Wilma Minotti Cerini
Glion
Assorta sul sentiero dei muschi
Penetrata dall’odore del macero
Da un’erba confusa e tenera
Dal lievissimo sapore di primavera
Meriggio d’autunnale
Sui miei passi spersi
Ruminando mutevolezze,
come stelle cadenti, leggere,
Scendono ammantanti
Il dispogliarsi d’alberi, le foglie.
Risale l’essenza invisibile,
Sospesa tra terra e cielo
L’animo trova conforto
Dalla luce porporina
Dove il Lemano lambisce
L’ora del tramonto
Ah, mia Glion dolce,
Che dai sollievo alle mie pene,
E il vespero illumini
Di luci di soli lontani!
Lo spirito dilava nuova purezza
Rinascono germogli su antica pianta.
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