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Nel giardino
della luna
Stralci di critiche sulla mostra personale
Roberto Lamantea
Quello di
Luccia Danesin è uno sguardo innamorato della profondità, ma come scriveva Ugo
von Hoffmannsthal la profondità si rivela alla superficie, le note leggere
dell’essere seguono lo scorrere dele forme come una musica. L’obiettivo si
insinua nella corolla di un fiore e si ferma, trattiene il respiro, ama il
dettaglio, ma gioca sulle sfumature. (…) Vedendole in sequenza, le fotografie si
leggono come una danza: sono un balletto silenzioso.
Gustavo Millozzi
...con indubbia capacità e sensibilità (…)
Luccia Danesin ci presenta il lavoro di un’artista che è
penetrata profondamente ed intimamente in un mondo nuovo dove colori e forme da
lei ricreati, scoperti e fusi in calda unione, ci conducono alla scoperta di un
diverso affascinante pianeta fino ad oggi da noi esplorato solo
superficialmente: il fiore.
M. Luisa Biancotto
…le foto di Luccia Danesin non sono solo il compiuto svelamento della forma
attraverso la luce, giocando sugli effetti della distanza dall’oggetto
fotografato, esse lo trasfigurano, ce ne offrono una lettura, un’originale
interpretazione. Foglie e fiori divengono allora elementi d’un paesaggio
dell’anima, voci che suggeriscono altre immagini, che rimandano ad altro (…)
Sapore di intimità ritrovata, consapevolezza del presente, sono le note di
questa partitura che conosce vertici di autentica poesia.
M. Beatrice Autizi
Il lavoro della Danesin non è una ricostruzione ma una sorta di ‘rivelazione’
(…) la ricerca di una realtà alternativa rispetto alla velocità con cui tutto
ciò che appare viene fagocitato. Le immagini costringono l’occhio a soffermarsi
su di esse, a cogliere i particolari, a viverne le atmosfere. Un’occasione,
insomma,.. per andare alla ricerca di quella felicità visiva che diventa sempre
più difficile trovare. I colori si trasformano in emozioni, sfidano la
perfezione, diventano simbolo del tempo e della vita.
Silvana Weiller Romanin Jacur
...E allora ritroviamo gli elementi
propri alla discussione dell’arte: forma, colore, materia, densità, trasparenza,
tutti giocati, composti, disposti, evidenziati dietro allo schermo
dell’obiettivo. E’ una lezione di saper vedere e saper sentire che il mezzo
meccanico non oblitera ma piuttosto esalta e imperiosamente chiede per
raggiungere l’eloquenza poetica di là dalla piatta documentazione. Tanto va
detto in omaggio alla generosità di Luccia Danesin che ci permette di scoprire
cose ‘mai viste e passo passo ci conduce in un giardino
di amore e meraviglia.
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