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Nota al manoscritto
La Scrittura
di Noemi Israel
Luciano Nanni
Come tecnica siamo a un ottimo livello, addirittura
raffinata in qualche caso, poiché vengono messi gli accenti, per esempio su
pudìchi (che sarebbe la pronuncia corretta) o èrro, distinzione tra
la voce verbale e il sostantivo di uso arcaico; ma anche spunti moderni, come
l’elisione c’andrò: quindi, l’autrice può insegnare qualcosa a me.
La trama è molto sottile, fatua, fondata sul gioco delle
parti, mescolando figure dell’opera lirica ad altre originate dalla commedia
dell’arte. Dettagliate le istruzioni per realizzare l’azione dei personaggi. Che
ci sia una critica alla società borghese può essere, si veda Dulcamara che,
invece di propinare elisir d’amore, procura il piacere con un ‘congegno
prodigioso’. Il finale appare un po’ troncato, o comunque non concluso, ma
probabilmente non è necessario. Voglio anche segnalare la conoscenza metrica
della Israel. Dulcamara legge versi dal computer portatile: i primi tre sono
doppi ottonari trocaici, gli altri tre ottonari (sempre trocaici) con un caso
che già segnalai mi pare in Banchini: il brrr di sole consonanti occupa
una sede metrica con dialefe prima di origine.
In conclusione, un
punto di vista su una certa società che ci circonda che non è nuova ma trova le
sue radici molto più lontane di quanto appaia.
16 maggio 2009
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