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Soglie
Stralci di critiche sulla mostra personale
Personale fotografica svoltasi all’Oratorio di San Rocco a Padova nel periodo 10 Luglio-1 Settenbre
2002
Maria Tescione
Il Sole 24 ore n/e
(..) da una
ricerca interiore, vissuta con particolar sensibilità, nascono le immagini di
“Soglie”, monumenti e statue dagli intensi chiaroscuri, sguardi fissi nel vuoto,
mani che si stringono, figure di una tenerezza struggete, angeli che si
stagliano protettivi. (..) immagini che evocano uno spazio sacro in cui la
memoria e l’amore possono ricreare un incontro tre vivi e morti (..)
Marco Bevilacqua
Il Mattino di Padova
La nuova Venezia
La Tribuna di
Treviso
(…) fotografie che invitano a
soffermarci sul mistero della vita, a considerare il tempo che a ciascuno è dato
come opportunità da non sprecare. (..) statue funerarie, pietre sepolcrali senza
nome, piccoli segni che contraddistinguono i luoghi deputati a onorare il
ricordo dei defunti. In un bianco e nero elegante, attento ai particolari,
l’artista scava negli spazi silenziosi dell’animo umano, mira a coglierne le
epifanie, alla ricerca appunto di quelle “soglie” che segnano il confine tra
presenza e assenza, tra spazio e tempo, tra esistenza e ricordo. L’amore e il
rispetto per i morti diventa amore per la vita. (..)
Ines Thomas
Il Gazzettino di Padova
(..) Ma la ricerca non è solo un
percorso fotografico di bellissime statue, lapidi, espressioni artistiche di
chi non c’è più.E’ piuttosto componimento poetico, un movimento che sa di musica
e di voci e che scaturisce spontaneo da chi si pone non solo come osservatore
del dolore ma di chi nel dolore si è immerso per cercare delle risposte (..) ne
fanno fede i suo scatti, tutti stanno insieme in un canto comune (..) il
cimitero non come luogo di assenze ma di presenze (..)
M.L. Biancotto
Il Mattino di Padova
La Nuova Venezia
La Tribuna di Treviso
(..) affascina in
questa assorta visitazione l’atmosfera di silenzio che ha saputo ricreare
attraverso la tensione delle inquadrature: un silenzio raccolto di riverente
ascolto, che apre a un’altra percezione, e induce alla quiete, alla
riflessione.(..) Proseguendo con coerenza una ricerca che la vede attenta al
significato dell’esperienza e che trova la poesia e la fotografia strumenti
diversi ma complementari per focalizzare, nell’irripetibilità del momento, il
limite in cui si condensano il colore della vita e la rapina del tempo (..)
M.R. Ugento
Punto di Vista
Padova
e il suo territorio
(..) E’ uno
scenario emozionante, quello costruito dalla D., che richiama memorie ed
affetti, rimpianti e rassegnazione: tutto entro cornici ovattate, come avvolte
da una pacata consapevolezza da cui emana una forza interiore. Il Cimitero
dunque diventa “soglia” di ripensamento, ma insieme di accostamento, tra le
memorie umane e la sacralità dell’Aldilà. Bravissima in questo straordinario
impegno, riposto in forma di visione, sul crinale che ad ogni uomo e a ciascun
artista fa tremare le vene e i polsi.
Il Mattino di Padova
Dall’opera
dell’artista veneta è la dimensione temporale, che richiama tanto il passato
quanto il futuro di cui noi visitatori siamo parte integrante, a emergere
maggiormente nel contesto di un luogo in cui si incontrano “presenze” racchiuse
nelle proprie fragilità, nella vita affettiva ed intima. Le fotografie
rappresentano scorci di statue, immagini di pietra, lapidi, drappeggi in
chiaroscuro, sguardi avvolgenti, mani intrecciate, braccia cariche di energia,
per una tensione in cui forte è il coinvolgimento tra lo spettatore e l’oggetto.
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autore |
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