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Francesco di Ciaccia
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Opere monografiche
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Gian Piero Stefanoni
with Francesco di Ciaccia
• Di Novembre (alveo) e la poetica
dell'aderenzaArchivio Provinciale
Cappuccini Lombardi, Milano (Eliografica, Correggio) 2023, pp. 229.
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• Lo spirito e la carne.
Conferenze
e discorsi pubblici
Presentazione
dell'autore.
Seconda edizione ampliata e aggiornata.
Cleup, Padova 20222, pp. 318 + foto e immagini a colori
Leggi il testo integrale
I p
Leggi il testo integrale II p
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• Guerra Carestia Peste.
Con i
frati cappuccini nell'opera manzoniana
Una
presentazione di
Costanzo Cargnoni.
Introduzione dell'autore. In copertina: Alessandro Manzoni e i Cappuccini
(da una foto originale con firma autografa)
Edizioni Biblioteca Francescana, Milano 2020, pp. 549+64 ill. f.t.
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• Tematiche e figure cappuccine
nell'opera “La porta della modernità” di Francesco Buzzi
(Scritti di Francesco di Ciaccia, Recensioni saggistiche, 1)
Archivio provinciale Cappuccini Lombardi, Milano 2019, pp. 58.
Leggi il testo integrale
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Franco Buzzi abbraccia, in due corposi volumi, le linee e lo sviluppo della
cultura, nel Milanese, dalle soglie del sec. XV alle porte del sec. XVIII,
delineando istituzioni e indicando i protagonisti. In questo panorama,
circoscritto ma imponente, lo storico Francesco di
Ciaccia allarga il discorso e approfondisce lo studio su alcune tematiche e
su alcuni personaggi dell’Ordine dei frati minori cappuccini, inserendovi
così un tassello significativo della storia del cristianesimo milanese. |
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• Poesie
Niemand, Limbiate 2018, [pp. 24], efc.
La
selezione di poesie ha mirato a rendere pubbliche quelle di argomento
letterario riguardanti personaggi manzoniani e Francesco d’Assisi. Altre
toccano invece temi esistenziali.
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• Un “sospetto” di Antonio Stoppani
riguardo alle fonti manzoniane Stamperia
Niemand, Limbiate 2018, pp. 22, efc.
Leggi il testo integrale
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La lettera qui presentata rimanda alla problematica circa le fonti
cappuccine consultate dal Manzoni e che, pur ormai risolta con chiarezza,
può ancora incuriosire gli amanti del romanzo manzoniano. Qui si
ricostruisce il caso relativo a un interrogativo che si era posto un
contemporaneo del Manzoni. |
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• L'immaginario francescano in
Gabriele D'Annunzio Prefazione di Giulio
Cipollone. Aracne Editrice, Cantarano 2017, pp. 155.
Leggi
il testo integrale
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I riferimenti dannunziani al
francescanesimo risultano di una frequenza molto insistente. Le ragioni sono
varie e confliggenti: includono la sincera ammirazione per il poeta cantore
e per il missionario italiano e la narcisistica fantasia di assomigliare
a san Francesco. Ma perché a lui e non a un altro gigante della storia quale ad
esempio san Domenico, pur a lui ben noto? È per ciò che si è indagato sulla
“mania francescana” di d’Annunzio e si è visto che, se egli in genere ha fatto
riferimento all’Assisisate in modo o vacuo o inopportuno o imbarazzante, su di
lui ha intuito verità che fanno riflettere, anche grazie al fatto che praticò
ampiamente la lettura degli scritti francescani. |
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• Mani sacerdotali
Immagine di copertina: Lorenzo da Parigi (Laurent Lejeune +1631).
Logos Edizioni, Padova 2016, pp.63 + ill.
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Il libro si
inserisce nel progetto di ricerche che ha avuto origine, ad opera del
professore Gianvittorio Pisapia, dall’indagine in criminologia della valenza
comunicativa delle mani e che si è allargato ad altri ambiti, compreso
quello dell’arte. La postura delle mani è molto significante: può esprimere
più della parola. In questo libro si considera come la postura delle mani
dei sacerdoti in alcuni loro atti, a parte quelli che debbono esprimere un
significato univoco e certo, connotino atteggiamenti del tutto personali:
“narrano” l’attitudine dei soggetti. |
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• Lo spirito e la carne
Conferenze e discorsi pubblici Premessa
dell'autore. Cleup. Padova 2014, pp. 292.
