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Andare per Mostre
Personale di Maria Baldan
Palmanova, Polveriera Napoleonica
13 Giugno-12 Luglio 2009
testo di Alessandra Pucci
fotografie di Luccia Danesin
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Il titolo della
mostra è suggestivo Della terra e dell’acqua come il contenitore
architettonico che ha già visto al suo interno mostre altrettanto interessanti
di artisti molto noti nel panorama dell’arte contemporanea. Una vasta sala
completamente bianca fino al soffitto con volta a botte, accoglie il visitatore
che immediatamente s’immerge nella visione delle opere che si stagliano nella
sequenza di formati diversi e di colori diversi: a destra l’Acqua, a sinistra la
Terra. Blu e argento per l’acqua, bianco e ocra per la terra; Maria Baldan
propone in modo speculare i due temi che da sempre costituiscono gli elementi
fondanti la sua poetica. L’allestimento è pensato per esaltare i vari passaggi e
ricerche tecniche-espressive che differenziano ogni singola opera pur nella
continuità dello stile personalissimo dell’Artista. La mostra è presentata dalla
giornalista Maria Irma Mariotti, nel catalogo e all’inaugurazione: una visione
delle opere che coglie aspetti nuovi considerando il principale elemento ”la
forma dell’acqua” come se l’Artista intuisse il senso più nascosto di essa
rendendola visibile nell’immobilità quasi bloccata per un momento dal suo
continuo fluire. Forma concettuale ma anche pensiero filosofico che riflette la
meditazione sul significato profondo del vivere in ascolto della natura. Maria
Baldan traduce con il suo linguaggio limpido le emozioni del creato, di quella
bellezza che ci sta accanto con semplicità, nel campo fiorito, nella terra
arata, nelle pietre e nei sassi lungo il fiume o in riva al mare.
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Anche nella
mostra a Stra, 2002, nelle sale di Villa Pisani il tema terra-acqua
s’intrecciava in un continuo rimando da un’opera blu e metallo per l’acqua a
quelle più pittoriche e luminose della terra, sempre siglate dalla ricerca
dell’essenziale che per Maria Baldan è il punto di partenza e di conclusione di
ogni sua opera. Non minimalismo ma un lavoro costante per realizzare spazi di
luce su luce, ombra su ombra con strati sovrapposti a velature sui grandi e sui
piccoli pannelli, fino ad ottenere l’effetto impalpabile degli azzurri e dei
bianchi.
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Ogni
inaugurazione diventa il momento in cui l’Artista è insieme alle sue opere un
corpo unico, un rapporto che si espande sui visitatori, gli invitati, gli amici
rendendo ogni volta diverso il senso e l’emozione della visione. Del resto anche
per Maria la visione di questo allestimento l’ha indotta a dire “...amo
moltissimo le mie opere blu e l’acqua che in esse si manifesta, però la terra
che le fronteggia nella parete opposta m’invita a riprendere più spesso quel
cammino...” Credo che non ci saranno sospensioni o conflitti, ma solo un
alternarsi della ricerca secondo l’ispirazione del momento.
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Mentre fuori gli
ospiti brindano con l’Artista, approfitto del vuoto improvviso e del silenzio
per concentrare l’attenzione sulle opere che più mi attraggono: della terra
sento vicino al mio stato d’animo “La terra e l’autunno” e Il deserto e il
silenzio”: entrambe corrispondono pienamente al pensiero di Maria intorno al
senso del tempo e alla vanità del mondo; dell’acqua mi attira “Il fiume “del
1998 e anche “Nel profondo del mare” dello stesso periodo, opere significative
perché nella trasparenza dei blu, s’insinua l’elemento vetroso su cui si
riflette una luce in frammenti che accresce il mistero della profondità del
mare, del fiume di tutta l’acqua che scorre e si blocca su queste superfici.
Sarebbe necessario un lungo e articolato
discorso sull’opera di Maria Baldan, ma la leggerezza di una osservazione
partecipe e anche essenziale, penso sia il modo migliore per suggerire
l’incontro diretto con le opere di questa Artista nella incantevole cornice di
Palmanova.
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autore |
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