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Nel soffio

finalmente ho trovato
la perla preziosa,
il tesoro nascosto,
il Tuo volto di luce
che m’invita a spendermi,
nel soffio trascinante
della Tua Parola.

Parte prima
Riflettendo sul Vangelo di Marco

Chi sei uomo

Chi sei uomo?
A chi ti sei venduto?
Chi ti possiede?

Uomo, io sono qui per te,
per spezzare le tue catene,
i tuoi lacci di morte,
per liberare la tua gioia,
per donarti libertà.

Esci uomo dalla tua prigione!
Immergiti nell’amore e nella pace,
che solo vengono dal Padre;

quel Padre che ti vuole,
che t’ha sempre voluto,
per la Sua e la tua consolazione.

E dopo tre giorni

Dimentichi di loro,
dei loro affari,
dei loro vizi,
delle loro paure,
senza contare giorni,
senza ascoltare ansie,
attirati dalla Tua presenza,
immersi nelle Tua Parola,
da sempre attesa ed ora incontrata.

E dopo tre giorni sono ancora lì,
non si staccano da Te
e combattono i morsi della fame,
sin che giunti al limite,
Tu doni in abbondanza
Il pane che li salva.

Aiutaci Signore a pensare
sempre più e meglio
alla vittoria del terzo giorno,
aiutaci a credere
nella Tua Risurrezione
che in eterno sfama
l’innato desiderio
della nostra salvezza.

E tu chi dici che io sia?

Ma tu chi dici che io sia?
Chi dici che io sia per te?
Sono un oggetto da buttare?
Sono una punizione da subire?
Sono una catena che lega al palo?

Su! Fermati e pensaci, non distrarti,
non assuefarti alle luci e ai suoni,
non sussultare nella prova,
non tremare nella malattia.
Donati una risposta,
fermati un attimo e guardami,
mentre anch’io ti guardo
dietro un velo di sudore e di sangue
e ti chiedo: tu, proprio tu,
al quale ho donato la vita,
tu per il quale dono ancora la vita,
tu, proprio tu, nel quale voglio risorgere,
tu, sempre tu: chi dici che io sia?
Tutta una vita per una risposta.
Una risposta per tutta la vita.
La tua vita che mi è cara
più della mia stessa vita.
La mia vita per la tua,
il mio sguardo nella notte,
il mio silenzio nel clamore,
la mia presenza nel tuo vagare,
il mio sorriso nei tuoi occhi spenti,
la mia pace nella tua ribellione,
il mio abbraccio nella tua umiliazione.

E tu chi dici che io sia?

Signore, Tu sei la vita, la mia vita.
La mia resa sul Tuo petto.
Il mio nuovo vedere,
il mio nuovo sentire,
la mia nascita nuova
in un tramonto sereno,
trasfigurato di luce.

Il nutrimento del mondo

“Dai loro da mangiare.”
“La fame è tanta e loro sono troppi!
Tutto è inutile”.

“Perché inutile?
Consideri inutile
la mia morte in croce?
La carne che io dono
è nutrimento di secoli.

Come potrei continuare a sfamare
quegli uomini che non trovano pace
se il vostro amore mi lascia?
Se la vostre mani non servono più?

Prendi la tua croce e seguimi!
Fai l’atto solo di prenderla
e di seguirmi,
perché la tua croce,
le croci di tutti,
le voglio portare ancora io
e così il peso vi sarà dolce
e il carico leggero”.

Il soffio della tua parola

“Il Regno di Dio è vicino
convertitevi e credete al Vangelo!”
E andavano ad annunciarlo a due a due
e non avevano né bastone,
né pane, né bisaccia,
andavano soltanto
sulla Tua Parola:
non portavano aiuti,
non distribuivano denaro,
non soccorrevano per convertire
o per strappare un applauso
o un posto in Paradiso.

No, Tu non vuoi le mie elemosine,
per giustificarmi la vita.
Tu m’implori d’andare
da chi ha gli occhi spenti,
da chi attende un raggio di luce;
mi sospingi agli animi depressi
che non sanno immergersi
nel Tuo mare di gioia,
ai dubbiosi frenati
da lacci familiari,
ai lunghi silenzi incompresi,
ai sorrisi di compatimento
che non sanno aprirsi
alla Tua Parola.

Ed ora sento di dover stare dietro Te,
di percorrere la Tua strada,
senza alcuna garanzia,
abbandonato al Tuo richiamo,
contro le trappole dei pregiudizi,
contro i freni della pigrizia,
perché finalmente ho trovato
la perla preziosa,
il tesoro nascosto,
il Tuo volto di luce
che m’invita a spendermi,
nel soffio trascinante
della Tua Parola.

La fede

Non Ti eri accorto di lei.
Ti aveva appena toccato il mantello;
non Ti eri accorto di lei,
avevi soltanto sentito una forza
che T’usciva dal cuore.
Una forza che l’aveva guarita,
totalmente liberata dal male.
La sua fede Ti ha acceso
come si accende una luce:
automaticamente.
Ed è così Signore
perché Tu per amore
sai spogliare Te stesso
e persino il controllo del Tuo agire.