Leggi il testo integrale
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Il libro
raccoglie conferenze inerenti alle sfere della spiritualità e della carnalità.
Nell’ambito della spiritualità, i temi toccano il misticismo in generale e
figure particolari della storia della spiritualità, come Francesco d’Assisi, ma
anche un risvolto controverso, quale quello demonologico secondo alcuni scritti
del manzoniano Federico Borromeo. Tra spiritualità e carnalità si pone colui che
ha coniugato le due dimensioni come espressioni omogenee e contigue del
dinamismo vitale: Gabriele d’Annunzio. Infine, la “carne” si concretizza nella
vera e propria peste bubbonica: un tempo, l’apice del male corporale. Una
sezione è infine dedicata alla poesia: che, da sempre, è considerata
“espressione della vita nello spirito”, ma che è anche espressione della vita
nella carne. |
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• Pisapia Gianvittorio, Manuale operativo di criminologia
Contributo etimologico e glottologico, di Francesco
di Ciaccia, Cedam, Padova, 2013, Terza
edizione, pp. 231-312.
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Presentazione...
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I simboli linguistici e le relative accezioni si
fondano sull’uso; e l’uso dipende dalla temperie culturale, che cambia nel
tempo. Non stupisce dunque la polisignificanza delle parole. È utile però
conoscerne il processo dalle origini, per usare le parole con cognizione di
causa e per modificarne con competenza l’accezione. Riandare al loro significato
originario consente di scoprire i collegamenti semantici risultanti da processi
mentali che percorrono i tempi legando il passato al presente e potenzialmente
al futuro. Ogni parola infatti, pur potendo cambiare di significato per processi
alogici, contiene un nucleo concettuale che permane sostanzialmente fisso. |
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• Regesto degli scritti editi
Premessa dell'autore. Nota dell'editore. Libraria
Padovana Editrice, Padova 2013, pp. 88.
Leggi il testo integrale
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Chi ha passato la vita tra i libri
delle biblioteche indagando sulla storia di un personaggio o di un momento
storico, ha avuto l’occasione di mettere a disposizione del prossimo, tra libri
e saggi mirati, una notevole massa di materiali e ad un certo punto della vita
ha dovuto necessariamente, per sé e per gli altri, mettere in ordine la sua
produzione affinché non andasse dispersa col tempo e per facilitarne la
conoscenza e la diffusione in modo organico. (Giampietro Tonon, dalla Premessa). |
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• Manifestazioni demoniache.
L'opera di Federico Borromeo nelle “apparizioni del demonio”
Prefazione di Franco Buzzi. Premessa
dell’autore.
Postfazione di Gabriella Cattaneo.
Gruppo Editoriale Castel Negrino, Aicurzio 2012, pp. 110.
Leggi il testo integrale
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Nel libro si parla di fenomeni del mondo fisico
intorno a un misterioso universo di “incontri ravvicinati”, veri o presunti,
degli umani col demonio. L’approccio sensibile, dalle molte forme, tra umani e
dèmoni è datato dalle più remote età ed è testimoniato dal mondo classico; ma
uno sterminato repertorio lo offriva, ai tempi proprio dell’Autore, il mondo
moderno, sia nelle zone rurali della cristiana Europa, sia nell’area colta
dell’Africa musulmana; e soprattutto lo imbandivano con dovizia di curiosità
esotiche i Paesi tanto lontani quanto ricchi di eventi mai visti e mai sentiti.
Sono perciò rievocati resoconti, mirabolanti o raccapriccianti, di naviganti e
viaggiatori avventuratisi nell’estremo nord e nell’estremo oriente del pianeta,
nei deserti roventi e allucinanti che annebbiano la vista e smorzano il respiro,
nelle infide acque dalle tempeste apocalittiche; e sono riferite dicerie che,
magari ingigantite, tornavano a circolare, come da tempo immemorabile, su figure
orrende intraviste tra il magma infuocato dei vulcani o su voci gementi tra i
ghiacci eterni delle terre fredde, visto che - ed è il giudizio dello
speculatore - le preferenze dei demoni sono decisamente per tutte le cose
“esagerate”. |
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• Federico Borromeo,
De cognitionibus quas habent Dæmones liber unus
a cura. Traduzione dal latino e
Introduzione di
Francesco di Ciaccia. Biblioteca
Ambrosiana / Bulzoni Editore, Milano / Roma 2009, pp. 282.
