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Soglie tra notte e aurora: il tempo, il ricordo
Performance tra rito collettivo e spettacolo

Il Mattino di Padova
27 novembre 2005

Maria Luisa Biancotto

Lontano dalle scontate formule d’intrattenimento mediatico, di spettacolarizzazione, condotta invece, con fine e impercettibile regia,come sorta di rito collettivo del ricordo, recupero di un momento della nostra cultura e tradizione che fa del mese di novembre “il simbolo dell’annuale passaggio stagionale, della luce che declina, da sempre dedicato alla commemorazione dei morti”, “Soglie…nostra parte di notte, nostra parte d’aurora”, la serata proposta venerdì all’ex Fornace Carotta dall’associazione Domus Musica & Arte, s’è rivelata una modalità d’incontro culturale riuscita e coinvolgente, assolutamente inedita e controcorrente. Serata di raccoglimento e riflessione

Intorno al tema del tempo, della memoria, del legame con coloro che abbiamo amato e non sono più, esplorato attraverso il contributo dell’arte e della poesia. L’incontro è stato scandito da alcuni leader di Strass, Schumann e Wolf, interpretati dalla soprano Sonia Marcato, accompagnata al pianoforte da Keiko Imai, e dalla lettura, nella traduzione italiana, per la voce di Giuseppe Savio. Dalla proiezione di un sapiente video sulle immagini fotografiche di Luccia Danesin, tratte dall’omonima mostra “Soglie”, ispirate alla assorta e tenera solennità dei monumenti funerari dei nostri cimiteri, commentato dalla vibrante, estemporanea, esecuzione jazz, al piano, del maestro Giancarlo Pavan. Dalla lettura di alcune poesie di Luccia Danesin, Lalla Romano, Margherite Yourcenar, Emily Dickinson e Giovanni Pascoli nell’efficace interpretazione dello stesso Giuseppe Savio. Momenti che gli interventi della giornalista Anna Maria Zanetti hanno valso a collegare con ulteriori spunti di meditazione o sottolineature. Nello spirito conviviale dell’iniziativa, che ha regalato forti sollecitazioni intellettuali ed emotive, la serata si è conclusa condividendo dolci e frutti di stagione della tradizione: castagnaccio, pinza, patate americane e vino novello. “L’arte – scrive Danesin nell’invito – è da sempre la risposta tangibile alla morte, è continua rinascita del suono, del pensiero, dell’immagine. Integra il giorno alla notte, ricrea il perduto, ci sopravvive”.

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