L'opera di Domenico Defelice, anche se breve,
è molto utile. Ha il merito di
fare capire chiaramente il senso, lo stile, la genesi, l'evoluzione del mosaico
di Michele Frenna. Mostra come le realizzazioni dell'artista (quelle della
maturità in particolare) sono impregnate di contenuti attinti in gran parte
dalla sua personale sensibilità. Mette in bella evidenza la sua raffinata abilità
messa nel preparare i disegni e nell'adattare ad essi con grande varietà
cromatica le migliaia di tasselli che ha avuto a disposizione. C'è del prodigio
in quella facoltà di mettere i tasselli giusti al posto giusto rispettando
sempre con particolare senso artistico le esigenze della simmetria e delle
proporzioni.
La sua disinvoltura nell'uso dei tasselli pari a quella del pittore che usa i
pennelli. Segno di questa bravura sta nel ricorso frequente alla gradazione
cromatica che rende più plastiche le figure e dolci le linee.
Defelice mette spesso in risalto i sentimenti e i valori che
l'artista vuol
comunicare: la nostalgia, la malinconia, la gioia di vivere, l'incanto davanti
alle bellezze della natura, l'attaccamento alla famiglia, alla religione, alla
cultura locale, l'ironia e la protesta contro le disfunzioni dell'organizzazione
sociale.
Fa notare come questi sentimenti siano molto profondi e forti se sono
disposti a passare attraverso un filtro così penoso e difficile come
il mosaico
prima di manifestarsi.
Michele Frenna tuttavia sa che se ha bisogno di tanto tempo e di tanta fatica
per esprimere degnamente se stesso, questa fatica è ripagata dalla bellezza e
dallo splendore delle sue realizzazioni che, secondo un desiderio non
confessato, dovrebbero sfidare il tempo che verrà.
Questo, grossomodo, è quanto scrive Defelice. A queste considerazioni sarebbe
da aggiungere qualcos'altro. Michele Frenna, bisogna ricordarlo sempre,
è un
artista puro. E' uno che lavora non per fare colpo nel mercato delle opere d'arte. Michele Frenna non ha cercato mai di realizzare dei guadagni pecuniari
dalla pubblicità fatta ai suoi quadri. Essi non sono contaminati da interessi,
sentimenti che non hanno nulla da spartire con l'arte. Genuina è l'ispirazione,
genuina l'esecuzione, altrettanto spontanea e semplice la voglia di farsi
conoscere. C'è da aggiungere un altro particolare che potrebbe dare un'idea più
esatta del mosaico di Michele Frenna. S'è detto che i suoi lavori sono in linea
con le tradizioni antiche (romana e bizantina), gli esempi di Ravenna e
Monreale. Si è trascurato il fatto che
il suo mosaico è un mosaico sui generis: un mosaico
tutto personale e unico per l'ispirazione e l'evoluzione. La sua
è un'arte che
nasce, cresce e matura tra le pareti domestiche. Michele Frenna non
è stato
discepolo di nessuno. Quello che ha appreso, l'ha appreso da solo. Dagli altri
ha potuto ricevere esempi, solo esempi. Il resto è frutto esclusivo delle sue
mani, delle sue intuizioni.
in: Pomezia-Notizie, nr. 11/2001