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L’Autore si interroga sul problema di che cosa
possano conoscere i demoni circa le realtà del mondo e circa i pensieri e i
sentimenti dell’uomo, concludendo, nell’esame di testi letterari e teologici,
che il più profondo dell’uomo – cioè i contenuti del libero arbitrio e
dell’intelletto – non sono accessibili al demonio, il quale perviene,
direttamente, soltanto alle immagini della fantasia e ai contenuti della
sensibilità. Il volume edita il testo latino seicentesco, inedito, e contiene la
traduzione italiana del curatore. |
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• Federico Borromeo, Paralella
Cosmographica de Sede ed Apparitionibus Dæmonum. Liber unus
a cura.
Introduzione e Nota introduttiva di
Francesco di Ciaccia. Biblioteca
Ambrosiana / Bulzoni Editore, Milano / Roma 2006, pp. 232.
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L’Autore narra di fenomeni, veri o presunti, in cui
si manifesterebbero i demoni nei quattro fondamentali elementi del mondo fisico
– terra, acqua, aria, fuoco -, in un repertorio di racconti offerto da
viaggiatori nelle terre meno frequentate e conosciute del mondo. Il volume edita
il testo latino seicentesco, inedito, il testo italiano seicentesco, inedito, e
contiene la traduzione del curatore in italiano moderno. |
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• Gabriele e Francesco. Orbi
veggenti
Premessa dell'autore. Edizioni Decembrio, Milano 2005, pp.144.
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Presentazione... |
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Francesco d’Assisi fu per Gabriele
D’Annunzio una «fissazione». Tuttavia, se talora egli intese la figura di
Francesco a propria immagine, talaltra lo fece con «veggenze» profonde. Alla
base del suo rapporto mentale ed esistenziale con Francesco si impongono due
fattori: il reale fascino che l’Assisiate esercitò sul suo animo, oltre che
sulla sensibilità estetica, e la corrispondenza di alcune sensibilità che egli
percepì tra se stesso e Francesco. I riferimenti al mondo francescano nella vita
e nelle opere dannunziane risultano i più numerosi, dopo quelli al mondo
femminile. Il presente scritto, perciò, accostando le variegate valenze
«francescane» in d’Annunzio, ne tocca importanti aspetti biografici, non esclusi
quelli erotici e politici. |
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• Francesco e Domenico secondo
Caterina da Siena
Edizioni Rosetum, Milano 2005, pp.
24.
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Nel pensiero di Caterina
Benincasa da Siena si individua non solo la scontata «convergenza» di intenti
tra i due fondatori, Domenico di Guzman e Francesco d’Assisi, e la specificità
di ciascuno, ma si nota anche, sia pure per cenni, un’altra convergenza: quella
della concezione sulla povertà di Caterina stessa con l’idea che fu propria di
Francesco d’Assisi, cioè la povertà effettiva, e non soltanto
affettiva. |
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• La poesia è ascoltare il
cuore. Introduzioni liriche
Premessa dell'autore. Edizioni Decembrio, Milano 2005, pp. 94.
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Nell’ideazione poetica il processo
della parola è simile a quello della «parola» onirica. La poesia e i sogni
provengono dagli abissi. È per questo che l’arte rivela il soggetto: dall’opera
d’arte si conosce ciò che il soggetto non dice, si va alla sua «anima». Il
volume raccoglie introduzioni dell’Autore di raccolte poetiche. Il risultato che
l’Autore ne ha colto, dal punto di vista personale, è che gli autori delle
collane di poesia hanno a volte confessato di essere stati conosciuti nel
profondo, senza che l’Autore delle Introduzioni conoscesse né il nome, né il
viso, né alcun altro dato degli autori delle raccolte poetiche. |
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• Biblioteca e dipinti
dannunziani di Gabriele d’Annunzio
con una lettera inedita del pittore Baccarini
Edizioni Decembrio, Milano 2005, pp. 48.
