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Prefazione a
Indie occidentali
La Mosca di Milano
nr. 21 - 12/2009
Manlio Cancogni
Oggi il Lower East Side è un quartiere di
artisti, gallerie d’arte e ricostruzioni edilizie. Quando abitavo a New York,
durante gli anni settanta del secolo scorso, era invece un quartiere a rischio.
Mia figlia mi raccomandava di evitarlo nelle quotidiane passeggiate che facevo
assieme a mia moglie. Dalla Third Avenue, dove avevamo casa, eravamo soliti
discendere per la Bowery, per poi prendere per Canal Street e deviare per Mott o
Mulberry Street, fino nel cuore di Little Italy che, proprio allora, cominciava
ad essere erosa dall’avanzata irresistibile dei cinesi di Chinatown. Oggi il
territorio è quasi interamente conquistato. Credo rimanga ancora qualche
trattoria in cui gli italiani figurano come prestanome di proprietari di
Shanghai o di Canton.
Proprio in Mulberry Street sta il bar dei
protagonisti del romanzo Indie occidentali: Aurelio ed Erminia, una
coppia di giovani sposi che dalla Valle del Serchio si aggiungono, nei primi
anni del novecento, alle moltitudini di immigrati che arrivavano ad Ellis Island
dall’Italia o dalla Germania, dall’Europa dell’est o dalla Scandinavia. I
personaggi della storia di Micheli non appartengono alla massa dei diseredati
che in quegli anni di forsennato sviluppo industriale attraversavano l’Atlantico
per ritrovarsi in una modernista babele, affollata fino all’inverosimile, ricca
soprattutto di afflizioni e motivi di inedite sofferenze. Aurelio ed Erminia
hanno risorse sufficienti per intraprendere un’attività indipendente una volta
giunti nel nuovo mondo. Partono guidati dal desiderio di progredire umanamente e
donare alla propria figlia appena nata un avvenire più confortevole e degno.
Entrano, dapprima, nell’ombra protettiva di una sorta di ambiguo capo clan, un
intermediario tra la forza lavoro, provata dagli stenti e sovente dalla fame, e
imprenditori senza scrupoli, facilmente inclini a compromessi con il crimine.
Faranno, quindi, presto le spese della loro ingenuità, della loro ignoranza
delle dinamiche violente e spietate che informano i rapporti nella comunità che
li accoglie. Soltanto al vaglio di un viaggio infernale, che li condurrà nei
tormenti degli stockyards di Chicago e nei malsani opifici dell’industria
tessile del New Jersey, essi coronano il loro percorso iniziatico, acquistano
consapevolezza di sé e la capacità di agire assieme agli altri per affermare
valori condivisi e di progresso umano. Questa è la chiave utopica del racconto
che Micheli sviluppa con meticolosa cura artigianale, da scrittore per
vocazione; consiglio, dunque, una lettura riflessiva di questo romanzo,
proporzionata alla cura che è stata impiegata nello scriverlo.
Il romanzo ha un taglio decisamente
realista, talvolta surrealista nell’ordire la trama di casi ineffabili alle
emozioni e ai gesti dei personaggi. Micheli vi ricompone una geografia umana di
passioni vigorose e sentimenti nobili, cosicché ci lascia, forte, il sapore di
una storia d’altri tempi. L’autore agisce secondo strategie sottili, perfino
misteriose, che illuminano i fatti della narrazione con i riflessi di una
necessità perturbante, spesso assurda; è la luce di un’alba, tuttavia, dalla
quale si possono cogliere segni importanti anche per capire meglio il nostro
presente, assai torbido e notturno.
È
incredibile come gli Stati Uniti, invasi sul finire del XIX secolo da una turba
di sommersi e senza speranza, appartenenti ad una miriade di inconciliabili
differenze di culture e lingue, costretti ad una impietosa struggle for life,
è incredibile come questo paese sia sopravvissuto. Una domanda è d’obbligo: oggi
la situazione degli Stati Uniti e del mondo è cambiata rispetto al quadro
drammatico e spietato che il romanzo descrive? Certamente la società
contemporanea è passata ad una sua fase “civile”, di regole accettate e
condivise, ma il mondo democratico è dominato non più dalla produzione
industriale, bensì dalla produzione del denaro fine a se stessa, e dunque
insensata, perversa e diabolica. Ci conforta pensare che anche questo momento
della storia verrà superato e ci auguriamo che ciò possa accadere senza una
catastrofe.
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autore |
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