| |
Antologia critica su
Le sillabe del vento
Raffaele Nigro
Corriere del Giorno, Taranto, 11 aprile 2001
«…Una malinconia diffusa, una riflessione
lirica e nuovamente ermetica, che non ha più la discorsività dei carmi classici
e delle ballate, fa piombare la poesia di Lippo in uno stato di riflessività sul
rapporto con l’eternità e con le ragioni per cui si è su questa sponda. Ora è la
paura di non riuscire a cambiare il corso delle cose e una voglia di abbandono
non più al vento, ma al silenzio e un desiderio di rientro in sé, nell’abisso
dell’interiorità, il confine, l’orrore della verifica, i giorni che sono un buio
crocevia, il vaniloquio e il dialogo sull’eternità, come vedo sintetizzato in
questi versi: “L’alba ci avvilisce puntuale / con la furia delle sue domande /
guardiani senza scrupoli, / veloci a rabbuiare / l’eterno che ci pensiamo. / E
vivere è un volo crepitante / di farfalle di plastica”…».
Giovanni Nativio
Punto d’Incontro, Lanciano (CH),
Gennaio/Aprile 2001
«…Su questa terra e sul mare che la bagna
il vento ridisegna luoghi, persone, memorie e il poeta è come il fanciullo che,
ogni volta che ritrova la via di casa, si rinnova e rivede se stesso nel
mutamento. Il vento può così identificarsi con il poeta stesso, con la sua voce,
con le sillabe che egli esprime là dove “s’innalza bianco / il planare dei
gabbiani in volo e a sera / si smorzano le nenie dei pescatori…».
| |
 |
autore |
|