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La mole degli scritti riguardanti san Francesco d’Assisi –
dei quali viene non solo offerto l’elenco completo, ma anche indicato l’uso che
ne fece il d’Annunzio – e le oggettive presenze francescane, al Vittoriale, nei
dipinti, nei motti, nelle statue, evidenziano lo speciale interesse del
d’Annunzio per il mondo francescano. Il libro tende anche a spiegare il senso e
il significato di queste presenze materiche, inquadrandole nel pensiero e nella
vita del d’Annunzio. |
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coautore Gianvittorio Pisapia
• Dizionario operativo per il
criminologo.
Con un’analisi etimologica e glottologica
Premessa degli autori. Cedam,
Padova 2005, pp. 177-259.
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Il volume contiene voci, ordinate in ordine
alfabetico, relative al discorso criminologico esteso su vari ambiti di
indagine, da quello giuridico e istituzionale a quello sociologico e filosofico.
Con la medesima modalità di successione alfabetica seguono indicazioni circa
l’origine dei vocaboli più significativi che intercorrono nel discorso
precedente. Puntualizzare l’origine dei vocaboli è utile sia per farne un uso
corretto, sia per modificarne eventualmente l’accezione. |
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• Davide Albertario, due lettere
inedite per un libello al cianuro
La pulce - edizioni di passione, Milano 2004, pp. 16.
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Davide Albertario, sacerdote e
giornalista, fu uno degli esponenti più intransigenti della linea
tradizionalista ecclesiastica – quella che, tra l’Ottocento e il Novecento, si
contrapponeva alle innovazioni liberali, dette “moderniste”, sia filosofiche e
teologiche, sia politiche e sociali, e che sosteneva la legittimità dello Stato
pontificio contro le tendenze unificatrici dell’Italia. Il presente scritto
serve a inquadrare due lettere inedite di Davide Albertario al Provinciale dei
frati minori cappuccini di Milano, con le quali l’Albertario esprimeva il timore
di essere inviso ai frati a causa di un suo scritto polemico. |
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• «Ritratti» di Francesco
d’Assisi, l’uomo e il serafico
Edizioni Rosetum, Milano 2004, pp. 48 + pp. 24 di ill.
f.t.
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Se Francesco
d’Assisi era un po’ brutto ed era acconciato da «straccione», renderlo carino e
vestirlo da «buon religioso» vuole dire cambiargli i connotati. Il presente
scritto ripercorre, con semplicità divulgativa, le tappe del cambiamento di
connotati iconografici di frate Francesco, da quando è stato ritratto – forse,
ancora vivente – così com’era, fino a quando è stato ritratto nella sua
raffigurazione mitica e mitologica. |
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• La pace «pubblica» secondo
Francesco d’Assisi
Edizioni Rosetum, Milano 2004, pp. 44.
Il testo integrale...
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«Mettersi
dalla parte» del «diverso», dell’«ostile», in forza del principio «fraterno»,
ciò stesso dissolve il meccanismo del «contrapporsi»: la pace, nell’orizzonte
mentale di frate Francesco, è intrinseca al suo concetto delle relazioni tra gli
esseri. Il presente scritto ricompone varie vicende della vita dell’Assisiate –
dall’incontro con i ladroni al faccia-a-faccia con il Soldano, in quel d’Egitto
– alla luce del principio di fondo del frate d’Assisi: la fraternità che è a
fondamento del rapporto con gli esseri, dal fuoco ai topi, dall’uomo al lupo. |
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• La «storia» di Jacopa e
Francesco d’Assisi
Edizioni Rosetum, Milano 2004, pp. 32.
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testo integrale
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Lo dicono le
fonti antiche, con chiarezza: Jacopa era letteralmente “amica” di Francesco.
Costui, il quale, quand’era a Roma, andava a mangiare a casa di lei i dolcetti
preparati di sua mano, chiese che ella da Roma lo raggiungesse, di gran
carriera, a Santa Maria degli Angeli presso Assisi, per portargli i mosticcioli:
stava proprio per morire! Stava per morire, e chiese a lei di portare anche i
ceri per la propria sepoltura: in pratica, santo Francesco eludeva le cure che
spettavano ai frati. Questo scritto, narrativo ma rigorosamente documentato,
sottolinea ciò che i primi compagni di Francesco recepivano: che il frate santo
Francesco era veramente uomo e umanamente vero. |
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• Il Cantico di “frate Sole” di
Francesco d’Assisi
Edizioni Rosetum, Milano 2004, pp. 52.
