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Note critiche brevi a
Il guappo. Nella storia, nell'arte, nel costume
di Monica Florio
S.T.
L'Espresso napoletano, nr. 11-12 2004
In questo saggio di cultura napoletana, Monica Florio opera una puntuale
ricostruzione storica del guappo, elaborando fonti letterarie, teatrali e
cinematografiche. Le origini di questa leggendaria e controversa figura,
appartenente ad una Napoli che scompare, risalgono alla fine del 1400. Il guappo
è considerato un discendente dei “compagnoni”, i famigerati banditi che
terrorizzavano quei passanti che credevano di vivere senza paura le notti
partenopee, e dei “guapos, sfruttatori del lavoro della povera gente, sottoposta
allo “sbruffo”, una sorta di antica tangente. Viene riportata, inoltre, una
grottesca descrizione del guappo, ad opera del De Boucard che, ironizzando sulla
sua gestualità esasperata, (....con la sua giacca corta e aderente, portata
sbottonata, i pantaloni larghi... la coppola di panno col gallone d'oro.)
sostiene che al giorno d'oggi apparirebbe più ridicolo che temibile. Tra
aneddoti, leggende e racconti, in cui la realtà viene contaminata dalla
fantasia, il guappo viene raffigurato sia come .un difensore del popolino sia
come un essere meschino, un vero e proprio guappo di cartone..L'autrice riesce
ad allontanare dall'orizzonte narrativo le minacciose nubi della retorica di
genere e dell'oleografia. Prefazione di Ernesto Filoso.
Serena Gaudino
La repubblica, 31 luglio 2004
Onore dei guappi.: storia e costume
Testimonianza di una Napoli che non c'è più, il saggio di Monica Florio *** è
un libro che restituisce a questa figura la sua più autentica connotazione di
«spirito libero». Contrapposto nei secoli ai nobili ai ricchi o solo ai
benestanti, il guappo ha un profilo complesso che la Florio prova ad analizzare
dedicandogli tre capitoli: nella storia, dagli aragonesi al più moderno Omo
‘e core; nel costume, dal guappo di sciammeria Gennarino Parancandolo alle
macchiette di Nicola Maldacea in piena Bella Epoque; nell'arte dalla figura del
guappo nella canzone, nella poesia e nel cinema. E un'appendice dove l'autrice
napoletana non può non riportare, affianco a un ricco glossario, una filmografia
e bibliografia nutrite, il memorabile pezzo del poeta Ferdinando Russo Come
divenni Guappo.
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