E' impossibile in un articolo, che deve avere
il dono della brevità e della
concisione, descrivere tutto il mondo di Michele Frenna, artista al quale sono
stati dedicati numerosissimi saggi, monografie e profili critici. Ecco perché
per parlare di questo grande cultore d'arte, abbiamo scelto un saggio di Lucia
Battaglia, curato da Gabriella Frenna, figlia dell'artista, che si intitola
L'arte musiva di Michele Frenna, vista da Anna Maria De Vito Scheible.
Nella prefazione, Lucia Battaglia scrive: "Questo saggio
è stato ideato per
ricordare Anna Maria De Vito Scheible, che ha tenuto sempre in grande
considerazione l'arte musiva di Michele Frenna". Michele Frenna, nativo di
Agrigento ma residente a Palermo da parecchi anni, è stato ispirato in prima
istanza da una suggestiva e sofisticata bellezza della Valle dei Templi,
patrimonio dell'Unesco. Così ha inizio l'opera di Michele Frenna:
il mosaico,
una tecnica antica, affascinante e misteriosa. Ci chiediamo se Michele Frenna
sia più mosaicista o esperto d'arte musiva. Indubbiamente Michele Frenna
è
"mosaicista" perché conosce tutti i segreti delle tesserine vitree che
compongono un mosaico; conosce le tecniche, le sfumature, le nuances di cui
occorre servirsi per creare un bel mosaico. Ma nel contempo, il Frenna,
è
esperto d'arte musiva, ossia conoscitore della materia e soprattutto del
soggetto che può riprodursi tramite mosaico. In una carrellata di opere,
(Fabbri al lavoro, La grande apparizione, L'archivista, Madonna con
rosario, Il pescatore, Colloquio con gli animali,
Il minatore, Lezione
di pianoforte). Il Frenna non ripercorre soltanto ricordi e rimembranze della
propria storia personale. Ma percorre anche un pezzo della nostra storia di italiani. Figure oramai
desuete come quella dell'archivista, scena di vita di una media e tranquilla
borghesia nella lezione di pianoforte, la dignitosa fatica dei fabbri al lavoro,
si ritrovano tutti nei mosaici di Michele Frenna, che è artista due volte.
Perché ama e pratica un'arte nel vero senso del termine quale
è appunto l'arte
musiva, e perché assurge allo scopo cui qualunque vero artista dovrebbe
rifarsi: diventare la memoria storica della nostra esistenza. Un grande artista,
Michele Frenna, prova ne è fatto che nel saggio di Lucia Battaglia e curato da
Gabriella Frenna, si ritrovano interventi di critici e giornalisti quali Carmine
Manzi, Domenico Defelice, Salvo Cantucci, Alfonso Marini, oltre a molte altre
prestigiose firme. Tra le quali spicca ovviamente anche quella della De Vito
Scheible.
in: L'attualità, nr. 10/2004
e in: Pomezia-Notizie, nr. 3/2005