La vita vera

Non sai che il tuo esistere è un dono
che sempre attendo da te?

E non temere mai:
t’aiuterò a potare i rami secchi,
t’aiuterò a tagliare il piede,
che vuole allontanarsi da Me,
a tagliare la mano,
che vuole strapparti dal Tuo bene,
a toglierti l’occhio,
che desidera nutrirsi di mondo.
Ed io soffrirò più di te,
nel vederti combattere e cadere
ed esulterò più di te
quando ti rialzerai
per riprendere il cammino.

Centuplicherò i miei doni
per ogni tuo strappo,
così che il patire della crescita,
il tuo lento morire a te stesso
t’aprirà una vita nuova e piena,
un anticipo di Paradiso,
una brezza mattutina
che schiude un giorno nuovo.

Getta ogni tuo peso
E vieni a piedi nudi,
a mani vuote,
seguimi sui prati verdi
di una vita compiuta,
da te sempre attesa
e mai immaginata così grande.

Le farfalle inquiete

Nella giostra degli anni,
ero una farfalla inquieta e impazzita
che scambiava un colore per un fiore.

Ma Tu paziente attendevi
per indicarmi la Via,
per dare un senso
al mio inutile vagare.

Ed ora, nel tramonto del tempo,
mentre ancora cammino
su impercorribili sentieri,
ingoiati dagli anni,
mi trovo al bivio inevitabile
tra la resa incondizionata
o il mio fissarmi nello specchio.

E scelgo di aprirmi a Te
e di lasciarti il tempo che mi resta
e solo ora m’accorgo
che Tu mi stai sospingendo
alla farfalla inquieta,
perché nulla fu vano,
perché Tu la guidavi,
per non farle bruciare le ali
e perché potesse cogliere
il minimo sapore
dal più piccolo fiore.

Così m’è chiaro
che Tu sai far bene ogni cosa:
hai fatto udire il sordo
e parlare il muto,
ed ora m’apri il cuore
alla Tua parola
perché io possa portarla
alle farfalle inquiete,
per tutto il tempo che mi resta.

L’invito a lavorare

No, non vivo solo per questo
perché questo è limitativo
e quello è irraggiungibile.

Io vivo per tornare
e dopo un tempo che non conosco,
un tempo predeterminato,
un tempo che mi basta per vederLo,
un tempo sufficiente ad incontrarL o.

Può essere una vita lunga,
ma un tempo breve
e un tempo lungo,
ma una vita breve,
e non è mai vera vita
se non si coglie il Suo tempo
e se non si accetta il Suo invito
a lavorare nella vigna.

Non è vita senza il nostro sì,
non solo al lavoro proposto,
ma a Colui che ci dà la vita,
non per acquisire meriti,
ma per l’incontro decisivo
che solo svela all’uomo
il senso profondo della storia.

L'ultimo di tutti e il servo di tutti

Il sole tramonta e la corsa aumenta:
devo concludere il cammino
di un cristiano compiuto.

Il pensiero m'agita le viscere,
le imperfezioni m'assalgono,
il ritardo m'angoscia
e intanto incontro sulla via
coloro che non vogliono capire,
coloro che non vogliono aiutare.

Così brucio anzitempo
il tentativo estremo
di realizzarmi come cristiano,
e macino vento
e ingoio nuvole di depressione.

Ma Tu non mi abbandoni,
accogli il mio disagio
e sai parlare al mio spirito
ed ora sperimento
che è bello amarti,
che è bello seguirti,
che imitarti m'infonde gioia.

Però Ti prego aiutami;
aiutami ad essere servo di tutti
e ultimo di tutti,
perché io non distolga mai
la mia fede dalla Tua Croce
e la mia speranza
dalla Tua risurrezione.

Non si libera la vita con la morte

Come freccia puntata
sul dorso della preda,
Erodiade attendeva l’attimo,
in un grumo di rabbia e di passione.

E le tenebre giungono puntuali.

Un’effimera vittoria
ed un sussulto d’emozione
durato un attimo soltanto.
Poi allo scandire delle ore,
il macigno interiore
di una libertà prigioniera.

No, non fu il tuo trionfo.
No, Erodiade no!
Non si libera mai
la vita con la morte!
La tua decisione
resterà infame per sempre
e la vittima innocente
brillerà nei secoli
della luce riflessa
del proprio Salvatore.

Per cento volte

La notte partorisce
bambini sordi e ciechi
che tremano al frusciare delle foglie:
rimorsi sepolti negli anni
che si aggrappano ai fianchi.

Il giorno ingoia la vita,
immemore e infelice,
affogata in progetti
di soldi e di potere.

Poi un alito di vento insperato,
uno scoppio di colori nel verde,
un velo di silenzio
soffice e profondo
che annulla ogni tensione.

.Ed ora, ora soltanto,
tu vedi il dono che t’è dato
e senti chiara una voce nel cuore
e decidi di tagliare ogni laccio,
di lasciare ogni paura
per cogliere la Sua libertà,
che più di cento volte ti ripaga.