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Il Cantico di “frate Sole”,
che costituisce uno dei primi testi in volgare nella nostra penisola, è
preghiera di lode a Dio e rispecchia la umanissima sensibilità dell’Autore per
le creature. La presente riflessione di impianto divulgativo vuole mettere in
risalto l’aspetto più spontaneo, immediato e sensitivo del rapporto di frate
Francesco d’Assisi con il mondo naturalistico. |
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• Dante e san Francesco
Edizioni Rosetum, Milano 2004, pp. 66.
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La Commedia di Dante
risente dell’ideologia «pauperistica» influenzata dalla corrente radicale degli
Spirituali dell’Ordine dei frati minori, secondo cui non solo per i francescani,
ma per la Chiesa intera vige l’obbligo di vivere in povertà. Anche il
canto «francescano», l’XI del Paradiso, sottende questa concezione. Ma,
in esso, Dante elude ogni polemica animosa e offre un Francesco che, con
disarmante naturalezza, s’innamora della Povertà e le «corre» dietro: “dietro a
tanta pace”. |
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• Pio da Pietralcina. Un ricordo
Edizioni Rosetum, Milano 2004, pp. 16.
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Al di fuori
di schemi agiografici, al di qua di immaginazioni mitologiche e al di là di
impellenze favolistiche, un incontro, a tu per tu, con il frate. Punto e basta.
In silenzio. |
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• Il Cantico di Giovanni Scarale
per il “frate del Gargano”
Edizioni Rosetum, Milano 2004, pp. 28.
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Giovanni Scarale, ritenuto
universalmente il “cantore di Pio da Pietrelcina”, ha scritto poesie e ha
pubblicato raccolte poetiche sul “frate del Gargano”. La caratteristica della
sua scrittura è quella rupestre come la terra garganica, patria del “cantore” e
residenza del frate. La peculiarità del frate è vista nell’amore per l’uomo, nel
sacrificio di sé e nella ricerca di sollevare le sofferenze umane. |
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• D’Annunzio e la xilografia
lauretana di Guido Marussig
Edizioni Rosetum, Milano 2004, pp. 36 + pp. 12 di ill.
f.t.
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La xilografia
commissionata da Gabriele d’Annunzio a Guido Marussig raffigurante la Casa della
Madonna di Loreto “trasportata dagli angeli” risponde alla passione di
d’Annunzio per i voli aerei – le cui imprese sia civili, sia militari da lui
compiute gli rimasero sempre nel cuore, anche negli ultimi anni, e su cui ebbe
anche a scrivere tante pagine di prosa. La Madonna di Loreto era, come lo è
tuttora, ritenuta la Patrona in effetti dell’Aeronautica, sia civile, sia
militare. |
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• I quadri donati da Gabriele
d’Annunzio ai frati minori cappuccini
Edizioni Rosetum, Milano 2004, pp. 16 + pp. 8 di ill.
f.t.
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Nel 1926
d’Annunzio donò ai frati minori cappuccini di Barbarano di Salò il quadro di
Dino Baccarini raffigurante il Francesco «laudese»: che sembra «lodare»,
estatico, il creato: un dipinto su tela, con cornice di legno leggera e
«povera».
La sera del 3
agosto 1937 d’Annunzio poi donò al convento medesimo il quadro di Ercole
Sibellato raffigurante il Francesco «crociato» che, con volto orante, è
rivolto verso uno sfondo ove si staglia una nave crociata.
L’uno e
l’altro dipinto coinvolgono una ben precisa fase poetica e ideologica del
cosiddetto “francescanesimo” dannunziano. |
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• I personaggi cappuccini ne
I promessi sposi. Racconti letterari
Edizioni Rosetum, Milano 2004, pp. 73 + pp. 3 di ill.
f.t.
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testo integrale
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L’intento
del presente scritto è quello di permettere a coloro che
siano mossi da spirito di curiosità culturale
una conoscenza puntuale, ma
sintetica, essenziale, circa i
personaggi cappuccini ne I promessi sposi. I personaggi sono
vari, e anche molto diversi tra loro: da quelli considerati tra i personaggi
maggiori del romanzo – in particolare fra Cristoforo – e quelli che rientrano
tra i personaggi minori. Qui sono presentati
tutti con estrema semplicità. |
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• Racconti storici di un’altra
storia. Fioretti cappuccini
Edizioni Rosetum, Milano 2004, pp. 62 + pp. 9 di ill.
f.t.
