Antologia critica su
Calice
Gerardo Pedicini
Sabato è, Napoli, giugno 2003
«…Dove prima c’era una cauta speranza ora
c’è la ricerca di essenzialità. Il verso scandisce per accensioni improvvise gli
echi del “cuore” senza mai cedere alla contabilità. I frammenti interiori
vengono, per dir così, portati alla luce da un linguaggio poetico scarno ed
essenziale per restituire alla parola espressività e spontaneità nuove. Il gioco
della memoria si fa aereo, sospeso ma, nello stesso tempo, sempre vigile.
Significato e significante si intrecciano e si rincorrono senza mai perdersi
nell’astrattezza. Insomma, siamo in presenza di una poesia che sembra riemergere
da profondità abissali per declinare con chiarezza e autenticità una postazione
ferma dell’anima…».
Paolo De Stefano
Corriere del Giorno, Taranto, 27 settembre 2002
«…Il primo documento spirituale di Lippo è
un senso dionisiaco del vivere; una forma di naturalistico tripudio che
abbraccia e terra e mare e cielo in un concerto di panismo desiderato e
convinto. Più che panteismo quello di Lippo è dunque senso della natura che
circonda col suo fascino i mortali; sicchè ogni certezza della natura vivente si
rispecchia o si indovina dagli occhi della donna amata o dalle stesse ansiose
mani. Calice è una breve raccolta di poesie; ma per comprenderle occorre
una esemplare cognizione del dolore umano redento nel gioioso e naturalistico
vivere, pur ed innocente, del dono stesso che la natura offre all’uomo in quel
dare i doni migliori dal vaso di Pandora…».
Luciano Nanni
Punto di Vista, Padova, ottobre/Dicembre 2002
«…C’è una particolare tenerezza in queste
nove liriche che inaugurano la nuova serie della collana Delphinus
diretta dallo stesso autore; nove composizioni soltanto, che però dànno la
misura dell’elevata qualità creativa raggiunta, di un’eleganza anche formale in
grado di sviluppare tutte le potenzialità implicite nel testo…»
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