Resistenza ed autoinganno

“Vieni e seguimi!”
Ed io come posso seguirti?
Rinunciare alle mie abitudini,
ai soldi che mi danno sicurezza,
al mio vivere servito!

Non c’è altra via Signore?

Perché non stai Tu accanto a me
e mi segui per proteggermi?
Io sento che con il Tuo aiuto
potrei fare molte cose,
senza che io debba abbandonare
questo stato di vita troppo bello
per non essermi donato dal Padre.

Vedi Signore,
potremmo assieme attrarre molta gente,
portarla sulla retta via,
ad iniziare dai miei familiari
e poi dai miei amici
o dai miei dipendenti.

Sì, sento proprio che questa
è cosa buona e giusta.

Allora, Signore, vieni Tu con me
e sarai certamente contento
e avrò il Tuo aiuto quando lo chiedo
per agire senza colpa,
coltivando i miei progetti,
moltiplicando i miei beni,
che andranno in parte in opere buone.
Vieni, dunque, Signore con me!
Perché sempre più mi convinco
che anche Tu lo vuoi.

Signore, prendi tu la guida

Ho aperto subito,
appena ha bussato,
ad uno spirito sordo
per non ascoltare la Tua Parola.

Mi sono arreso ad uno spirito muto
per non dispiacere a nessuno
con la Tua testimonianza.

E sordo e muto alla Tua presenza,
ho bruciato giorni infelici,
agitandomi, virtuoso pagliaccio,
su vie sconosciute e eccitanti.

Ed ora sbattuto nel tempo,
con gli anni bruciati in vicoli chiusi,
non trovo una bussola credibile
per iniziare un nuovo cammino.

E solo nell’attimo
del mio smarrimento,
sento che finalmente
devo aprirti la porta.

Guidami Tu Signore
in questo scampolo di vita
e sconvolgi con il Tuo sorriso,
la paura che tenta di afferrarmi
e di spingermi in una notte infinita.

Sul Monte della Trasfigurazione

Mi volevi con Te mentre fuggivo,
quando occhiuti nidi d’ombra
scavavano ancora la mia vita
e la notte sostava nello sguardo.

Ti cercavo e non lo sapevo
finché m’ha colto una Tua Parola
e come un soffio di vento leggero
ha sconvolto le mie nubi.

M’hai rischiarato dentro
e m’hai dato coraggio e vigore,
hai rotto le mie catene,
hai vinto le mie indecisioni.

Ed ora che t’ ho accolto
salgo anch’io sul monte
e immerso nel Tuo sorriso
mi trasfiguro in Te.

Talità Kum

“Fanciulla, io ti dico: alzati!”
E’ il momento chiave:
la morte è sconfitta.

E’il momento dell’incontro:
la vita non è più bloccata,
non più afferrata da mani d’acciaio,
da notti di paura.
La nostra vita è Sua,
è rinata dalla Sua mano
e riprende forza e libertà.

Siamo morti e risorti,
il passo è più leggero,
si aprono nuovi orizzonti
d’un amore inconcepibile.

Tu solo puoi

Perché calpestare l’onore
non rispondendo alle offese?
Perché soffrire nell’orgoglio
perdonando i nemici?
Perché stare in silenzio
contro le ingiurie e gli sputi?
Perché devo seguirti
quando mi parli di persecuzione?

E come posso non farlo
dopo aver appena sfiorato
il Tuo indescrivibile Amore?
Come posso non farlo
dopo aver visto gli occhi
di chi attendeva la Tua voce,
di quelli che m’hai affidato
per aprirli all’ascolto?
Per donargli la Fede

Come posso ignorare il Tuo invito?!

E d’altra parte….
come posso rinunciare alla vita,
ai sogni di carriera,
di guadagno, di grandezza
e di godimento estremo?
Come posso tradire
l’idea di potere
che ansiosamente perseguo,
che mi rende irrequieto
e mi agita le viscere?
E come posso liberarmi
da questo pungiglione
che vuole sospingermi
in una corsa senza fine?

Come posso………?

Tu solo puoi,
solo la Tua pace
mi dona la vittoria,
solo perdendo con Te
posso vincere la battaglia,
solo rinnegando me stesso
mi trovo colmo della Tua forza.

Ed io sarò il Tuo discepolo
per le strade del mondo
e per tutta la vita che mi resta.

Una risposta alla chiamata

Non tante albe ancora,
a vedere i gabbiani planare.
Non tanti tramonti accesi
che dipingono le nubi
e riempiono l’anima
di struggenti pensieri.

Con tutti i miei anni in tasca
cosa posso ancora fare?
Comprare, vendere, intrallazzare?
Niente mi serve e nulla mi conforta.

“E cosa potrebbe mai dare un uomo,
in cambio della propria vita?”

Così decido di smemorarmi,
di lasciare l’ansia della presa
e di abbandonare ogni bene
per il Suo bene,
ogni mia difesa
nelle Sue braccia aperte.

Una scommessa assurda
su di un futuro incerto?

E’ un’immergersi da subito
in un mare di gioia e di pace,
che anche da solo,
senza attendere l’eternità,
vale la pena di essere vissuto.


autore
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