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Clemente VIII, il 3 luglio 1528, a Viterbo, concesse a frate Ludovico da
Fossombrone la bolla di fondazione dei frati minori cappuccini: riforma promossa
da alcuni membri dell’Ordine dei frati minori osservanti. La barba, incolta, e
il saio col cappuccio che serviva a ripararsi dal freddo, erano tra i segni
esteriori di questi “capucciati”. Ma era la loro stessa vita a farli apparire
“di un altro mondo”: dalla povertà concreta, penosa, ai “corpi scavati”.
Fecero impressione. E tra il tenore di vita “disperato” – nel segno degli stenti
– e la disponibilità verso i poveri, nacquero i “fioretti”: episodi tra realtà e
fiaba, in cui la realtà supera la fantasia. I “fioretti” sono soprattutto,
infatti, reali comportamenti basati su precise norme di vita dei frati
cappuccini d’una volta: comportamenti, episodi e fatti che sono nelle fonti
antiche (tra la metà dei sec. XVI e XVII) che qui vengono riproposte con fedeltà
ma con parole moderne. Sono invece, in genere, invenzione dell’Autore i dialoghi
che si leggono in questo agile e piccolo libro, intesi a vivacizzare gli episodi
narrati. |
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• Francesco e Domenico secondo
Caterina da Siena
Edizioni Rosetum, Milano 2004, pp. 16 + pp. 1 di ill. f.t.
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Nel pensiero
di Caterina Benincasa da Siena si individua non solo la scontata «convergenza»
di intenti tra i due fondatori, Domenico di Guzman e Francesco d’Assisi, e la
specificità di ciascuno, ma si nota anche, sia pure per cenni, un’altra
convergenza: quella della concezione sulla povertà di Caterina stessa con l’idea
che fu propria di Francesco d’Assisi, cioè la povertà effettiva, e non
soltanto affettiva. |
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• Francesco d’Assisi. Letizia di
feste e canzoni
Edizioni Rosetum, Milano 2004, pp. 20.
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Francesco
amava cantare. Già nella vita in famiglia, con i suoi amici, amava cantare.
Vicino a morire, cantava e chiese che gli si suonasse e si cantasse. Il suo
superiore, frate Elia, lo ammonì che non stava bene farsi udire dalla gente
cantare e suonare, proprio in punto di morte! Secondo una fonte più vicina a
Francesco, lo Specchio di perfezione, il morituro rinfacciò a frate Elia,
con tutto “l’impeto” che poteva esprimere: “Tu mi dicevi [a Foligno] che non
sarei sopravvissuto più di due anni. […] Adesso lasciami godere nel Signore e
cantare le sue lodi in mezzo alle mie sofferenze […]”. |
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• Chiara d’Assisi, una donna che
non voleva morire
La pulce - Edizioni di passione, Milano 2003, pp. 20.
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La storia di
Chiara d’Assisi è tra le più dolci e tragiche, in ambito religioso, delle donne
medioevali. Innamoratasi dell’ideale di Francesco, per il quale fuggì da casa,
progettò con lui uno stile di vita assolutamente inconcepibile, a quei tempi,
soprattutto per le donne consacrate: vivere con il lavoro delle proprie mani. Ma
dovette accettare una Regola che sostanzialmente era benedettina. Invece, la
Regola che ella voleva e che aveva composto, le fu approvata quasi in punto di
morte ed era valida solo per il luogo in cui ella viveva, San Damiano. Alcuni
anni dopo la sua morte, quel monastero fu abbandonato, per cui la Regola sognata
da Chiara è sussistita ben poco. |
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• Federico Borromeo.
Manifestazioni demoniache Prefazione
di Franco Buzzi. Postfazione di
Gabriella Cattaneo. Traduzione e note di
Francesco di Ciaccia. Asefi Terziaria,
Milano 2001, pp. 140.
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La conoscenza del mondo extraeuropeo era, a quei
tempi, limitata e soprattutto mediata attraverso testi e cronache poco precisi e
saturi di preconcetti, non molto diversi dal capostipite Milione di Marco
Polo; testi che, però, erano presi sul serio. La meticolosità di Federigo nel
cercare le sue fonti sull’Asia, l’Africa e le Americhe risulta, perciò,
vanificata dall’inattendibilità delle notizie e delle descrizioni antropologiche
cui egli attribuisce piena fiducia, tra cui popoli afflitti da licantropi
demoniaci, miniere d’oro abitate da omiciattoli pelosi assimilati ai demoni. |
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Minori francescani
- Oblati di San Giuseppe
- Padri Bianchi
- Pia Società di San Paolo
- Pia Società di San Paolo -
Redentoristi, Sacramentini
- Saveriani -
Scalabriniani -
Scolopi -
Servi di Maria -
Somaschi -
Stimmatini -
Terz’ordine regolare
• Dizionario della Chiesa
Ambrosiana
voci sparse
Foto di Fernanda Oriani.
