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Professione d'Autore

in: Neuro Bonifazi - Rodolfo Tommasi
Letteratura italiana contemporanea
(testi, contributi, aggiornamenti), 2005

Io non ho sogni nel cassetto. Li ho seppelliti ben più lontano. Е per andarli a recuperare ci vuole un lungo viaggio che mi spaventa. Così l'ho annegato negli incontri nei dialoghi e nell'amore. Ho cercato in tutti i modi di dimenticarlo, quel viaggio, anche nell’idea di altre partenze di altri addii quando l’unica partenza e l'unico addio in realtà no è né una partenza né un addio. Sono molto semplicemente io.

Io che andrò da sola senza attrezzi a scavare la terra addormentata. Е forse prima la guarderò soltanto per riconoscerla e poi la toccherò, la sposterò adagio, quasi soffiando dolcemente via tutto il tempo che è passato. Amando sempre ogni istante sempre di più invece che la terra quello che lei nasconde quello che c’è.

Non so quello che troverò. Forse tutto nel frattempo si è marcito e questo sarà il pensiero che mi martellerà sempre più spesso senza intervalli alla fine quando starò per prendere quello che cerco. Ma quando le mie mani e io tremeremo, quando la mia testa smetterà di pensare io l'avrò di nuovo. Guarderò quella cosa che avevo seppellito e che ho ritrovato e che comunque sia io non solo amerò ma rifarò se necessario puntellerò se zoppica guiderò se non ci vede più renderò bella se è invecchiata. Insomma prenderò questo mostro di cui ho tanta paura e lo prenderò per mano e lo prenderò con me.

Е il mostro adagio verrà fuori dalla terra mostrandomi la sua fisionomia e io lo guarderò godendomelo tutto qualunque cosa sia e comunque sia. Perché l'ho sempre amato e non l’ho dimenticato e gli ho fatto del male a fin di bene. Abbandonandolo quando era un ragazzino e per averlo fatto ci sono molte ragioni ma non ce n’è più nessuna per lasciarlo ancora solo.

Vedi che sono venuta a riprenderti adesso che il momento è venuto e lo so che ci vorrà del tempo perché ci riabituiamo a vivere insieme. Tu non mi conosci più e io non ti riconosco. So solo che ti amo e che non posso stare senza di te. Е che sarei stata un verme se adesso ti avessi lasciato ancora sepolto. Mio bel mostro che amo e di cui ho paura.

Se tu sapessi quanti ho disseppellito per trovare il coraggio di riportare alla luce te. Нo percorso una lunga strada. Ma tu, anche se ancora non lo sai, sai che era l'unica strada.

Quello che importa è che adesso sei qui con me che tengo la tua mano verminosa e infangata e ti guardo cercando di capire cosa abbiamo avuto in comune. Che mi abbia spinto a portarmi a casa questo mostro orribilmente sporco. Che deve essere stato qualcosa per me se io dopo che tutte le tempeste sono passate ho sentito che dovevo venirti a cercare. Ci dev'essere qualcosa fra me e te. Non dirmi di no. Non guardarmi con quegli occhi da ragazzino. Sei orribilmente sporco. Е io io non so da che parte cominciare per rimet­terti in sesto. Ma un'idea mi verrà. Visto che ti amo, a dispetto di me. Е dei figli e dell'uomo e della vita che potrei avere. Continua ancora un po' a sognare. Tu che puoi. Perché sarà doloroso toglierti di dosso tutta quella porcheria. Ridarti 1a tua dignità.

Portarti in giro mezzo inscimunito quando tu incomincierai a capire che sei mezzo inscimunito. Quando ti arrabbierai perché ti prendono in giro.

Eppure io rivedo 1e stelle quelle stelle che guardavamo insieme quelle stelle a cui assomigliavamo.

Stelle. È là che noi arriveremo o moriremo insieme. Sempre sotto 1e stelle. Ti amo amore mio terrore mio e insieme guarderemo in faccia a tutti, saremo brutti e belli, luminosi e oscuri, allegri e tristi, saremo io e te.

Il momento è venuto. Non aver paura.

° ° °

Estrapolata da quella intensa vibrazione globale che è il bellissimo, oltremodo implicativo libro, questo segmento - o tessera del mosaico di Giochi tremendi conserva comunque e in autonomia suscita con eguale affilatura quel tono ora lirico, ora febbrile, ora caustico e ora spregiudicatamente nudo e confessivo dell'opera; 1a quale è un vortice di pagine abrase dalla lucidità, dall'autoanalisi impietosa, dalla talvolta sferzante ma sempre motivata valenza provocatoria, dall'ironia, dalla nuovissima distillazione simbologica, dalla capacità di trasumanarsi degli stessi concetti mobilmente assiepati e l'energia enunciativa del dettato, dall'idea del `comunicare' che si è autoespulsa da ogni convenzione. Una scrittura, in sintesi, così colma di immanenze poetiche da rifiutare persino qualsiasi formalizzazione tecnica relativa alla poesia.

Ё nata a Ferrara e lavora a Bologna come consulente informatico. Нa pubblicato 1.'albero di cuori (Edizioni Asterisco, Bologna, 1997), Il sesso degli Angeli (Este Edition, Ferrara, 2001); nel 2000 con le stesse Edizioni pubblica il volume Giochi tremendi; riveduto e ampliato, nel 2004 questo esce in 2a edizione per 1a Casa editrice НeIicon di Arezzo.

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