Ti ho lasciato sul lato della Porta
Romana
Con la tua lettera M e il nome Ettore
Come il difensore di altre mura
ucciso, nella tragedia omerica,
dalla spada di Achille
lasciando Andromaca nelle gramaglie del pianto.
Ma ora sotto la Loggia dei Mercanti
seguo con lo sguardo il mio dito fino al tuo nome
e ancora rieccheggia in me ”nome di valoroso, nome di
caduto”
e dico: “padre” alla Porta Romana
e dico “padre” alla Loggia dei Mercanti
e dico “padre” sui tuoi resti al Campo della Gloria
e dico “padre” alla medaglia d’oro alla memoria.
Ma quella mano sospesa di bambina
e quella voce che si ammutolì sul nome “padre”
e mai più lo ebbe se non nella nuda terra,
ancora si protende verso un effimero cielo
alla ricerca della tua, e varcare il solco incommensurabile
per arrivare al tuo volto
e asciugare le lacrime del tuo dolore
con la devozione filiale.
Ma che ne sanno quelle SS e quelle
brigate nere
che ti tolsero la vita da una manciata di giorni
dalla libertà di una guerra oscena,
per aver portato a compimento la tua ultima missione
”impedire che bombardassero le fabbriche!”
Il tuo sangue era rosso e la loro
anima nera
i nostri giorni, sospesi per sempre, sono rimasti.