amata nipote che la va a trovare, ripete gli stessi insegnamenti e
consigli, gli stessi gesti che furono della zia.
E
così – ricongiunto il cerchio – tutto ritorna e sopravvive.
Breve nota biografica dell’autrice
Maurizia
Rossella Perandin è nata a
Schio (Vicenza) nel 1949, nel 1974 si è trasferita a Padova, ora vive a Vò Euganeo.
Ha pubblicato
quattro libri di poesia: 32 agosto, Occhi di Rosa, Sottomarini felici, Vita
naturale. Scrive testi di teatro musicale portati in scena
dall’Interensemble: Nadine donna di fiori, Concert’azione, Aline Alone
creatura elettronica, Antenore eroe migrante. Collabora alle pagine
culturali dei quotidiani del Gruppo L’Espresso (Il Mattino di Padova, La Nuova
Venezia, La Tribuna di Treviso). E’ direttrice responsabile della rivista
semestrale “Scorpione letterario”.
AbcVeneto, nr. 41/ 1 agosto 2007
foto © di Luccia Danesin
| |
 |
autore |
|