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Altri luoghi d'arte
La Stamperia d'Arte Busato
Testo di Alessandra Pucci
Fotografie di Luccia Danesin
Vicenza, Contrà Porta Santa Lucia 38 |
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Martedì, 20 Marzo 2012 alle h.18.00, Giancarlo Busato,
titolare della omonima stamperia, ha voluto presentare le opere grafiche appena
stampate, di Livia Carta.
Un incontro singolare in un ambiente ricco di suggestioni
dove il lavoro è passione che si trasmette da una generazione all'altra: sono
oltre 60 anni che la stamperia ha iniziato il percorso che fu voluto da Ottorino
Busato, sviluppato dal figlio Giuliano e ora condotto con grande professionalità
dal nipote Giancarlo. Il palazzo cinquecentesco dentro cui c'è la stamperia,
merita una visita come per un museo: gli spazi destinati al lavoro, sono al
piano terra, in ambienti dove la luce è principalmente quella artificiale, con
mobili destinati a contenere risme di carta, inchiostri, lastre di zinco,
barattoli di vernici, e mensole con le pietre per la stampa litografica che qui
è ancora possibile realizzare come prima dell'avvento della tecnica della
fotolito.
I grandi torchi a stella s'impongono come sculture lignee
all'interno dei vari ambienti: c'è ovunque una magica sospensione del tempo,
forse è la cura per ogni cosa usata che qui trova una collocazione e una memoria
che non trascura i particolari, compresa la figurina di legno con un cappello di
carta appoggiata sulla mensolina accanto ai manifesti dei primi anni '60.
Si respira l'atmosfera dei laboratori artigiani che ora non
esistono quasi più, luoghi in cui il lavoro viene condotto dall'inizio alla fine
dalle maestranze che contribuiscono con l'operosità allo sviluppo e al
rendimento di queste realtà.
Contributo che non si ferma davanti all'orologio e nemmeno
di fronte alle calamità, come dopo l'alluvione del 2010 che riempì d'acqua e
fango questo laboratorio: rimboccati le maniche e muniti di stivali e pale,
Giancarlo e il suo collaboratore Valerio hanno pazientemente recuperato ciò che
era rimasto, e di nuovo, dopo sei mesi dal disastro, sono tornati a stampare.
Alle pareti sono visibili le lito di Zancanaro, di
Treccani, e di molti artisti soprattutto veneti che hanno potuto sperimentare e
produrre opere grafiche di eccellenza.
Le parole di Giancarlo esprimono pienamente il senso di
questo mestiere che come lui dice, non s'impara in nessuna scuola, ma solo con
la dedizione quotidiana e la pazienza che consentono di ottenere quei risultati
che si condividono con gli artisti.
“Alzare ogni giorno un foglio dal torchio litografico o
calcografico è, per me e per il mio collega Valerio, una gioia. Vederlo poi
assieme agli Artisti e notare nei loro sguardi la soddisfazione dopo giorni e
giorni di fatiche e lavoro premia ancora di più la nostra professionalità”....
Intorno allo stampatore che spiega ai presenti le fasi della
tecnica incisoria in generale, sono appesi ai fili, i fogli freschi di stampa, fermati con le mollette
di legno da bucato, opere che Livia Carta ha realizzato nell'arco di due mesi, concentrandosi nella
sperimentazione della Xilografia, poi nella Linografia a più matrici colorate
che le hanno permesso di ottenere risultati originali sul piano tecnico. Queste
opere sono molto interessanti anche nei contenuti che ripropongono le tematiche
da lei affrontate su tele di grandi dimensioni, riuscendo ad ottenere effetti
di segno e colore, freschi, come usciti dalla pennellata trasparente
dell'acquerello e nello stesso tempo dalla immediatezza del disegno.
“Km Zero” è stata intitolata questa “vernice” insolita,
destinata a poche persone, per un tempo pari a quello dell'asciugatura dei fogli
appesi e della presentazione fatta dallo stesso Busato, che ha saputo
coinvolgere e interessare tutti.
Nel caso delle opere di Livia Carta, la collaborazione è
stata quotidiana, poiché la difficoltà del lavoro dell'artista si doveva
confrontare con la possibilità di ottenere determinati risultati: ciò è stato
possibile grazie alla sistematica verifica di ogni passaggio per ogni matrice,
sempre sotto lo sguardo vigile di Giancarlo e Valerio.
Non ricordo con precisione il numero dei fogli stampati, ma
sono certo più di trenta, con tiratura limitata, di fatto opere uniche, che
sorprendono per la varietà dell'ideazione e la difficoltà dell'applicazione.
Livia ha potuto coinvolgere nell'emozione della prima
visione, le Soroptimist di Vicenza di cui lei stessa fa parte, e poche altre
persone addette ai lavori, per motivi di spazio e di tempo: infatti appena
concluso il brindisi di rito, lo stampatore e il suo collaboratore hanno
sistemato i fogli stampati nelle cartelle, pronti per un nuovo viaggio, per
altra situazione visiva, forse in uno spazio espositivo classico, dove
riusciranno ad accendere l'interesse dei nuovo fruitori, ma, la poesia di questa
esposizione credo che resterà a lungo impressa nella memoria di chi è stato
presente.
Come souvenir ho
chiesto un po' di tarlatana già usata per la pulitura delle lastre: sono la
testimonianza di quanto lavoro ci sia dietro ogni acquaforte, puntasecca,
acquatinta, e come siano importanti e preziose le mani di chi ama il proprio
lavoro. | |
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