Ned,
Milano 1990-1993
voll. IV, pp. 2252-2254, 2494,
2632, 2644-2645; V, pp. 3142-3143, 3236-3237, 3245-3246, 3253, 3340-3342; VI,
pp. 3490-3490, 3567, 3663. |
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• D’Annunzio e le donne al
Vittoriale. Corrispondenza inedita con l’infermiera privata Giuditta
Franzoni
Presentazione di Pietro
Gibellini. Asefi Terziaria, Milano 1996, pp. 222 + XXVIII.
Notizie bibliografiche e segnalazioni
Storia e dati della donazione |
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Banale non può certo dirsi questo carteggio con Giuditta
Franzoni, l’infermiera che diede assistenza al poeta dai primi tempi del
Vittoriale fino al l’1 marzo del 1938, quando sorresse sul suo braccio il capo
reclinato del poeta morente. […]. Il tocco del maestro si riconosce anche nei
passaggi fugaci, calibratissimi, che egli interpone alle comunicazioni pratiche,
alle richieste formulate o alle disposizioni impartite; basta, talvolta, una
frase per manifestare la gratitudine di un vero malato […]. [Il libro] scava tra
le pieghe di ogni lettera: fissa una data, scioglie uno pseudonimo, ricostruisce
un’occasione, corregge una versione vulgata […], ci conduce in punta di piedi
nelle stanze del Vittoriale, ci svela i segreti della vita quotidiana […], ci
conduce dentro i meandri della psiche dannunziana (la pignoleria, le piccole
manie, i tic mentali). [dalla Presentazione di Pietro Gibellini] |
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• Attrazioni e illusioni
francescane in Gabriele D’Annunzio
L’Italia Francescana, Roma 1989, pp. 106.
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Lo scritto
tenta di capire il senso per d’Annunzio di quel suo fascino che l’attirava verso
l’uomo d’Assisi, l’uomo della Porziuncola e del Roseto pungente, l’uomo di
Chiara, l’uomo della pace che, suonando con un archetto di rami, credeva di
suonare davvero; verso l’ardito che, senz’arma, si presenta al Soldano in campo
nemico e in piena guerra tra Crociati e Musulmani; verso l’uomo che morendo
canta la vita e vivendo canta alla morte «sorella». |
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• Da Dio a Satana. L’opera di
Federico Borromeo sul “Misticismo vero e falso delle donne”
Edizioni Xenia, Milano 1988, pp. 222.
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Federico Borromeo era
preoccupato delle contraffazioni che gettavano tanta cattiva luce sulle
esperienze mistiche. Il cardinale volle offrire criteri certi di valutazione,
narrando anche casi da lui personalmente riscontrati. Siccome egli tratta
fondamentalmente delle esperienze straordinarie d’origine naturale, il libro è
importante per conoscere da vicino uno spaccato del Seicento nei suoi pruriti
misticheggianti, nei giochi di magia e anche nel fantasmagorico diabolico. |
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• Umiltà e francescanità nei
Promessi Sposi
Giardini editori e stampatori in Pisa, Pisa 1987, pp.
266.
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Le vicende del romanzo sono consegnate più ai gesti di
quotidiana solidarietà che all’ostentazione di eroiche imprese. Al potere e
all’arroganza il Manzoni contrappone la solidarietà in una condizione sociale di
uguaglianza e di sollecitudine con l’intento di una convinta prospettiva di
amore per il prossimo e di compartecipazione ai suoi travagli. Questa morale
permea la struttura sociale e il clima comunitario del romanzo. Il
cristianesimo, perciò, filtrato attraverso il modello francescano, impegna la
cultura del Manzoni, che rivive con animo moderno e con consapevole adesione
l’insegnamento del santo di Assisi per razionale conquista di un esempio
impareggiabile. |
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• La parola e il silenzio. Peste
carestia ed eros nel romanzo manzoniano
Giardini editori e stampatori in Pisa, Pisa 1987, pp.
