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Sinossi del romanzo
Il fine del mondo
di Giancarlo Micheli
la Scheda
del libro

Dal risvolto di copertina
«Il fine dell’esistenza che le umane rappresentazioni modellano è il
conseguimento della coscienza di specie, con i relativi benefici che ne
deriverebbero alla vita, ovvero l’estinzione? L’Apocalisse è in atto oppure si è
già compiuta? Può essere ancora scongiurata? Il lettore potrà leggere il romanzo
come un’analisi dell’inconscio soggiacente ai moventi imperialistici da cui è
caratterizzata l’attuale epoca di sfruttamento dell’uomo sull’uomo e di questi
sulla natura, ma anche in molti altri modi che lo avvicinino alla cognizione di
un mondo infine abitabile».
Romanzo in forma breve, strutturato in
un prologo, trenta capitoli, un epilogo e un’appendice, il quale si lascia
leggere secondo un chiasmo di criteri correlativi e complementari: la cronaca e
la profezia, il simbolo e la realtà.
Le vicende descritte accadono in un prossimo futuro, di cui si può ricavare dal
testo una precisa collocazione cronologica, ancorché non espressa in termini
espliciti. I personaggi, le cui vicissitudini sono connesse nei meccanismi
dell’intreccio, vivono realtà sociali e territoriali eterogenee: da una
imprecisata sede alla periferia dell’impero economico globalizzato, alla regione
del delta del Niger, vessata dallo sfruttamento intensivo delle risorse
energetiche, alla provincia cinese del Sichuan, fonte di manodopera per
alimentare il produttivismo industriale della fascia costiera. Dalle necessità
della vita e dalle contingenze dei sentimenti di ciascuno di costoro nasce però,
comune, l’intento di rifondare le basi della civiltà, dal momento in cui essa si
dimostra, nelle cognizioni che essi ne ritraggono, votata a pervadenti dinamiche
autodistruttive.
Le spietate circostanze di una crisi economica e politica, nell’ambientazione di
paesaggi dissestati dai mutamenti climatici, degenerano infatti nella catastrofe
di un conflitto nucleare. I protagonisti del romanzo appartengono al novero
degli eletti, ai vertici politici e militari degli Stati coinvolti negli eventi
bellici, ma anche, appunto, alle miriadi dei dannati; vi compaiono, pertanto,
donne ed uomini nella loro innocenza e nelle loro colpe, interpreti di uno
spettacolo tragico, l’esecuzione del quale non ammette repliche. Lo iato
esistenziale ed antropologico che si rivela sussistere tra i primi ed i secondi,
sarà la base dello scioglimento dialettico del loro dissidio. La pista dei
meccanismi semiologici dell’industria dell’intrattenimento e della comunicazione
condurrà lo sviluppo del racconto nel cuore della materia soggettiva su cui
incombe la reale minaccia dell’estinzione. La prospettiva del conseguimento di
una coscienza di specie permea i contenuti degli universi interiori dei
personaggi al pari delle loro relazioni concrete e della forma stilistica
attraverso la quale esse sono raffigurate, cosicché nell’epilogo sia possibile
esprimere, nella concreta specificità umana, il tremendum di cui la
società dello spettacolo si serve per ricamarne trame impersonali ad esclusivo
profitto dell’astratta accumulazione capitalistica e della religione nichilista
che ne è la logica e nefanda conseguenza.
email
giancarlo.micheli@gmx.com
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