282, € 20.
Note critiche brevi...
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Il
saggio manzoniano accosta I promessi sposi e la Storia della colonna
infame da un punto di vista particolare: la dialettica narrativa e storica
tra le forze costruttive – il positivo, in senso etico – e quelle distruttive –
il negativo. I personaggi sono considerati sotto questa precisa angolatura,
senza tuttavia che essi si dividano, come avveniva nel Manzoni delle opere
precedenti, in “totalmente positivi” e “totalmente negativi”. Da qui, la lettura
dell’Autore tra le pieghe dei comportamenti dei personaggi, con scrupolosa
attenzione al testo manzoniano, la quale si traduce in un’ampia rivisitazione
degli scenari della peste e della carestia. L’indagine sull’«eros» permette di
comprendere l’atteggiamento del Manzoni nei confronti dell’amore a partire dagli
anni giovanili. |
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• Le donne nella vita di
Leopardi e la sua teoria dell’amore
In copertina: disegno n. 20, Lunge m'ispiri, di
Francesco di Ciaccia. Edizioni Autori Nuovi, Milano 1985, pp. 182.
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Le donne del Leopardi sono
tante; e tutte, se cantate. Se non cantate, dai dati storici risultano
meravigliose anch’esse: ma non per lui. Ciò fa pensare. Fa pensare che la donna
del Leopardi è un’idea, cioè una figurazione sua, una immagine interiore: un suo
bisogno. Del resto, lo dichiara proprio lui. E non ci sono dubbi. L’unico dubbio
– o l’unico cruccio, per noi ammaliati dalla poesia del femminino leopardiano –
è perché il povero Giacomo sia stato tanto sfortunato. Alcuni cenni, in questo
libro narrativo, forse ne fanno comprendere qualcosa. |
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• Gli umili ne “I promessi sposi”
Studi e ricerche francescane, Napoli 1984, pp. 126.
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La categoria sociale degli
“umili” nel romanzo manzoniano è stata ampiamente studiata dalla critica
letteraria, poiché la sua rilevanza ne I promessi sposi ne costituisce
una delle caratteristiche principali. L’aspetto sociale, cioè l’appartenenza ai
ceti meno elevati nella sociatà, costituisce tuttavia solo una dimensione della
“umiltà” nel romanzo manzoniano. In questa sfera di personaggi “umili” vanno
considerati anche coloro che si collocano in una condizione subalterna per
scelta etica o religiosa: i personaggi cappuccini. |
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• Psicologia e adolescenza
(Come
prendere i ragazzi per il verso giusto)
Editrice Autori Nuovi, Milano 1983, pp. 104.
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La problematica specifica circa
l’adolescenza discende, da un punto di vista disciplinare, dall’epoca
positivistica, ma in campo filosofico essa risale alle più remote culture. In
epoca moderna, l’età adolescenziale è stata oggetto multidisciplinare di studio
per la complessità della condizione di quell’età: psicologica, sociologica,
esistenziale, morale. Per instaurare un contatto corretto e sapiente con gli
adolescenti è utile e fondamentale conoscere le loro modalità d’essere, a
livello interiore, e quelle, esteriori, del comportamento. |
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• La condizione urbana.
Storia
dell’Unione Inquilini
Feltrinelli, Milano 1974, pp. 140.
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A seguito delle massicce
migrazioni dal Meridione verso il Nord d’Italia nel dopoguerra e per tutto il
periodo del boom economico italiano, grazie all’attrazione esercitata dalle
industrie settentrionali si è avuta come conseguenza immediata l’impellente
necessità abitativa della manodopera immigrata. L’edilizia pubblica, che pure ha
cercato di approntare strutture dedicate alla classe lavorativa, non ha potuto
star dietro alla domanda logistica e d’altronde non ha saputo che creare
strutture di stazionamento – in cui mangiare la sera, e poi dormire: da ciò, la
qualifica di quartieri-dormitori. L’insoddisfazione portò a rivendicazioni
sempre più radicali – rifiuto di pagare il canone di affitto ai proprietari
pubblici e occupazione abusiva di appartamenti. L’Unione Inquilini rappresentò
la formazione più agguerrita e attiva nell’ambito della rivendicazione sociale
della casa. |
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